Mike Figgis e il cinema al contrario
Ha diretto film come Stormy
Monday, Mr. Jones e Via da Las Vegas. Seguendo sempre la sua filosofia: ribaltare lo
stereotipo degli attori trasformandoli nel loro opposto. Così i buoni diventano cattivi e
viceversa. Una lezione, dice il regista inglese, imparata da Sergio Leone
Regista inglese tra i protagonisti
della British Renaissance con una pellicola come Stormy Monday tanto bizzarra quanto di
culto, ed affermatosi negli Studios americani girando Internal Affairs (Affari Sporchi,
con cui ha rilanciato Richard Gere), Mr Jones (ancora Richard Gere) e Via da Las Vegas
(film che ha conferito un ruolo di punta nello star system a Nicholas Cage), Mike Figgis
è un affascinante affabulatore che utilizza la società dello spettacolo come metafora
del mondo contemporaneo.
Qualè il ruolo che lei attribuisce alla regia?
Uno dei principali punti da sviluppare per un regista è
raccontare una storia in un modo nuovo, fresco. Se con un libro hai a disposizione la tua
fantasia, per realizzare un film hai dei volti da utilizzare e questi volti possono
appartenere a Richard Gere, Andy Garcia, Meg Ryan, John Malkovich e tutti gli altri attori
tra cui scegliere. Per me sarebbe meglio utilizzare un attore mai visto prima in altri
film, se questo non creasse dei problemi nel finanziamento perché gli Studios avrebbero
molte riserve. Quindi un modo per ribaltare a mio vantaggio la situazione è trasformare
lo stereotipo dellattore nel suo contrario facendo diventare, ad esempio, Richard
Gere un cattivo ed Elizabeth Shue una prostituta. Tra laltro lho imparato da
Sergio Leone che aveva utilizzato Henry Fonda in una scena in cui uccideva un bambino ed
una donna. Cosa che aveva sorpreso e colpito tutta lAmerica in modo grandioso.
Bisogna far diventare una vecchia faccia qualcosa di nuovo.
Lei è anche un musicista, ha suonato con Brian Ferry e
spesso collaborato con Sting
Con Sting siamo molto amici. Veniamo dalla stessa città,
Newcastle, ho lavorato con lui per Stormy Monday. Per Leaving Las Vegas gli chiesi se
poteva cantare una canzone. Sting mi ha risposto che ne era felice ma dovevamo registrare
il tutto molto velocemente perché sarebbe partito per una lunga tournée di sei mesi
intorno al mondo. Ho portato il piano e il basso in casa sua ed abbiamo registrato in un
pomeriggio quattro canzoni. Sting mi ha permesso di essere il produttore della session. Ma
è molto più difficile che dirigere un attore, perché come puoi dire a Sting: "più
piano, maggior sentimento, non così"?. Quel pomeriggio accendemmo il camino e nella
colonna sonora si può ascoltare il rumore del legno che brucia.
Qualè la relazione tra linguaggio e cinema?
Credo che la televisione abbia avuto, in America
soprattutto, un effetto catastrofico sul linguaggio perché lo ha impoverito tremendamente
al punto che se impari venti frasi dello slang potresti vivere tranquillamente,
normalmente. Marlon Brando è stato il primo nel cinema a non articolare le parole, a
mugugnare. Lui è un grande, poteva farlo, ma dopo nessun attore ha più avuto alcun
interesse nellavere un vocabolario ricco, nellarticolare le parole e nel
recitare frasi più complesse. E queste sono star del cinema americano che influenzano
anche film europei. Brando è stato un criminale per questo. E la televisione ha
estremizzato questa situazione.
E nei suoi film?
Io pongo molta attenzione e cerco di utilizzare al massimo
la complessità del linguaggio.
Esemplificativo è, secondo me, il caso di Leaving Las
Vegas. Nicholas Cage in questo film ha una prosa molto bella e molto poetica ma la gente
accetta questo perché il personaggio che interpreta è un alcolizzato.
Insomma la gente accetta il parlare in maniera forbita e il
recitare una poesia solo perché a farlo è un alcolizzato; se fosse stata una persona
sobria, una persona normale forse la gente sarebbe rimasta spiazzata perché oggi la
lingua quotidiana, come dicevamo prima, è molto più povera.
Quali tipi di problemi ci sono stati nel realizzare Mr.
Jones?
Con Mr Jones intendevo fare un film sulla depressione. Era
unidea molto interessante perché molte persone ne soffrono ed è un problema vicino
alla realtà, è un tipo di malattia molto diffuso. Il primo montaggio di questo film era
molto buono, molto realistico e Richard Gere aveva fatto un lavoro straordinario. Ma,
proiettata lanteprima, quelli degli Studios si erano resi conto che, nel film, la
depressione era molto realistica, troppo cruda. Invece piacevano molto le scene di
comportamento maniacale perché erano molto divertenti. Così mi proposero di fare un film
più breve che tagliasse laspetto della depressione conservando solo laltro.
Dopo due anni e mezzo di riscrittura, di montaggi di nuove riprese realizzate da John Amil
hanno fatto uscire un film che io non ho mai pensato di realizzare.
Vorrei raccontare una storia ancora su questo film: quando
mi hanno invitato a vedere il nuovo montaggio del film, perché era un mio diritto, ero
con Richard Gere e la moglie di allora Cindy Crawford. Guardando il film vedevo scene che
avevo girato io con unaltra musica e scene girate da altri con Richard Gere che era
cambiato ad unanno di distanza, più grasso e con un taglio di capelli diverso.
Eppure il film ha avuto delle buone risposte...
Si, molte persone mi hanno detto di essersi riconosciute
nel film. Il film ha il merito di parlare di un problema molto vero, ma credo che nella
sua prima realizzazione la riflessione fosse più approfondita.
Per quanto riguarda i prossimi impegni?
Ho terminato lanno scorso di girare "La perdita
dellinnocenza sessuale", girato in Umbria e a Roma. Le riprese in Italia hanno
a che fare con larmonia e rappresentano un giardino dellEden. Altre riprese
sono avvenute in Inghilterra e Tunisia. È un film con un piccolo budget, girato in
quattro settimane in super 16 mm poi gonfiato a 35. Del cast fanno parte Stefano Dionigi,
Julian Sands e Kelly McDonald di Trainspotting. Prossimamente lavorerò ad un adattamento
dellopera di Strindberg, "La Signorina Giulia", con Juliette Binoche, e
sto considerando di chiamare Carlie, lattore di Full Monthy. Avevo intenzione di
fare un film con Juliette Binoche da quando nel '92 ho realizzato con lei, il corto Mara.
È vero che cè anche un terzo progetto più
strettamente legato allItalia?
Ebbene sì, cè un anche un terzo progetto. Il
produttore Fernando Ghia mi ha suggerito di realizzare "1934", un racconto di
Alberto Moravia inizialmente proposto a Bertolucci. Il libro mi è piaciuto molto e subito
mi sono impegnato nella sceneggiatura. Il film lo girerò in Italia, a Capri.
Giuseppe Episcopo |