Le mani intelligenti
Armando Martini resta uno dei
pochi artigiani incisori capaci di plasmare qualsiasi materiale, come l'uomo preistorico
faceva quando scopriva qualcosa di nuovo e cercava di carpirne i segreti. Un modo per
conservare la magia dell'ignoto e della natura in un mondo asservito al profitto e alle
logiche di mercato
Ho conosciuto
Armando Martini verso la metà degli anni '70, e con lui ho mosso i primi passi
fondamentali della mia esperienza incisoria, quando, a Thiene, conduceva da poco tempo, in
via Zanella, la stamperia d'arte del Torchio Thiene. Un luogo d'incontri e di liberazione
delle energie creative, che divenne in breve, nonostante l'angustia degli spazi e la
carenza di mezzi, uno dei centri più attivi nel campo della ricerca calcografica
contemporanea.
Sotto la guida e i consigli di Armando, stimolati dalle sue
invenzioni al torchio, numerosi giovani artisti avevano la possibilità di conoscere e
praticare, oltre alle tecniche tradizionali, la sperimentazione di nuove metodologie
incisorie comprendenti l'uso di materiali inusuali quali le vernici industriali o i
supporti plastici come il plexiglas. Assieme a questo gruppo di artisti (italiani e
stranieri) che privilegiavano quale mezzo espressivo l'incisione, Martini promosse
numerose e importanti mostre, alcune oltre confine; molte delle quali a carattere
didattico.
Da allora, l'attività del Torchio Thiene è proseguita,
pur tra mille difficoltà, con la pubblicazione di cartelle, con il lavoro di nuovi
artisti, e con l'istituzione di corsi di tecniche incisorie, tenuti, prima a Schio, ed ora
nelle nuove sedi di Bassano (scuola Remondini) e Calvene. Ma Armando Martini non è solo
uno straordinario e sopraffino stampatore e incisore. Egli è soprattutto un artista contemporaneo che pensa
"formando"; le sue mani plasmano materiali dogni tipo rivelandone
insospettate possibilità, sperimentano metodi che producono linguaggi inediti. Carte,
legni, marmi, acidi, vetri sabbiati, metalli, stucchi, e mille altre materie dialogano tra
loro e con il mondo delle forme, un mondo che stimola la mente e fa vivere l'uomo. Un
gesto creativo che esercita una azione continua, non solo sulla vita interiore, ma nel
mondo, ne sia egli consapevole o meno. Un genere d'artista che, come scrive H.Focillon nel
suo "Elogio della mano", si può definire un continuatore dell'uomo preistorico,
per il quale "il mondo è nuovo ed intonso, ed egli lo esamina e ne gode con sensi
più acuti di quelli dell'uomo civilizzato poiché ha conservato la percezione magica
dellignoto, ma soprattutto la poetica e la tecnica della mano".
Nel lavoro costruttivo e inventivo di Martini, si fondono
le moderne poetiche del "caso" o quelle dell'Objet trouvé, con manualità
antiche, testimoni di una tradizione fatta di pazienti e operose ricerche di secoli che
attraversano la memoria dell'esperienza umana. Egli raccoglie ciò che trova, e con
umiltà ne interpreta i segni, i messaggi delle forme nascoste. Un lavoro
"formante" che si carica continuamente di nuovi significati, che esplora nuove
direzioni ricche di suggestioni e ritmi cromatici, e che diventa anche, in un mondo
asservito al profitto e alle logiche di mercato, lotta per la dignità del proprio lavoro
e di non accettazione della perdita di una ricchezza e di una sensibilità millenarie.
Vorrei concludere
questa breve testimonianza sul lavoro di Armando Martini, con un testo di Dino Formaggio,
tratto dalla relazione per il convegno sulle Arti applicate tenuto al Palazzo Reale di
Milano nel giugno 1995, che mi sembra particolarmente significativo a proposito. Il grande
filosofo dell'arte, seguendo le linee fondamentali che costituiscono l'idea di
artigianato, ossia metaforicamente, della mano artigiana, scrive: "L'artigianato ha
mille forme, ma una è la sua essenza ideale di intelligenza costruttiva e di prassi
comunicativa. Le "mani intelligenti" conoscono il fine dell'oggettivazione e
della comunicazione. Imparano strumentazioni e tecniche costruttive che vengono possedendo
ed affinando nel tempo. Prolungano il corpo e il pensiero nel suo penetrare la plastica
materialità del mondo, ne portano avanti la vita passando attraverso tutti i segreti
della natura, per far sì che la vita diventi più che vita, si moltiplichi su se stessa
in una continua nascita di corpi viventi oggettuali e ideali che sorpassano la semplice
stasi delle materie pigre e insensate. (...)
Non era questa, forse, la straordinaria essenza ideale che
muoveva le mani dell'antico vasaio greco o cinese? E quelle che erigevano nelle cattedrali
gotiche immense vetrate multicolori, giganteschi spartiti musicali che trasformavano la
luce in musica e ne modulavano un silenzioso canto interiore di simboliche spirituali ? E
ancora modellavano opere che, insieme ai maestri vetrai, ornavano di pietre e marmi
lavorati, di ferri battuti, di figurazioni decorative soffitti, finestre, pareti murarie,
nei secoli chiese, abitazioni pubbliche e private. E i miracoli di trasfigurazione
stilistica dei mobili, delle ceramiche, dei gioielli, dei copricapi e dei vestiti, e di
tutte le mille mutevoli invenzioni che allietano l'oggettistica d'uso comune e l'onda
variopinta di una vera e propria artisticità diffusa? Ed é propriamente l'anima di
questa artisticità diffusa che, quanto più si allontana dalla naturalità vivente
dell'uomo e sembra spegnersi intorno fino a far buio sulla cultura del vivere, tanto più
va energicamente difesa, fino ad innalzarla alle sue forme più elevate".
Vladimiro Elvieri
(Armando Martini vive e lavora a Calvene (VI), via Prà
lunghi 16, tel. 0445-861737) |