Index SPORT - Maggio 1998

Palla Avvelenata

Il calcio italiano sta attraversando un brutto momento. Fatto di sospetti, rese dei conti, contraddizioni e misteri. E il rigore non assegnato a Ronaldo in Juventus-Inter è solo la miccia di una bomba di cui nessuno sa gli effetti. Sempre che esploda veramente. Così si arriva ai mondiali con l’impressione che dentro ed intorno al mondo del pallone sia arrivato il momento di fare chiarezza

E' un duro momento per il calcio italiano. I veleni scoppiati in Juventus-Inter hanno evidenziato uno stato di tensione latente da tempo. Doveva essere un rigore negato al calciatore più pagato del mondo, di una grande squadra come l'Inter, a scatenare il putiferio. Anche in Parlamento, purtroppo, in cui si è toccato il fondo.

Ma prima del fatto di domenica 26 aprile ci fu un caso analogo: il gol entrato e non convalidato all'Empoli contro la Juventus (0-1), grave perché l'Empoli è in lotta per non retrocedere e quel punto potrebbe servire a fine campionato. Il settimanale inglese "The European" (ma non solo questo), non è stato tenero nei confronti del nostro calcio, della Juve, delle interferenze Fiat nel massimo campionato. Ravvisando che l'arbitro Rodomonti per quattro anni non aveva potuto arbitrare la Juve perché vittima di un episodio simile, nel '94, ma in senso contrario: aveva convalidato un gol non entrato al Genoa contro i bianconeri. La società di Piazza Crimea l'aveva inserito negli arbitri non graditi. Sempre il giornale inglese ha evidenziato come il vice presidente Bettega si fosse lamentato l'anno scorso contro la federazione tedesca, troppo potente rispetto a quella italiana perché nella finale di Champions League, vinta dal Borussia Dortmund, erano stati negati due rigori alla Juve. Gli inglesi considerano che nel nostro calcio vige una teoria di cospirazione machiavellica. Una bella pubblicità, in vista dei mondiali.

Ritornando alla partita Juve-Inter e' giusto sottolineare che se in area a cadere fosse stato Esposito dell'Empoli, o Hubner del Brescia, tanto per fare dei nomi a caso, probabilmente non sarebbe successo tutto questo baccano. Ronaldo è una cassa di risonanza incredibile, dagli Appennini alle Ande, dal Manzanarre al Reno, parafrasando una famosa poesia manzoniana. E' dall'inizio di campionato che ogni domenica accadono grossolani errori arbitrali, tanto da proporre la fatidica domanda: gli arbitri sono in buona o malafede? E' difficile formulare la risposta. Anche perché gli arbitri difficilmente si possono contattare. Muti. Girando per varie liste calcistiche ogni tanto ci si imbatte in qualche arbitro che interviene per difendere la categoria, ovvio, perché non è facile fare l'arbitro (nel dizionario inglese arbitro si trova alla voce referee, ovvero una persona addetta a sanare divergenze in campo sportivo: è applicabile anche nel nostro vocabolario?). Ho provato a contattarli via e-mail, per chiedere qualche spiegazione, ma nessuno finora mi ha risposto. Qualche sospetto sulla limpidezza delle loro designazioni esiste ed è

anche tangibile.

Uno dei designatori ufficiali, Baldas, ex arbitro, in una trasmissione di approfondimento sul fatto in questione, ha aggirato la domanda sul perché sia arrivato in macchina in compagnia di un giornalista di Tuttosport, Danilo Di Tommaso, che è anche il moviolista del Processo di Biscardi, trasmissione cult per le indecenze. Nulla di male, se non che questo giornalista il lunedì riesce quasi sempre ad anticipare sul suo quotidiano il nome degli arbitri della prossima giornata e pure le eventuali sanzioni del giudice sportivo, che tra l'altro è Maurizio Laudi, noto magistrato torinese. Un fatto forse più grave del rigore negato. Il problema informazione e' molto sentito. All'interno delle società stesse si e' venuto a creare un clima ostile nei confronti dei giornalisti. Anche da parte dei tifosi. Ho avuto occasione di parlare con un manager calcistico di una nota squadra, il quale raccontava che in alcune occasioni era arrivato ad inventarsi notizie false di calciomercato per prendere in giro i giornalisti più invadenti (una grossa bufala fu la notizia del fuoriclasse spagnolo De La Pena al Toro).

