Gay
Pride 98, lezione di pace
La grande sfilata di 50
mila omossessuali e lesbiche all'inizio di luglio a Londra non ha solo sollevato il
problema della discriminazione sessuale. Ma ha anche lanciato un messaggio di unione.
Perché mentre nella vicina Irlanda impettiti signori in bombetta protestanti seminano
odio e vendette, nelle strade della capitale britannica hanno sfilato assieme in allegria
uomini e donne di ogni regione
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Era una Londra ancora stordita
dalleliminazione della squadra di calcio dellInghilterra ai mondiali di
Francia, quella che - il primo sabato di luglio - è stata attraversata da un lunghissimo
e variopinto corteo composto da oltre 50.000 omosessuali e lesbiche provenienti da tutto
il Regno Unito. Per la maggior parte "armati" di un simbolico fischietto da
arbitro di calcio allo scopo di risvegliare lattenzione sui problemi dei gay, gli
omosessuali e le lesbiche britannici hanno sfilato per la città fino ad arrivare a
Piccadilly Circus. Antico ritrovo degli abitanti della capitale inglese ed oggi punto di
incontro per i popoli di tutto il mondo che - a frotte, nonostante i prezzi elevatissimi -
vengono ogni anno a visitare la città diventata il trait dunion tra lEuropa e
gli Stati Uniti. |
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Allegri ma impegnati, composti ma rilassati,
i partecipanti al corteo sono sfilati ognuno portando la bandiera del proprio movimento di
pensiero e di opinione, e dellassociazione di cui facevano parte. Lesbiche e
Omosessuali Cristiani, lAssociazione di poliziotti e poliziotte gay, Gay scozzesi e
irlandesi, e molte altre sigle coadiuvate dai simpatizzanti dellUnione dei
Lavoratori Socialisti hanno attraversato il cuore della città puntando il dito contro le
mancate promesse del governo laburista di Tony Blair, che sembrerebbe non tenere conto dei
diritti e delle esigenze degli omosessuali britannici. |
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E allocchio dellosservatore
questi uomini e queste donne non possono non suscitare simpatia e ammirazione per il modo
e lintelligenza con cui sono scesi in piazza per dimostrare a favore delle loro
rivendicazioni. A differenza della manifestazione romana di qualche giorno prima, confusa
vagamente con il contemporaneo gioire per leffimera vittoria della squadra di calcio
contro lAustria e disturbata dai naziskin, nessuno dà fastidio a queste persone
nonostante alcuni manifestanti sfilino abbigliati in maniera eccentrica imitando le Vamp o
gli ultimi vestiti di Lady Diana. La maggior parte di loro esprime tali naturalezza e
tranquillità arrivando al punto di farsi spesso accompagnare dal proprio cane, felice di
potere finalmente fare una passeggiata tanto lunga insieme al proprio padrone e a tanta
altra gente. |
Ma nonostante i modi, i problemi sul piatto
sono veramente tanti. È una piazza che guarda con grande speranza al Primo ministro per
il rispetto dei loro diritti. La ricerca contro lAids in Gran Bretagna è rimasta
quasi del tutto priva di fondi e solo lintervento di un governo assai diverso da
quello conservatore di John Mayor può cambiare il precario stato delle cose. Ed è per
questo che il nome di Blair viene richiamato più volte da questi fantasiosi dimostranti,
che - divisi nelle varie associazioni - avanzano con dignità e simpatia una serie di
istanze giuste e di cui una democrazia moderna non può non tenere conto, visto anche
laltissimo numero di partecipanti.
E questo fiume in piena nelle principali strade della
capitale come Knightsbridge o St. James sembra richiamarci anche qualcosaltro alla
memoria, lanciando verso di noi un messaggio di maggiore spessore rispetto alla semplice e
- comunque - importante soddisfazione di certe richieste. Mentre solo al di là di uno
stretto braccio di mare - in Irlanda - signori in bombetta di fede protestante lanciano
molotov che ammazzano bambini cattolici, qui i gay di Scozia, Irlanda, Inghilterra e
Galles camminano fianco a fianco uniti nel riconoscimento di diritti concreti e dando
lidea rasserenante che lamore tra gli esseri umani - di qualunque sesso e di
qualsiasi religione - possa superare barriere e ideologie che da decenni insanguinano il
Nord dellIrlanda, in nome di rivendicazioni superabili nellottica
dellEuropa Unita. Una lezione di civiltà che ci arriva da chi ancora oggi è
discriminato.
M. S.i |