SPETTACOLO&MODA - Ottobre 1998

Quando "le stelle" non stanno a guardare...

Moda o convinzione, ultimamente molte star hollywoodiane sono scese in campo per difendere o appoggiare la causa ambientalista. Dai tre miliardi offerti da Anthony Hopkins per salvare una montagna, a Madonna, Harrison Ford e altri 19 attori schierati per proteggere gli alberi della California. Fino al lucertolone radioattivo Godzilla che, dice il regista Emmerich, rappresenta la natura innocente violata dall'uomo

Mentre l’attore Anthony Hopkins donava al National Trust l’equivalente di tre miliardi di lire per l’acquisto del monte Snowdown in Galles e la sua protezione e conservazione, sulla costa occidentale degli Stati Uniti diciannove star del cinema tra cui Madonna, Richard Gere, Harrison Ford, Woody Harrelson e Julia Roberts lanciavano una campagna per difendere gli alberi millenari della California messi in pericolo da pericolose speculazioni edilizie. E queste sono solo le ultime iniziative prese da personaggi appartenenti al mondo del cinema internazionale.

ingrandimentoSempre più spesso, infatti, sono proprio attori e registi a tentare di sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo temi ecologisti e animalisti. Al punto che - anche se potrà sorprendere - perfino l’ultimo film di Godzilla è stato profondamente associato a temi legati all’ambiente e alla difesa degli animali come ci spiega il regista Roland Emmerich : "Godzilla è come tanti animali indifesi una vittima degli esseri umani. In più lui non ha chiesto di essere creato e nemmeno di venire ucciso. E' come Frankenstein, con l'unica differenza che non farebbe - se potesse - alcun male all'uomo. Godzilla è un lucertolone innocuo, soltanto che è troppo cresciuto, così gli capita di fare tanti guai... E' una figura tragica, perché sono gli uomini a decidere di doverlo uccidere, mentre lui vorrebbe solo mangiare, riprodursi e vivere." Chiedendo al regista tedesco il perché tante persone del pubblico si commuovano nel vedere la morte di un animale "cattivo" come Godzilla, Emmerich puntualizza : "Ma gli animali non sono mai cattivi ! Non hanno il libero arbitrio e non scelgono di uccidere. Fanno quello che dice loro l'istinto. Bontà o cattiveria sono concetti umani e non appartengono al mondo animale. Questo è un po' il messaggio di Godzilla: rispettate la natura e gli animali e la natura non si vendicherà".

Dello stesso parere Jeff Goldblum, protagonista di pellicole come Jurassic Park e La mosca : "Dobbiamo essere umili "studenti" della natura e dobbiamo continuare a essere attenti nei confronti degli animali e cooperare con il loro mondo. Gli animali hanno i nostri stessi diritti e noi dobbiamo sforzarci di comprenderli, rispettandoli e amandoli. L’uomo deve vivere in pace col suo mondo, con le sue risorse e con gli animali che popolano il suo stesso ambiente".

ingrandimentoE sul versante strettamente ambientale gli fa eco Brad Pitt che tiene a sottolineare l’importanza di una giovinezza trascorsa a stretto contatto con un ambiente naturale: "Sono nato in una piccola cittadina del Missouri e mi è sempre piaciuto stare da solo, in contatto con la bellezza, il silenzio e la serenità della natura. Per me è sempre stata un rifugio. Era come varcare la soglia di mondi irreali e bellissimi. Gli alberi dietro casa mia erano un mondo a parte."

L’importanza del contatto con un ambiente ecologicamente sano viene ribadita anche da Ashley Judd protagonista di pellicole come Il collezionista e Il momento di uccidere : "Adoro nuotare e essere in forma. Anni fa con mia sorella avevamo un amico che praticava il kickboxing. Passavamo ore a guardarlo allenarsi nella campagna della Louisiana. Era meraviglioso stare a contatto per tante ore con un mondo incontaminato e praticare dello sport. È qualcosa che consiglierei a tutti".

ingrandimentoUn’altra bellezza hollywoodiana, Mira Sorvino spiega quanto si trovi a disagio nell’essere costretta a vivere in città insalubri e spesso assai sporche: "Soprattutto i sotterranei delle città sono qualcosa di allucinante che convive con noi senza che ce ne accorgiamo. Noi scarichiamo nei sotterranei tutto quello che non vogliamo: spazzatura d’ogni genere, perfino feti, ma tutto potrebbe tornare a bussare alla nostra porta." Chiedendole se ha fiducia nella scienza per la soluzione di questi problemi connessi all’ambiente, la risposta dell’interprete de La dea dell’amore ha una venatura vagamente negativa: "Non troppa...più che fiducia provo grande spavento nei confronti degli esperimenti genetici, e delle clonazioni in un momento in cui ignoriamo le conseguenze delle nostre azioni".