Senza dubbio c’è molta sfiducia tra le parti e il calcio sta diventando una piazza impazzita, ed essendo il calcio un metro di valutazione dello stato di salute dell'Italia, possiamo constatare che esiste un clima generale di grande confusione. Si arriva persino al paradosso di guerre combattute on line tra siti dedicati alla stessa squadra, gestiti l'uno da tifosi e l'altro da giornalisti professionisti. Non e' un rigore negato o un gol non assegnato a condizionare il campionato. Sono solo episodi. Il male è un altro e sta molto più in alto. Nessuno crede che una squadra compri un arbitro o un calciatore regalando macchine e cellulari. Sarebbe più opportuno invece riflettere sul ruolo di alcuni dirigenti di Lega e Federazione, che possono essere complici di certi favori per mantenere ben salda la poltrona in cui siedono. Certe cene a inviti ben mirati, dove a sedersi sono i dirigenti più in vista come Giraudo, Galliani, lo stesso Moratti, sono organizzate apposta per cercare un voto di fiducia in vista delle elezioni alle cariche presidenziali.

E’ molto diverso dalla politica? Niente affatto, chi ti vota vuole sempre qualcosa in cambio. E' molto distante il calcio dalle vicende di Tangentopoli? Niente affatto, basta considerare che i conti segreti trovati in Svizzera alla Fininvest furono scoperti a seguito dell'inchiesta sull'acquisto del giocatore Lentini, dal Toro di Borsano, Moggi e Giraudo al Milan. Secondo l’inchiesta Lentini fu strapagato, agli inizi degli anni '90, 19 miliardi ufficiali più 10 in nero. Borsano in seguito fece bancarotta, il Toro rischiò il fallimento e nelle sue casse non furono mai trovati i soldi ne' delle cessioni di Lentini, ne' di Marchegiani e Cravero, ceduti quest'ultimi alla Lazio di Cragnotti. Il Toro andò in B e ora sta cercando di risalire. Si pensò addirittura che la Juve non fosse esente da colpe nei confronti dei cugini granata.

Moggi invece, uscito indenne da alcune accuse di atti illeciti e dall'organizzazione di presunti incontri a luci rosse tra alcune "hostess" e arbitri internazionali, sta ancora dominando la scena calcistica. Moggi ha già il figlio in pista, Alessandro, che è procuratore di buona parte dei giocatori juventini. Ci si viene così a trovare nella situazione in cui il figlio procuratore Moggi discute col padre direttore generale Moggi, i contratti dei giocatori della Juve. Gianni Agnelli intanto ha censurato il comportamento dei suoi dirigenti, perché c'è stato un ritorno negativo d'immagine mondiale contro la Juve. Probabilmente se Moggi e' stato cosi' massacrato in questi giorni da tutti i media è perché ha perso certe protezioni. Si appresta a cambiare piazza, a rifondare altre squadre, magari nella capitale, ultimamente un po' in difficoltà politica? Alessandro Moggi e' anche procuratore di alcuni dei giocatori più famosi di Roma, Totti e Nesta. Mentre gira voce che Giraudo possa passare in Ferrari, al posto di Montezemolo (insieme all'amico Briatore).

La questione resta aperta a molte soluzioni, ma resto dubbiosa che si risolva qualcosa, tutto verrà messo a tacere, come al solito. Intanto bisogna accontentarsi della battuta di spirito fatta da un ex calciatore juventino: quale sarà il prossimo sponsor della Signora? Il Gratta e Vinci.

Marina Beccuti