Donne nell'arte (22)
Chiara Toni: una testimonianza
Abbiamo chiesto ad
unaffermata artista contemporanea, che opera non solo nellambito della pittura
e dellincisione, ma anche in quello più "concreto" dellarredamento,
"Che cosa significa arte, oggi" per mettere a fuoco, da una distanza
ravvicinata, quali possano essere per lei, in una attualità che già sta per divenire
storia, gli obiettivi della sua creatività.
In questa intervista esclusiva, che risponde ad una domanda
solo apparentemente banale, Chiara Toni ci ha proposto la sua personale visione del mondo
dellanima che si traduce in forme. Traduzione in forme che si perpetua
dallalba dellumanità secondo un procedimento che pur accomunando, per un
verso, gli artisti di ogni epoca, dallaltro aggiunge una tessera allo spaccato della
contemporaneità spesso ambigua, costretta a fluttuare e a prestare orecchio alle istanze
più diverse e non di rado contraddittorie ed inconciliabili con laspirazione,
tipica dellarte, di esprimersi libera da ogni sorta di compromesso.
Essere cosciente del mondo in cui vivo è importante,
soprattutto in modo critico. Vuol dire imporre a me stessa quella coerenza necessaria per
crescere in senso culturale e sociale.
Le mie "figure nelle nicchie" e i miei
"mezzi busti" non sono nientaltro che proiezioni di sogni diurni,
sarcastiche rappresentazioni di un campionario umano destinato a vivere spesso un tempo
sbagliato, in uno spazio (costituito dalle zone non incise o non dipinte) che pone in
estrema evidenza lambiguità delle forme.
Figure femminili pesanti come la pietra, che lottano ad
ogni istante per una liberazione dai vincoli gravitazionali delle "forme" del
vivere ; per un pensiero finalmente liberato dalle catene dei pregiudizi e dei luoghi
comuni :
Elementi ricorrenti sono le figure immobili in ambienti
desertici, le teste o i busti contenuti in nicchie, angoli oscuri, labirintici,
abbandonati e pietrificati, dove il tempo stesso diventa metafora.
Tutta la terra è stata abbandonata a se stessa in un
continuo day after. Si coltiva lindifferenza fra cumuli di macerie e vuoti manichini
nelle opulente civiltà virtuali. Quali energie ricicleremo da tutto questo ? La
terra sprofonda sotto i piedi, ce la faranno i miei mezzi busti?
Larte mi pone delle domande, e nello stesso tempo mi
dà la forza di sperare, di lottare per vincere il nulla.
Per essere me stessa.
Risposte, dunque che implicano nuove domande. Senza
risposta.
Nella casa-laboratorio di Corso Vacchelli, a Cremona, dove
Maria Chiara vive e lavora con il suo compagno darte e di vita, lincisore Vladimiro
Elvieri, è caduto un silenzio che si allunga come ombra e rende più facile porre altre
domande, meno inerenti allintimità del suo essere artista quanto, piuttosto,
relativo agli eventi della sua vita: dagli anni di studio allIstituto Statale di
Mantova, al suo interesse per larchitettura dinterni, che data a partire dalla
fine degli anni Sessanta, allincontro con Vladimiro, nel 1978, e il conseguente
inizio della attività incisoria, prima mediante tecniche calcografiche tradizionali e
poi, via via con sperimentazioni di linguaggi grafici più nuovi e personali.
Infine la conversazione si sposta sul rapporto della Toni
con il suo pubblico, quello delle personali e delle numerose, importanti rassegne
nazionali ed internazionali dedicate specialmente alla grafica e che, negli ultimi dieci
anni, ha sancito il suo successo dartista in molte occasioni e in molti Paesi.
G.G. |