Padroni
e operai, unalleanza
a prova di storia
Nel
rapporto fra industriali e dipendenti un sostegno alla
vivacità imprenditoriale del Nord Est. Le origini?
Secolari, come levoluzione economica del Veneto
Quella che resterebbe
semmai da spiegare e da illustrare è laltra faccia
della medaglia patronale nutrita non solo di
comprensibili concessioni e di strumentali allettamenti
da parte dei patrones, ma, nel corso delle generazioni o
quanto meno in certi determinati casi, anche di rapporti
concreti (monetari, economici, culturali ecc.) di
avviamento e di sostegno allimprenditorialità. Con
molti dipendenti incoraggiati a trasformarsi in artefici
del loro destino, a mettersi in proprio e a diventare, in
una parola, imprenditori essi stessi perpetuando così,
nel segno di una logica conciliativa e collaborativa, il
modello appunto lavorista e paternalista veneto.
Una siffatta trafila, per
necessità limitata a un numero non elevato, sino ai
giorni nostri, di soggetti si coglie sovente dietro alle
storie imprenditoriali di molti ex artigiani ed ex operai
aiutati o stimolati dai loro antichi datori di lavoro a
compiere il salto di condizione, ma non è
necessariamente circoscritta al solo ambito industriale.
Qui , tuttavia, è più facile o più spontaneo andarne a
ricercare le origini e libri come quello dello storico
Giorgio Roverato*, che prendendoci per mano ci
accompagnano lungo il cammino secolare
dellevoluzione conosciuta dalle strutture
industriali regionali, aiutano a capirlo un po
meglio documentando quanto nel suo insieme conti e sia
decisiva una mentalità ovvero una cultura di tipo
imprenditoriale moderna.
Del che, per il Veneto,
siamo sicuri dalle epoche remote dei primi Rossi o dei
primi Marzotto passando attraverso le ardite e
gigantesche coreografie mestrine della Sade di Volpi e C.
sino alle soglie del boom ultimo scorso di una piccola e
media impresa che soprattutto ad esse è stata debitrice
di molti stimoli, dinfrastrutture interne ed
esterne e, insomma, di una infinità di prerequisiti, il
più delicato dei quali, però, dopo essersi a lungo
incarnato nelle alchimie paternalistiche sopra ricordate
(e di solito criticate proprio perché oltremodo
efficaci), è venuto in extremis a mancare generando
equivoci e problemi dogni tipo. Non escluso quello,
se ci si pensa bene, degli allevatori in rivolta da cui
eravamo partiti e a cui, con la complicità di una
lettura eterodossa del libro di Giorgio Roverato, abbiamo
sin troppo girellato intorno.
(3. Fine)
Emilio Franzina
* Giorgio Roverato, Lindustria
nel Veneto: storia economica di un "caso"
regionale, Esedra Editrice Padova 1997, pp. 400, £.
40.000
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