Decisamente pessimista Kevin Costner che indica nel nucleare il pericolo più grande che corre la Natura oggi : "Credo che una guerra nucleare possa sempre accadere. Tutti i giorni ci arrivano dalla Tv questi segnali e quando il mondo cade nell’anarchia tutto si riduce all’essenziale per sopravvivere e le persone pensano solo a proteggere se stesse." ingrandimentoDecisamente più sereno il pensiero del regista Jean Jacques Annaud autore di pellicole come L’orso e Sette anni in Tibet: "Andando in Tibet si prova una grande emozione nel vedere dei paesaggi mozzafiato e risulta chiaro come questo ambiente naturale quasi magico abbia influenzato con la sua forza la civiltà "metafisica" del Tibet. Ed è così per il mio rapporto personalissimo con la natura che mi ha sempre influenzato nella scelta dei miei lavori. Mi piace fare film su posti dove non puoi andare con un biglietto aereo. Amo guidare il pubblico verso luoghi che mi fanno sognare. Adoro tuffarmi in altre culture e sono elettrizzato dalle differenze. Amo la natura e avverto fortemente il bisogno di essa, così provo una grande nostalgia verso la natura del passato così intatta e incontaminata".

E l’ultimo Tarzan, Casper Van Dien, protagonista di film come Starship Troopers, proprio in base alla sua matrice fortemente ecologista ha dato una lettura molto moderna del personaggio creato da Edgar Rice Burroughs: "Io sono il ventesimo Tarzan della storia del cinema e ho cercato di essere più umano, dando un maggiore spessore al personaggio. Sono stato circa quattro mesi in mezzo agli Zulu in Sud Africa per le riprese cercando di pensare come avrebbe fatto un uomo nella sua situazione. Ho letto tutti i ventiquattro romanzi su Tarzan per riportare questa figura alle sue origini. Sebbene questo film sia ambientato in un'epoca come gli anni Venti in cui il problema dell'ecologia non era ancora sentito, questo film è destinato a un pubblico giovane per il quale abbiamo voluto presentare Tarzan come un difensore della natura, degli animali e dell'ecosistema della giungla. Tarzan è un protettore del mondo naturale e questo è inevitabile in un'epoca in cui un po' tutti dovremmo pensare a tutelare le risorse dell'ambiente. E' sicuramente un proto ambientalista che vuole difendere l'integrità della natura".

tsai.jpg (11496 byte)L’ultima parola spetta, però, a Tsai Ming Liang cineasta di Taiwan, autore del recentissimo The hole con il quale ha "rischiato" di vincere l’ultimo Festival di Cannes. Il regista, infatti, ci spiega un ingarbugliato paradosso, quando - elogiando la serenità e la tranquillità di Londra, Roma e Parigi gli facciamo notare che noi occidentali non consideriamo queste metropoli come luoghi pieni di pace dove l’ambiente e la natura vengono rispettati: "Allora venite a Taipei o a Hong Kong per cambiare immediatamente idea! L’immagine dell’Asia lenta, pacata e riflessiva è solo un ricordo rispetto alla realtà di adesso. Le capitali europee sembrano tranquille e sonnacchiose cittadine in confronto alla velocità brulicante delle principali città asiatiche. Voi occidentali non sapete che in Asia sono presenti due mondi tra cui esiste una forte soluzione di continuità e che sembrerebbero - quasi - non avere nulla in comune tra di essi. La cultura antica serena e tranquilla non esiste praticamente più nella Cina popolare, a Pechino, a Taipei e a Hong Kong. Tutto accade in maniera un po’ casuale e viene dettato da interessi economici crudeli. Mia madre ha vissuto per anni vicino a delle risaie e a dei giardini che per secoli sono stati presenti nella zona dove sono nato in Malesia. In meno di un anno, per loschi interessi legati al denaro, queste zone sono state sostituite da orribili palazzoni di cui non c’era bisogno. Io credo che i vostri movimenti ecologisti e le vostre leggi sulla tutela ambientale e del territorio andrebbero importate anche in Asia". Sembrebbe una banalità, ma stavolta - forse - non lo è quando si può allora davvero dire che ‘Tutto il mondo è paese’.

 

Marco Spagnoli