Donne nell'arte (23)
TINA MODOTTI, una strada a sinistra tutta
in salita
La popstar Madonna le ha dedicato e sponsorizzato, nel
centenario della sua nascita, una clamorosa retrospettiva al Philadelphia Museum of Art e
una sua foto "Due calle" , del 1925 viene
battuta da Christies, nel 1993, per 303.2 milioni di lire.
Numerosi sono i rapporti che legano questa interessante
figura di intellettuale con la cultura più avanzata ed irrequieta dei primi
quarantanni del secolo: da Diego Rivera a Hemingway, da Malraux a Dos Passos, a
Rafael Alberti a Neruda che, nella lunga ode dedicatale alla morte, incisa sulla pietra
della tomba di Tina, definisce la sua "una vita fragile". Tina Modotti visse,
infatti, assai intensamente le lacerazioni e le passioni del periodo forse più pregnante
e violento di questo secolo lasciandosene, infine, travolgere.
Linizio della sua avventura umana, artistica e
politica, tramandata dai biografi è quella di una ragazzina che, nata a Udine nel 1896,
si imbarca su di un mercantile assieme ad altri emigrati per raggiungere il padre e,
possibilmente, cercare nel Nuovo Mondo una risposta alla propria vita. Le condizioni nella
città natale sono, infatti, durissime, come per molti in quegli anni, del resto: il padre
meccanico, emigrato a San Francisco, la madre sarta, la necessità, a dodici anni, di
lavorare in fabbrica per mantenere la famiglia.
San Francisco la premia, dopo i primi tempi trascorsi come
operaia in una industria di abbigliamento, coinvolta nei primi movimenti sindacali,
facendole conoscere lamore per il teatro e poi la stabilità ed il benessere
attraverso il matrimonio, avvenuto nel 1918, con il pittore e poeta Roubaix de
lAbrie Richey, detto Robo.
Poco
dopo, nel 1921, si verifica anche un altro importante incontro, quello con il grande
fotografo Edward Weston, e con la sua arte, la fotografia. Suo mentore, Weston avrà
tuttavia occasione di affermare, a proposito dellimmagine "rose", del
1924: "Tina ha una fotografia che vorrei firmare col mio nome - e non è una cosa che
mi capita spesso".
Hollywood, pur tra le inquietudini esistenziali, ne farà,
negli anni Venti, anche una diva del muto, ma listinto pasionario di Tina la
sospinge, assieme a Weston, nel frenetico ambiente del Messico post-rivoluzionario, a
contatto con intellettuali, scrittori, poeti e artisti, come Diego Rivera che la
celebrerà in numerosi suoi murales: quello del Palacio Nacional di Città del
Messico, ad esempio, in cui la Modotto è raffigurata nellatto di distribuire armi
ai rivoluzionari, o nellaltrettanto famoso mural "La terra",
dellUniversità di Chapingo.
Esaltata
dagli Estridentisti (una sorta di futuristi americani che annoveravano nel gruppo tra i
più interessanti artisti di quegli anni), Tina diviene, una reporter attenta ed
appassionata di questa realtà. Le sue fotografie, che denunciano la violenza e
lingiustizia, sono pubblicate sulle più importanti riviste europee e americane;
esse consacrano il suo nome alla fama mondiale e il suo cuore alla causa del comunismo,
rafforzato anche dal nuovo amore con il giovane dirigente cubano Julio Antonio Mella, che
verrà assassinato dalla controrivoluzione nella notte del 10 gennaio 1929.
Dopo quel tragico evento, Tina viene arrestata dalla
polizia messicana che le scatena contro la stampa e lopinione pubblica esibendo
fotografie di Weston che la ritraggono nuda. Accusata dalla morale dellepoca per la
sua trasgressività, un anno dopo viene considerata responsabile di aver attentato alla
vita del presidente messicano ed espulsa dal Paese. Rifugiata in Germania, ne fugge quasi
subito il clima di follia imminente e si trasferisce a Mosca dove, come funzionaria del
Soccorso Rosso, vive gli anni più oscuri del comunismo post-rivoluzionario, senza
tuttavia mai rinunciare a credere nei fondamentali valori del comunismo: né il suicidio
di Majacovskij, né lesilio di Trotzkij, la fine di Bucarin o il suicidio di Kirov
riescono, infatti, a convincerla del tutto del fallimento dei suoi ideali politici. Nel
1936 lascia lunione Sovietica e si arruola nelle Brigate Internazionali che
combattono in Spagna, accanto a Norman Bethune, Dos Passos e Robert Capa che non riesce a
convincerla di riprendere più in mano la macchina fotografica.
Dopo la sconfitta ritorna a Città del Messico, stanca,
delusa e separata dal suo passato. Qui, nel gennaio del 1942 muore : ufficialmente
per un "attacco cardiaco", secondo gran parte della stampa vittima, piuttosto
delle epurazioni staliniste.
Dagli episodi della sua vita e di quella di personaggi
famosi a lei contemporanei, dalle testimonianze non solo artistiche sopravvissutele, Pino
Cacucci, autore del romanzo "Puerto Escondido", ricostruì, nel 1991, una
biografia intensa come un romanzo, "Tina", che si conclude con un breve capitolo
che descrive così il luogo della sepoltura dellartista: "La tomba di Tina
Modotti è un rettangolo di pietra grigia consumata dal tempo, sperduta in un angolo
dellimmenso Pantheòn de Dolores, alla periferia nordoccidentale di Città del
Messico: Amici anonimi lhanno comprata nel gennaio del 1942, ed essendo
"perpetua", nessuno se nè preso cura da allora. Lerba cresce alta
tuttattorno e nelle fessure, polvere e foglie morte la rendono indistinguibile a chi
non ne abbia chiesto prima lubicazione. E per ottenerla, occorre riesumare il
registro delle sepolture nellarchivio del cimitero che è tra i più grandi del
mondo. Il bassorilievo col profilo di Tina è ormai una vaga parvenza appena intuibile,
corrosa dalla pioggia e dal vento di mezzo secolo : Una spaccatura attraversa il
coperchio sprofondato nel terreno, e le parole dellultima poesia a lei dedicata [di
Pablo Neruda n.d.r.] sono quasi illeggibili, disperse in un velo di muschio. "
G.G. |