- Ottobre 1998 | |
L'ADUC DA' UN CONSIGLIO A CHI SI APPRESTA A IMMOBILIZZARE LA VITA ECONOMICA E SOCIALE DELLA CITTA' DI FIRENZE. SE SIETE INTERESSATI A COINVOLGERE GLI UTENTI E A NON CONTINUARE A GUADAGNARVI LA LORO OSTILITA', FATE COME IN GIAPPONE. Firenze, 11 ottobre 1998. Ancora sui prossimi scioperi dei bus, dopo i tragici episodi dei giorni scorsi e l'avvio di indagini da parte delle autorita'. Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito: Si sta avvicinando una settimana di fuoco, in cui i lavoratori sindacalizzati, e non solo, si apprestano a costringere con la violenza tutti i fiorentini a solidarizzare con loro. I risultati, tranne qualche visionario di manifesti da "Terzo Stato", sono evidenti a tutti, anche a chi -giustamente o meno non spetta all'Aduc valutarlo- vedendo minacciato il proprio lavoro, non trova altra forma di manifestazione che non urlare in modo sconclusionato, e dando fastidio a tutti, e soprattutto a chi non c'entra alcunche'. Quel che succedera', se sara' la fotocopia peggiorata di quello che e' avvenuto nei giorni scorsi, sara' la scusa per giustificare qualunque norma che preveda una regolamentazione restrittiva del diritto di sciopero: l'annullamento, quindi, di una delle poche armi che il lavoratore ha per far valere i suoi diritti. Allora, per non dare estro ai fustigatori di diritti travestiti da portatori di ordine e serenita' urbana e civica, conviene premunirsi. Il consiglio che l'Aduc da' e' il seguente: se proprio con ce la fate a seguire i metodi gandhiani piu' estremi della nonviolenza (come lo sciopero della fame), usate metodi piu' soft, fate come in Giappone, dove gli addetti alla metropolitana quando scioperano portano un braccialetto di stoffa giallo ma continuano a prestare la loro opera e le rivendicazioni vengono portate a conoscenza dei cittadini con manifesti e volantini. In questo modo potrete creare un clima di solidarieta' con le vostre rivendicazioni. L'alternativa e' l'aumento di quell'ostilita' e astio che gia' vi siete guadagnati.
CHI COMANDA HA FATTO DANNI E NON VUOLE ASSUMERSI RESPONSABILITA': IL CAPITALISMO ITALIANO MARCIA CONTRO RISPARMIATORI E UTENTI. Firenze, 22 ottobre 1998. Com'era prevedibile, quello che succede nella societa' Telecom e' lo specchio di quella che e' la capacita e la qualita' del pachiderma delle telecomunicazioni sul mercato. Cosi' interviene il presidente nazionale dell'Aduc, Vincenzo Donvito, che prosegue: Una societa' che fornisce un servizio di pessima qualita' avvantaggiandosi della sua posizione monopolista, sgominando i suoi concorrenti perche' e' proprietaria degli strumenti di base della loro attivita', non poteva che presentare un assetto societario -e una problematica di responsabilita'- come quella squallida che sta emergendo in questi giorni: potere si', ma responsabilita' zero. Il limite di acquisto di azioni impedisce l'accesso ad investitori con grandi progetti e grande esperienza, mentre le scorribande degli attuali dirigenti del cda -presidente in testa- sono coperte dalla responsabilita' dello Stato che, grazie alla golden share, avvalla con decisioni inappellabili. Uno scenario di capitalismo italiano, in tenace marcia contro gli interessi dei risparmiatori e degli utenti: i primi penalizzati dal fatto di dover sottostare a decisioni totalmente incontrollabili grazie ad una gestione patriarcale e monopolista, fuori delle logiche di democrazia economica e finanziaria; i secondi penalizzati da una gestione che, invece di sviluppare politiche di servizi e di qualita' degli stessi, e' esclusivamente interessata all'aspetto finanziario: l'acquisto del 25% di Telekom Austria viene considerato un successo, mentre si ignora il pessimo e truffaldino servizio che viene fornito in Italia: si preferisce, per l'appunto, investire esclusivamente sul mercato finanziario e non sul miglioramento della qualita' del servizio. Sentiamo puzza di cose gia' viste negli anni passati, sentiamo puzza di Montedison, dove tutto crollo' perche' tutti comandavano ma nessuno era responsabile. A noi, decisamente, non ci interessa salvare Telecom. Anzi. Ma ci interessa che tutti i risparmiatori che hanno investito nella azioni della spa non continuino ad essere presi in giro, e a credere di avere a che fare con la logica del mercato dei capitali. E' bene che ogni investitore sappia che ha solo prestato i soldi allo Stato, ne' piu' ne' meno di quanto si fa con i titoli di Stato, perche' cio' che avviene in questa societa', segue la stessa dinamica delle formazioni dei governi, o della spartizione dei posti in tutte le altre aziende che sono controllate dallo Stato, comprese quelle privatizzate per finta: logiche non di economia e finanza per dare servizi sempre migliori e competitivi, ma logiche di sola gestione e spartizione del potere. Ripetiamo: che squallore! E ci interessa che la Telecom dia un servizio non in regime di monopolio, in modo che l'utente possa realmente scegliere e, di conseguenza, compiere il gesto che qualunque azienda su un mercato puo' temere: abbandonare chi gli da' un pessimo servizio. E per far si' che questo succeda -e non finisca come fu per Montedison- occorre che lo Stato abbandoni la sua posizione privilegiata nella compagine azionaria, deresponsabilizzandosi con l'abbandono del potere di golden share. Non solo, ma occorre che lo Stato abbandoni completamente Telecom, mettendo sul mercato le sue azioni. Ma, probabilmente, occorrera' ancora qualche grossa batosta, come quella di qualche giorno fa con le declamazioni di investimenti ballerini a seconda dell'interlocutore con cui i dirigenti avevano a che fare.
