Voglio una
"vita" esagerata
Tra
le cause dellanoressia e della bulimia ci sono
anche i messaggi sbagliati della pubblicità e dei media.
Che propongono le top model-grissino come ideale di
perfezione. Ora la casa cosmetica "The Body
Shop" con Telefono donna e un centro per lo studio
dei disturbi alimentari lancia una campagna alternativa.
Per ridefinire il concetto di bellezza e riportare un
po di normalità
"Know Your Mind, Love Your
Body" (Conosci la tua mente, ama il tuo corpo).
Questo lo slogan della nuova campagna di
sensibilizzazione promossa dalla casa cosmetica "The
Body Shop" (che vende cosmetici prodotti senza
sperimentazione sugli animali) in collaborazione per
lItalia con lAba, Associazione per lo studio
e la ricerca sullanoressia e la bulimia e il
Telefono donna. Una campagna mondiale che vuole
ridefinire il concetto di bellezza e restituire dei
parametri reali di confronto per tutte le donne del
mondo, vittime degli stereotipi forniti dai media ma
anche delle campagne pubblicitarie dei cosmetici, delle
beauty-farm, della moda. Donne che si trasformano, a
volte, in veri carnefici del proprio io attuando anche
pratiche al limite del patologico per ottenere una forma
fisica ideale.
Per restituire a tutti un
concetto reale di bellezza in tutti i negozi del mondo
della catena The body shop è possibile trovare un
questionario. "Che i modelli di bellezza che ci
sottopongono moda case cosmetiche e media sia del tutto
da rivedere è un fatto ma che questo influenzi le donne
sino al limite dellanoressia o della bulimia è
eccessivo - spiega il dottor Mauro Santacatterina,
psicologo di Kora, gruppo padovano di ricerca e cura per
lanoressia e la bulimia - I disturbi alimentari
sono dei sintomi che nascondono un disagio sepolto nel
profondo. Con questo non voglio sminuire la portata che
una campagna di sensibilizzazione come questa possa
avere. Dico solo che dietro al desiderio di assomigliare
ad un modello ideale di corpo si nasconde la necessità
di affermazione di unidentità non trovata o non
riconosciuta. Non è un caso che questo genere di
patologie sono diffuse con la percentuale più alta nelle
donne, nei bambini e negli omosessuali".
"Giusto è ridefinire
il concetto di bellezza - continua Santacatterina - ma
non crediamo che sia solo questo il motivo o che sia un
motivo prevalente. Di questo si devono rendere conto
soprattutto le persone che hanno a che fare con queste
patologie, genitori, psicologi e medici. La bellezza è
una delle componenti del mondo irreale costruito attorno
a ciascun individuo, ma quando il limite che divide
questi due mondi diventa esile e non si comprende che
invece i due mondi non vanno distinti nettamente in una
sorta di contraddizione ma accettati interamente nella
loro eterogeneità, allora lindividuo è gettato in
una sorta di scissione che cerca di compensare in varia
maniera. Dalla tossicodipendenza, alla depressione, ai
disturbi alimentari."
Non è infatti solo un
problema di natura estetica: anche quello dello sport è
infatti un settore a rischio. In un volume recentemente
pubblicato da Pythagora Press dal titolo "Disordini
del comportamento alimentare. Anoressia nervosa e bulimia
nervosa" di Eugenio Mueller e Francesca Brambilla,
risulta che ballerine ed alcuni tipi di atleti sono
portati a sviluppare determinate pratiche alimentari
rischiose a causa delle pressioni che la loro attività
esercita verso la magrezza. Secondo ricerche condotte
negli ultimi quindici anni tra le ragazze che studiano
danza lincidenza di questi disturbi è del 7%, e
sale nelle scuole molto competitive.
Negli atleti la
percentuale di soggetti che adotta metodi patologici per
il controllo del peso (come vomito, abuso di lassativi e
digiuni) varia dal 15 al 61 per cento.
In Italia questo genere di
disturbi non è ancora inserito in un ben delimitato
ambito di studio e di cura, tutto quello che è stato
fatto per arginare fenomeni che stanno assumendo
dimensioni a dir poco preoccupanti è stato del tutto
affidato alliniziativa privata. LAba, centro
per la cura e lo studio dellanoressia e della
bulimia, ne è un esempio eloquente: fondata da Fabiola
De Clerque nel 91, questo centro è stato uno dei
primi in Italia.
Molte altre iniziative
sono nate attorno a psicanalisti che hanno sentito la
necessità, in prevalenza scientifica, di studiare il
fenomeno. Tra questi è importante ricordare il centro
Kora nato in seno allAccademia Platonica delle Arti
di Padova e che conta tra le sue fila psicanalisti che si
sono assunti lonere di portare avanti un progetto
di terapia di gruppo, prima nella città di Padova e da
alcuni mesi anche a Vicenza. Ulteriori iniziative sono
state prese da cliniche private oppure da medici
intraprendenti in strutture pubbliche, che hanno
ritagliato nei loro orari di lavoro spazio e tempo da
dedicare allo studio e quindi alla cura dei disturbi
alimentari.
Un grosso passo avanti è
stato fatto negli ultimi mesi dallospedale di
Brescia, il primo in Italia che si occuperà appunto di
anoressia e bulimia sotto la direzione del dottor Fausto
Manara, psichiatra e docente universitario. Secondo
Manara in Italia "i malati vanno dai 100 ai 200 mila
giovani di età compresa tra i 15 e i 35 anni con un
grado di sofferenza da lieve a gravissimo, 8 pazienti su
dieci sono donne". E oggi "il 3% dei malati
versa in condizioni gravissime e rischia di morire per
arresto cardiaco o suicidio".
Roberta Paolini
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