Scuola, il tema no-stop
Uno dei problemi irrisolti in campo
didattico è come insegnare a scrivere. Ora un libro del Giscel, gruppo di esperti del
settore, propone una soluzione: mettere il compito in classe di italiano su fogli grandi
con tanto spazio per correzioni e revisioni. E tra la brutta e la bella copia lasciare
più tempo: magari due giorni...
La bella e la brutta Il processo di scrittura
nella scuola di base, a cura di Fioretta Mandelli e Letizia Rovida, La Nuova Italia,
pp.205, L.24.000
Il tormentone di maestri e professori
si ripete sempre uguale: troppi ragazzi non sanno scrivere, non riescono ad esprimersi in
modo corretto e articolato, limitandosi ad una prosa elementare, costituita da periodi
semplici, in cui compaiono rare subordinate. Ma tutto ciò non può essere colpa del fatto
che agli scolari nelle nostre scuole si insegna poco a scrivere? Questo
linterrogativo che sta alla base dellultimo quaderno del Giscel (Gruppi di
Intervento e di Studio nel Campo dellEducazione Linguistica), inteso ad analizzare
le modalità del processo di scrittura (e quindi di revisione della stessa) nella scuola
dellobbligo.
I temi di fondo intorno a cui cerca di far chiarezza la
ricerca son di quelli da far tremare le vene e i polsi ai docenti che abbiano il coraggio
di mettersi in discussione, anziché limitarsi ad un uso terroristico della biro rossa sui
compiti dei loro allievi. Come si apprende a scrivere?, si chiedono infatti gli insegnanti
del Giscel. E ancora: cosa significa concretamente avere padronanza della scrittura?
Le teorie prese in esame dal Quaderno paiono accomunate da
una "visione processuale dellabilità di scrittura", in cui occupa un
posto di rilievo la cosiddetta revisione dei testi (o editing process), cioè in parole
povere, quella metamorfosi cruciale che dalla "brutta" dovrebbe far approdare
alla cosiddetta "bella copia". Si tratta dunque di rendere in grado
lalunno di porsi nei confronti della propria scrittura come davanti ad un
"problema da risolvere". Ma insegnare a scrivere sottolinea con umiltà
Fioretta Mandelli è un compito assai difficile e non ancora del tutto esplorato.
Ovvio che per tale complesso ambito metodologico non sia possibile indicare facili
ricette. Tuttavia il testo - oltre a fornire in appendice unampia scelta di
materiali e percorsi didattici utili per il lavoro in classe - suggerisce due strategie
operative alla portata di tutti per migliorare i processi di rielaborazione testi:
abituare i ragazzi ad usare per la prima stesura fogli di grande formato con ampi margini,
onde favorire interventi o modifiche che non si limitino alla mera autocorrezione
ortografica; consentire altresì un intervallo di tempo sospensivo fra brutta e bella
copia, che consenta di guardare con sufficiente distacco alla propria scrittura. Basta coi
temi in due ore, quindi. In due giorni, semmai.
Francesco Roat |