Hanif Kureishi, il
dolore della libertà
Sceneggiatore
di film (My beautiful laundrette) e autore di romanzi di
successo, lo scrittore anglo-pakistano ha ora terminato
il suo ultimo lavoro: Nell'intimità. Dove analizza
l'ultima notte di sofferenze e riflessioni di un uomo che
ha deciso di lasciare famiglia e figli per ritrovare sé
stesso
Il quarantatreenne anglo pakistano
Hanif Kureishi è uno dei maggiori scrittori inglesi di
questa fine del secolo. Sceneggiatore di film famosi (My
beautiful laundrette, Sammie e Rosie vanno a letto) e
autore di romanzi di successo, ha realizzato da poco il
suo nuovo romanzo Nellintimità (Bompiani,
pagg.107, lire 22.000) dolorosa e accorata riflessione
sullultima notte di un uomo insieme alla sua
famiglia che egli vuole lasciare per sentirsi più
libero. Difficile e personalissima analisi dei rapporti
tra uomo e donna e tra padri e figli, Nellintimità
è stato lo spunto per lintervista esclusiva
che Kureishi ha rilasciato a Nautilus.
Mr.Kureishi, nel suo
ultimo libro lei parla della vita associandola
allidea buddista dellessere composta da fasi.
Di che fase tratta allora il suo libro?
Volevo scrivere un libro
su un uomo che sta per impazzire durante una notte che
sembra essere senza fine. Mi domandavo come potesse
essere la notte di un uomo che sta per cambiare per
sempre la sua vita e quali dubbi potesse nutrire
profondi e difficili nel suo animo.
Lei parla del desiderio
dicendo: "Il desiderio ci rende tutti
pazzi, ma comunque è meglio essere pazzi che
fascisti." Arrivati alla soglia del
Duemila, è possibile rileggere la passione da un punto
di vista totalmente razionale?
Certamente, noi dobbiamo
comprendere ciò che ci accade da un punto di vista
razionale. Tutti siamo presi da una passione, da un
desiderio, da un bisogno per altre persone e altre cose.
Noi dobbiamo tentare di realizzare questi bisogni quando
questo è possibile. Ma la mente, spesso, non riesce a
lasciare indietro tutti i nostri bisogni e tutti i nostri
desideri. Così è assai difficile fare i conti con tutto
quello di cui avremmo necessità in un momento solo. Il
desiderio è di per sé trasgressivo e può rendere
adulto un bambino che non sa fare i conti con le proprie
frustrazioni e le proprie inibizioni. Allora ci
domandiamo: Che fare? Come sopravvivere con noi stessi
quando non ci sentiamo appagati da chi siamo e da quello
che facciamo? Questa è una domanda molto vecchia,
che ancora non ha trovato una risposta valida.
Nel suo romanzo lei
scrive che da giovane commetteva spesso lerrore di
leggere un libro dallinizio fino alla fine. Una
frase piena di ironia che sembra ricordare il Groucho
Marx che diceva di avere letto più volte La
veglia di Finnegan dal principio alla fine e
dalla fine al principio, rimanendogli molto più chiara
la volta che laveva letto dalla fine
allinizio
James Joyce sarebbe stato
felicissimo delle parole di Groucho Marx
Io credo
che lumorismo che deriva dal paradosso sia molto
moderno è attuale. Le pagine di Shakespeare sono piene
di humour così come quelle di molti altri
scrittori non solo britannici. Amo Oscar Wilde e George
Bernard Shaw e trovo la loro opera piena di fascino. Mi
piace capovolgere le situazioni, adoro lironia e
credo che siano tutte parti della tradizione
allinterno della quale sono cresciuto. Ritengo il
mondo un posto che sa essere molto divertente. Da piccolo
ridevo molto con mio padre, così come oggi i miei figli
si divertono molto con me a ridere a crepapelle,
trovandomi alle volte delirante. E importante che i
bambini ridano del mondo che li circonda. Aiuta loro a
capire la vita. Groucho Marx era unumorista
meraviglioso pieno di ironia e paradossi.
Come Woody Allen
Certo, io amo questo
umorismo così originale e acre, ma sempre così vero.
In Italia siamo
abituati a scrittori molto seriosi, crede che questo
accada anche a causa della fine del Millennio?
Forse, non so
credo
che possa dipendere anche da una certa attitudine locale.
In Inghilterra abbiamo molti scrittori dark che a
delle vere e proprie cascate di sangue umano uniscono
situazioni molto buffe e divertenti. Forse, questa
caratteristica del Black humour è più vicina al
millennio che finisce di quanto possa essere una certa
dose di serietà e di scrittura Dark. Personalmente
ho sempre preferito leggere scrittori allegri che seri,
anche quando questa ilarità di fondo era nascosta da una
cappa di cinica ironia come in Dostoevski. Tutti gli
scrittori russi sono divisi in questo dualismo: Cechov,
ad esempio, scriveva commedie su un mondo che era
contemporaneamente triste e orribile, meraviglioso e
allegro.
Lei ha mai sentito il
bisogno di scrivere di qualcosa che avvertiva essere
proibito a se stesso dal proprio io?
Bisogna farlo, perché
ciò che è oscuro, proibito e nascosto è sempre più
interessante del resto. Tutti abbiamo desideri e passioni
di cui ci potremmo vergognare. Se non ti muovi verso
questa consapevolezza non puoi essere uno scrittore.
Qualcuno nelle proprie opere tenta di mascherare le cose
di cui vorrebbe in fondo non riuscire a parlare, ma certo
cè una maniera per raccontarle e nasconderle il
più possibile sotto parole dolci e piene di grazia che
in realtà nascondono situazioni dolorose e
terribili. Dal mio punto di vista, io forse non riesco a
celare abbastanza le mio ossessioni. E per questo
che ricevo tante critiche dai miei amici e dai miei
familiari che pretendono di trovarsi raccontati nei miei
libri e nei miei film. Ma quale sia la verità solo Dio
può saperlo.
Marco Spagnoli
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