Index Attualità - Settembre 1998


Doping, così fan tutti

 Un giornalista scopre casualmente che un campione di baseball Usa prende una sostanza anabolizzante. Ma scopre anche che non è proibita, che la usano in tanti e si vantano dei grandi risultati. Una storia esemplare che spiega meglio di tante chiacchiere il problema dei farmaci dopanti nello sport. E perché atleti, medici e società anche in Italia hanno chiuso tutti e due gli occhi

andro.jpg (9942 byte)Una piccola boccetta nell'armadietto di un campione Usa del baseball, e neanche tanto nascosta. Così la casuale scoperta di un cronista dell'Associated press, di cui ha parlato il network Abcnews, spiega di più sul problema doping di quanto non abbiano fatto centinaia di articoli e chiacchiere tv. Una storia esemplare in tutti i sensi: sportivo, medico, legale, morale. Che, probabilmente, andrebbe messa sotto il naso dei nostri Coni, Figc e, giusto per conoscenza, del procuratore torinese Guariniello che sta indagando sui muscoli gonfiati del calcio italico.

Di per sé il fatto è semplicissimo: il battitore della squadra del St. Louis Cardinals, Mark McGwire, sta lottando da mesi con altri due protagonisti del campionato di baseball per superare il record di "fuoricampo". E' un vero talento, McGwire, dotato di una battuta terribile. Tutto bello. Solo che un giorno mentre nel suo spogliatoio sta festeggiando l'ennesima partita vinta, circondato da decine di fans urlanti, appare Steve Wilstein dell'Ap. Che nota una piccola bottiglietta marrone dentro l'armadietto del giocatore, tra scatole di spinaci e gomme da masticare. Si avvicina e legge l'etichetta: "Androstenedione". Quando torna in redazione si informa e scopre che si tratta di una sostanza ottenuta dalla carne o da alcuni vegetali. E a che serve? Una volta ingerita si trasforma nell'ormone maschile testosterone. Quello che fa crescere i muscoli e aumenta la potenza e la capacità di bruciare energia. Anche preso un'ora o due prima di qualsiasi prestazione atletica. Insomma aumenta le prestazioni fisiche.

Ma allora McGwire è un dopato? E questo lo aiuta forse a battere il record dei fuoricampo? La risposta brutale è si. Ma il problema è più complesso. Problema delle performance sportive: "L'androstenedione ha gli stessi effetti degli steroidi anabolizzanti - spiega Kerry Kuehl, medico Usa dello Human Performance Lab di Portland - Cioè migliora le prestazioni atletiche. Se contribuisce ad aumentare il tasso di potenza? Si". Dave Veres, altro giocatore di baseball professionista, non ha nascosto che da quando prende l'androstenedione "riesco a fare lanci da 148-149 km l'ora, mentre fino a due anni fa non arrivavo neanche a 140. Insomma sono fisicamente più forte...".

Quindi una certezza: l'anabolizzante migliora la prestazione. In più l'androstenedione ha un altro vantaggio: alle analisi di sangue o urine non si trovano sostanze anabolizzanti strane o proibite, ma solo un tasso superiore alla norma di naturalissimo testosterone. Che l'atleta può giustificare in mille modi. Chi ha buona memoria ricorda che negli ultimi 12 mesi c'è stato più di un caso di atleti italiani (anche una donna) pescati con tassi di testosterone sopra la media. Le risposte? "Colpa di una pomata contro un fungo dei piedi" e "si tratta di uno squilibrio ormonale".

Problema medico: anche se non è uno steroide vero e proprio, l'androstenedione ha circa gli stessi effetti negativi degli anabolizzanti. Cioè lesioni a fegato e reni, disfunzioni sessuali, aggressività, tumori ai testicoli. E più se ne prende, più si rischia. Se la dose considerata "normale" è di 50 milligrammi al giorno, per Kuehl ci sono atleti che ne prendono quattro volte tanto. "Più ne ingerisci, più testosterone produce il tuo corpo. Così a lungo termine il sistema di produzione naturale dell'ormone va in tilt e si entra in zona pericolo".

Comunque sembra tutto risolto: McGwire prendeva sfacciatamente un simil-steroide anabolizzante e quindi è stato squalificato. Invece no. Motivo: la Major League Baseball americana non proibisce l'uso dell'androstenedione e degli altri steroidi. E il campione, anche se scoperto con "le mani nella boccetta" ha alzato le spalle: "E' legale e non c'è nulla di strano nell'usarlo - ha detto - Tutti quelli che conosco nel baseball lo prendono. E finché me lo permetteranno, continuerò a usarlo". Punto e stop: il problema legale (e morale) non esiste.

dop1.jpg (13560 byte)Insomma anche negli Usa regna il caos-doping, visto che ogni sport ha regole diverse: la federazione di atletica proibisce steroidi e androstenedione così come Football league, Comitato olimpico e Atp del tennis. Tutto regolare invece (meno le droghe classiche tipo cocaina, anfetamine ed eroina) per baseball e hockey mentre nel basket sono proibiti gli steroidi ma non l'androstenedione.

Perché tanta confusione? In parte perché di ricerche sull'androstenedione non ne sono state fatte abbastanza. Anche se i medici non hanno molti dubbi sugli effetti negativi di un eccesso di testosterone. Intanto si va avanti a tentoni. Così i due rivali di mazza di McGwire, Sammy Sosa e Ken Griffey, non prendono l'androstenedione ma la legalissima creatina, quella messa sotto accusa dalle indagini del procuratore Guariniello. Visto che, presa a forti dosi, ha effetto anabolizzante sui muscoli.

Chiaro che McGwire e compagni non si sono posti minimamente la questione dell'esempio sui giovani. Un aspetto che invece allarma i medici (non però quelli della squadra dei Cardinal's che, dicono "non proibiremo la sostanza finché non si proverà il suo effetto negativo"). Commenta Kuehl: "Il lato triste della vicenda è che ora ogni ragazzino prenderà quella sostanza per imitare il grande campione. Ed è anche triste che un vero talento come Mark McGwire si sia ridotto a questo...".

Il pistolotto finale? Inevitabile e quasi banale. Ma almeno potrà servire forse a spazzare via i tanti "se e ma" della questione doping. La storia di McGwire parla chiaro: molte sostanze dopanti servono effettivamente a migliorare le prestazioni, i record, la resistenza e la forza di un atleta facendosi ovviamente beffe dello spirito sportivo; per ottenere tali risultati molti atleti sono disposti a prendere qualsiasi cosa; tutte le sostanze dopanti hanno controindicazioni, alcune anche gravi, ma spesso mancano studi approfonditi; molti medici sono pronti a prescrivere questi farmaci nascondendosi dietro le incertezze scientifiche e legali; molte società sono ben felici che gli atleti si riempiano di super-molecole. Baseball, calcio o ciclismo che sia, la regola del non avere regole ma grandi incassi è uguale per tutti.

 

Alessandro Mognon