In sottomarino nel mare d'Europa
Non è un l'ultima trovata
di Disneyworld, ma il progetto della Nasa che vuole scoprire se c'è vita nell'oceano
sotto la crosta ghiacciata del satellite di Giove. Così sta pensando ad un
mini-sommergibile da spedire sulla piccola luna a 650 milioni di chilometri da qui.
Costruito dallo stesso ingegnere che ha trovato il Titanic
Messo per un po' da parte Marte e i suoi ex fiumi, sta
arrivando il momento di un oceano vero. Quello sotto la superficie di Europa, una delle
lune di Giove. La insolita presenza di una crosta di ghiaccio e di attività vulcaniche
sembrano infatti indicare che (come in fondo succede al Polo Nord e in Antartide) sotto il
ghiaccio ci sia acqua allo stato liquido. Un'occasione a dir poco unica: il primo vero
mare extraterrestre a una distanza "accettabile" da noi. E dove c'è acqua può
esserci vita. Solo che resta un piccolo problema: come esplorare un oceano coperto dai
ghiacci a 650 milioni di chilometri da qui?
Alla Nasa si stavano già rompendo la testa. Ma uno spiraglio
glielo ha offerto il Titanic. Anzi, il modo in cui è stato scoperto. La soluzione del
problema Europa infatti potrebbe essere il piccolo "Remus", il mini sommergibile
ideato (assieme ad altri veicoli subacquei) da Chris von Alt, ingegnere specializzato in
robotica, e dalla Wood Hole Oceanographic Institution del Massachussetts. E' da marzo che
von Alt sta lavorando al progetto Europa con il Jet Propulsion Laboratory di Pasadena.
Un'avventura straordinaria: "Il Titanic è solo un gran pezzo di ferraglia
arrugginita - ha spiegato con non troppo rispetto per il povero transatlantico affondato -
Andare su Europa è un'altra cosa: vi immaginate cosa vuol dire navigare in un mondo dove
non siamo mai stati prima?"
La missione prevede l'invio, intorno al 2005, di una sonda
che dovrà mappare la superficie del satellite di Giove. Poco dopo seguirà un'altra sonda
che dovrà atterrare sul ghiaccio di Europa per le prime analisi. Poi terzo invio, questa
volta di una specie di navicella-proiettile, il "cryo-bot", dotata di un
apparato radioattivo che dovrà fondere la spessa crosta gelata per farlo scivolare in
profondità. Una volta raggiunta l'acqua, il cryo-bot libererà il mini-sommergibile,
chiamato "hydro-bot", che cercherà eventuali segni di vita subacquea. "La
scommessa è quella di costruire una versione più piccola possibile del Remus - dicono
gli ingegneri del Jet Lab - e fare in modo che sopravviva alle condizioni ambientali
sconosciute di Europa".
Non sono poche le difficoltà. Come si diceva, fra la Terra
ed Europa ci sono circa 650 milioni di chilometri. Il che significa che un segnale radio
alla velocità della luce ci mette da 35 a 50 minuti per fare il percorso. Idem ovviamente
per il segnale di ritorno dalla navicella alla base terrestre. Così prima esigenza:
diversamente dal piccolo rover che camminava per Marte guidato da Terra (il divario era di
pochi minuti), l'hydro-bot dovrà essere autonomo al 90%. Quindi dovrà essere in grado di
superare da solo eventuali problemi come la presenza di ostacoli, iceberg, cavità, ecc.
Senza contare che bisognerà decidere come fornire energia al mini-sottomarino (non più
lungo di un metro e non più pesante di 30 chili), che sistema di comunicazione usare e se
magari dotarlo di un "cordone ombelicale" che lo leghi a mamma-cryo-bot.
Comunque sia, la sperimentazione va avanti. Le prime prove si
faranno in qualche zona remota della costa della Groenlandia. In più la Nasa è impegnata
in un'operazione internazionale che potrebbe fare da "prova generale": la
trivellazione di 6,5 chilometri di crosta ghiacciata nell'Antartide per raggiungere un
gigantesco lago che è rimasto isolato da almeno 1 milione di anni. E che ovviamente, come
Europa, potrebbe nascondere forme di vita mai viste prima. Insomma i problemi da risolvere
potrebbero aiutare molto lo sviluppo del cryo e dell'hydro-bot. In attesa del fatidico
giorno, quando quel sottomarino-giocattolo accenderà le luci per illuminare il primo
oceano alieno mai visitato dall'uomo. In fondo l'uomo viene dal mare: sarebbe giusto che
la prima creatura non-terrestre che incontrerà sia un piccolissimo, stupefatto pesciolino
d'Europa. |