
LE TRE VENEZIE - VICENZA
Nelle edicole e in altri punti visibili della
città (bacheche delle PT e delle APT ecc.) fa bella mostra di sé il numero di settembre
de "Le Tre Venezie", edito da Europrint di Treviso e diretto da Tonino
Bortoletto, dedicato alla città di Vicenza.
Di questa rivista, nata cinque anni fa con l’intento
di valorizzare la storia, la cultura, l’economia e l’arte delle tre Venezie e di
promuovere l’incontro con altre culture e con un turismo non distratto, colpisce,
come primo impatto, la veste tipografica, davvero preziosa, ricca di belle immagini con le
pagine patinate legate, anziché brossurate, che suggeriscono più l’idea di una
pubblicazione da conservare in biblioteca, piuttosto che quella di una rivista da gettare
dopo averla letta.
Altrettanto significativi i contenuti che alternano
articoli informativi con pezzi più densi, come la sintesi ragionata delle vicende
storiche, artistiche ed economiche della città, in apertura, a firma di Elena Filippi, e
che non trascura nemmeno aspetti della cultura vicentina più curiosa e sottaciuta, come
l’inaspettata vocazione eretica ed illuminista vicentina, devianza curiosa da un
atteggiamento peraltro assai ortodosso e perfino bigotto, o quell’altro, relativo
all’economia meno vistosamente "moderna" e legata alle tendenze di punta,
delle arti e dei mestieri "che hanno mantenuto il loro cordone ombelicale con quanto
di meglio la società medievale seppe produrre nel territorio vicentino".
Più specificamente addentro alle problematiche relative
alle raccolte civiche e all’utilizzo dello spazio espositivo della Basilica
Palladiana sono, poi, i pezzi di Walter De Lorenzi, Mauro Passarin e Lorenzo Marchetto,
mentre quelli sul restaurato palazzo Thiene e l’architettura moderna spettano a Luca
Romano, il quale ha anche condotto la regia artistica di questa monografia su Vicenza
assieme ad Anna Paola Zugni-Tauro.
L’architetto Vittorio Veller offre la presentazione
tecnica di un pregevole restauro di palazzo Negro De’Salvi, mentre Katia Brugnolo
propone una carrellata sugli affreschi vicentini di Giambattista Tiepolo. Altri articoli
significativi riguardano la magia del Teatro Olimpico che, "con i giochi coinvolgenti
delle sue prospettive", "affascina gli amanti della tragedia classica riletta
dall’inquietudine degli autori contemporanei", firmato da Remo Schiavo, e non
mancano nemmeno uno spaccato sulla "Cultura d’impresa" compiuta da Stefano
Tommasoni, notizie sul Giubileo e il Santuario di Monte Berico di Giuseppe Miola e una
breve gita "Fuori Porta" inventata dalla penna del giornalista Stefano Ferrio.
Insomma la rivista offre di questa città assaggi
sapienti che sollecitano l’approfondimento.
Dei servizi fotografici s’è già detto: compiuti da
Mario Belvedere, Cesare Gerolimetto, Marco Munari, Fernando Sovilla, sono assai
professionali, con inquadrature non banali e sanno persino proporre scorci ancora inediti
di una realtà urbana "consunta" dagli obbiettivi fotografici.
G.G. |