Donne nell'arte (21)
Naive
anni Sessanta: Elena Lissia
Nellottobre del 1962, compare
improvvisamente sulla scena artistica parigina la
pittrice Elena Lissia, con una personale alla Galerie de
lInstitut accompagnata da una monografia di Anatole
Jakovsky. Si trattava della sua prima personale, dato che
lunica sua altra prestigiosa uscita in pubblico era
stata allVIII Quadriennale di Roma, dal dicembre
1959 allaprile 1960.
Ebbe subito un discreto
successo per la sua espressività dal sapore ingenuo,
-dove era evidentissima la suggestione della pittura di
Henry Rousseau il Doganier-, che piacque moltissimo al
pubblico e ai critici di Parigi e che venne consacrata
dalla stampa come "Elena Lissia la romaine".
Prima di un suo viaggio au bord de la
Seine, tuttavia, più che a Rousseau, la sua ottica
naive era volta più allesempio di Donghi, di
Francalancia e dei naifs jugoslavi, come si evidenzia
negli oli dal 56 al 60, quali Vaso
di zinnie o Concerto a
Casaletto, questultimo esposto, nel
1963, alla IV Rassegna di Arti Figurative di Roma e del
Lazio.
Nelle sue opere la Lissia
parla spesso di Roma, sua città amatissima, della quale
offre immagini popolate da quotidiane presenze, coppie di
innamorati, camerieri, ambulanti, di grande freschezza e
trasognata poesia (Piazza Febo),
tracciate con una scrittura analitica che diviene sempre
più accurata col passare degli anni. La sua minuzia
descrittiva consacrano definitivamente Elena , "la
romaine", ad una fama internazionale
nellambito della pittura naive, genere che, in
questi stessi anni, matura una fioritura particolarmente
intensa e gode di inusitato favore presso il pubblico
europeo.
G.G.
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