
Scompare Palma Bucarelli,
regina di quadri
E’ morta, all’età di ottantotto anni, la bella,
intelligente e volitiva protagonista della vita artistica romana che, a partire dal 1933,
fu, per trent’anni direttrice e curatrice della Galleria Nazionale d’Arte
Moderna e di Roma.
Allo scoppio della guerra, fu grazie alla sua solerzia e
rapidità d’azione che numerose opere d’arte furono stipate al sicuro nei
sotterranei della villa di Caprarola e poterono essere ricollocate, alla fine del
conflitto mondiale e senza "perdite", alla fruizione del pubblico.
Amica di Afro, Mirko, Turcato, fu ritratta da artisti come
Alberto Savinio, Giulio Turcato, Carlo Levi e a lei molti giovani talenti devono la
propria fama (Alberto Burri, Pietro Manzoni). Sempre a lei, che continuava a guidare con
piglio assai deciso le sorti della Galleria, l’arte italiana dovette il nuovo impulso
e il rilancio, dopo la stasi dell’epoca fascista: Palma Bucarelli fu, infatti, in
stretta relazione con i maggiori critici e storici dell’arte, dai caposcuola del
dopoguerra Lionello Venturi e Giulio Carlo Argan, ai recentissimi come Achille Bonito
Oliva.
Ricca d’iniziative all’avanguardia
(l’allestimento di venti nuove sale nel palazzo di Valle Giulia, istituito a galleria
d’arte moderna nel 1883; mostre assai contestate di artisti nuovi e discussi quali
Mondrian o Pollock) e protagonista di accese polemiche con personaggi quali Renato Guttuso
o Federico Zeri, ottenne alla "sua" Galleria, nei trent’anni di gestione,
donazioni prestigiose (Manzù, Colla, Pascali) ed altrettanto prestigiosi acquisti (il
Cézanne di recente rubato alla Gnam e poi recuperato). |