
Tibet: oltre la leggenda
Arte e cultura dal XII al XX secolo alla
Fondazione
Querini Stampalia di Venezia
La
rassegna, aperta al pubblico fino al 20 settembre alla Fondazione Querini Stampalia di
Venezia, costituisce un’importante occasione per accostarsi a questa cultura
affascinante attraverso un apparato didascalico che, con opere d’arte e materiali
provenienti da collezioni private italiane e straniere, documentano lo stile di vita delle
popolazioni autoctone tibetane.
L’esposizione si articola in due sezioni: nella prima
sono raccolti un centinaio di oggetti rituali e d’uso quotidiano che illustrano la
cultura artistica tibetana, gli aspetti religiosi, della musica, della medicina e di ogni
aspetto della vita, accompagnati da pannelli esplicativi sul loro utilizzo e la loro
storia.
La seconda sezione, invece, propone una serie di importanti
opere artistiche, una cinquantina di dipinti rari e preziosi realizzati, per lo più, su
tela di cotone preparata, che, a partire dal XII secolo fino al XX, forniscono una
documentazione precisa sull’iconografia religiosa in cui i canoni formali sono una diretta
emanazione del pensiero filosofico-religioso. Il "fabbricante di divinità",
così viene chiamato in Tibet l’artista, non inventa secondo la creatività
personale, ma segue i canoni che, da tempo immemorabile, regolano l’operazione
estetica secondo principi immutabili magico-rituali. In questa produzione si possono
riconoscere anche elementi derivati dall’arte cinese, indiana, del Nepal e del
Kashmir che si intrecciano con il comune obiettivo di professare i fondamenti del
buddhismo.
La manifestazione d’apertura è stata accompagnata da
performances musicali dell’artista tibetano Tenzin Gonpo che attraverso musiche,
canti e danze tradizionali del Tibet ha offerto una conoscenza in più sulla cultura del
suo Paese.
Il
catalogo della mostra, infine, pubblicato da Skira, è organizzato e strutturato come una
monografia artistica e accompagna le splendide immagine delle opere e degli oggetti
esposti con una serie di saggi e schede illustrative affidati a massimi studiosi del
Tibet : Jane Casey Singer, autrice di prestigiose pubblicazioni in Inghilterra e
negli Stati Unitirelative alla società e all’arte tibetana ; Jan Van Alphen,
codirettore del museo etnografico di Anversa, specializzato in studi sanscriti ;
Fernand Meyer del "Centre National de la Recherche Scientifique" di Parigi e
coautore del libro sulla medicina tibetana "Tibetan Medical Paintings" ;
Franco Ricca ed Erberto Lo Bue, coautori dell’opera "The Great Stupa of
Gyantse".
G.G. |