Rigoni Stern e
l'arcano segreto del libro
Lo
scrittore di Asiago ha inaugurato a Padova una mostra
dell'artista vicentino Pino Guzzonato e della sua ultima
opera: un volume in carta naturale, inchiostrato a mano
ma con immagini lavorate al laser. Questo è il testo che
Mario Rigoni Stern ha dedicato all'evento. Per spiegare
la sua repulsione verso le librerie-spettacolo e il suo
amore per la lettura intelligente. Quella che, dice, ci
riporta "al tempo in cui vita e natura trasmettevano
stupore e mistero"
Quando scendo in città
sempre con attenzione e riguardo sbircio nelle librerie:
vetrine e scaffali mi attraggono; ma qualche volta resto
anche nauseato per i tanti titoli e le troppe copertine
banali che, proprio, sono repellenti alla lettura. Non
capisco come e perché alcuni editori ritenuti grossi
(più grossi che grandi) stampino e presentino al
pubblico simili confezioni. Ne parlavo con qualcuno del
mestiere e mi spiegava che così suggeriscono le ricerche
di mercato.
I libri, mi dicevo, sono
pagine di righe di parole messe insieme per esprimere
pensiero e trasmettere poesia e scienza, per aiutare gli
uomini a vivere; parole da leggere, da riflettere, da
gustare anche e da godere in ispirito. E la lettura si
può fare di tante cose e si può leggere in tanti modi.
Personalmente oltre che nei libri leggo molto nei boschi
o nel trascorrere del tempo, nella natura.
Mi fu grande scoperta
quando lamico Pino Guzzonato, che è passato
attraverso tante forme darte figurative restando
sempre coerente alla sua ispirazione dal disegno
allincisione, dalla pittura alla scultura, al
ricalco dei segni del passato su materia inventata
ha cominciato a scrivere dei suoi libri particolari che
solo un vero artista poteva inventare.
Intanto i materiali per i
suoi libri. Sappiamo tutti come la carta sia stata una
grandissima scoperta. In principio per comunicare gli
uomini usavano sgraffiare sulle rocce con una punta di
selce; con uno stecco su una tavoletta di argilla, poi
vennero i papiri, la cartapecora o pergamena; si dice che
furono i Cinesi, due secoli prima di Cristo, a inventare
la carta con un impasto di materie vegetali fibrose e che
furono gli Arabi a introdurla in Europa attorno al Mille.
Eppure se pensiamo come con mezzi così poveri e
rudimentali sommi capolavori del pensiero, i più alti
creati dalluomo, sono giunti sino a noi, è da
restare sconcertati e stupiti. E in silenzio meditare.
Non lo so, ma è forse
così meditando che Pino Guzzonato ha scoperto una
maniera nuova di fare arte: libri come creazione e
oggetto darte. Ha incominciato con i sacchi di
juta, macerati e impastati e compressi si porte di
antiche chiese per ricavare e riprodurre i segni del
legno vissuto nei secoli. E per chi sa leggere, quegli
stampi di portoni di chiese raccontano storie infinite.
Poi ha preso jeans buttati
via strappati e lerci e con questi ha fatto una carta che
ha carpito i segreti dei ceppi di gelso. In Africa, dagli
amici negri, ha scoperto lanimale sacro, il dio
Dibamba, il più antico, penso, dei viventi, e di questo
sauro ha fatto il suo simbolo grafico che ritroviamo
impresso nelle pagine di questi libri in tetra pack: sì,
di quel materiale che si usa per inscatolare il latte e
si getta.
Pino Guzzonato è uno
stregone che trasforma la materia dei consumi e dei
rifiuti per riproporcela cambiata in nuova materia e ci
riporta al principio della civiltà quando larcano
della vita e della natura trasmettevano stupore e
mistero. Ma il quaderno che mi ha donato, fatto con
queste cose buttate, non ho ancora avuto il coraggio di
iniziarlo a scrivere: forse un giorno anchio
troverò le parole giuste.
Mario Rigoni Stern
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