MALPENSA: DOPO LA SENTENZA DEL TAR I BIGLIETTI DA E PER LINATE POSSONO ESSERE RIMBORSATI E RICHIESTI I DANNI. SOLLECITATE LE AUTORITA' COMUNITARIE E NAZIONALI. DICHIARAZIONE DI PRIMO MASTRANTONI, SEGRETARIO DELL'ADUC. Roma, 21 ottobre 1998. Dopo la sentenza del TAR della Lombardia, che ha respinto il ricorso, di nove compagnie aeree (Air France, British airways, Iberia, Lufthansa, Sabena, Swiss air, Air Marocco, Turkish airline, e Air Malta), contro il decreto Burlando, i cittadini che hanno acquistato un biglietto con partenza o arrivo a Linate, dal 25 ottobre e che subiranno una modifica del giorno o dell'ora di partenza o che si vedranno trasferire a Malpensa, possono farsi rimborsare il biglietto e chiedere il risarcimento del danno subito. Nei giorni scorsi abbiamo depositato preso la Procura di Roma un esposto, nel quale si ipotizza il reato di frode in commercio contro alcune compagnie aeree, che hanno accettato prenotazioni o hanno venduto biglietti da e per Linate dal 25 ottobre 1998, data fissata dal decreto del Ministro dei trasporti, Claudio Burlando, per il trasferimento dei voli a Malpensa. Il decreto ministeriale e' del 23 ottobre 1997 e le compagnie aeree hanno avuto un anno di tempo per programmare lo spostamento dei voli su Malpensa. Il successivo decreto del Ministro Burlando (9 ottobre 1998), conferma gli spostamenti, anche se in percentuale minore e dilatati nel tempo. Inoltre, il comportamento delle nove compagnie pu configurare una vera e propria pratica concordata ai danni della concorrenza. Per questo sollecitiamo le Autorit comunitarie e nazionali, preposte alla tutela della concorrenza e del mercato, ad intervenire ed adottare i necessari provvedimenti. In un paese civile le norme e le leggi valgono fino a che non vengono abolite o modificate e un decreto ministeriale segue lo stesso iter. Acquistando un biglietto si sottoscrive un contratto che, nello specifico, deve indicare luogo, giorno e ora. Se il contratto non viene rispettato il viaggiatore ha diritto ad essere rimborsato e a chiedere un risarcimento per il danno subito.
Entro il 15 novembre l'invio dei vini al B.A.V.I. La Regione dell'Umbria, l'Istituto per il Commercio con l'Estero, l'Unione Regionale delle Camere di Commercio dell'Umbria, l'Universita' degli Studi di Perugia - Facolta' di Agraria, il Comune di Torgiano, l'Associazione Nazionale Citta' del Vino, con la collaborazione dell'Associazione Enologi Italiani e dell'Associazione Italiana Sommelier indicono il XVIII BANCO D'ASSAGGIO DEI VINI D'ITALIA che si terra' a Torgiano (Perugia) presso il Centro Riunioni "Le Tre Vaselle" dal 25 al 29 novembre 1998. Possono partecipare al XVIII Banco d'Assaggio dei Vini d'Italia le partite di vino imbottigliato che hanno un quantitativo minimo di bottiglie della capacita' di litri 0,70 pari a 50 ettolitri, con eccezione dei vini novelli e da dessert D.O.C. il cui quantitativo non deve essere inferiore a 15 ettolitri. Per maggiori informazioni e' possibile consultare il sito del B.A.V.I. all'indirizzo http://www.axt.it/bavi Cordiali saluti ufficio stampa: Studio Archimede via Ratti, 7 14100 ASTI
CONDONO EDILIZIO: MULTA SULLA MULTA P.A. COME STRUMENTI DI TORTURA? DALLE MULTE DEI CITTADINI EMERGE UN INFERNO DANTESCO DOVE I PECCATORI SONO TALI SOLO PERCHE' CONTRIBUENTI ITALIANI. SECONDO LE MODALITA' INDICATE DAI COMUNI, FARE RICORSO E' IMPOSSIBILE, MA GLI AVVOCATI DELL'ADUC STANNO PREPARANDO UN PERCORSO ALTERNATIVO: OCCORRE CHE I CITTADINI SEGNALINO I LORO CASI, PERCHE' LA SOLUZIONE INDIVIDUALE E' PRATICAMENTE INESISTENTE. Firenze, 25 Agosto 1998. Continua il flusso i cittadini che stanno portando a conoscenza dell'Aduc i loro casi di multa sulla multa, la gabella che diversi Comuni dell'area fiorentina stanno chiedendo in base alla legge 1497/39 che, pur se gli stessi Comuni l'avevano scritto esplicitamente nell'accettazione del condono, avrebbe solo sanato il reato amministrativo, ma non quello ambientale: una perfezione burocratese che si e' trasformata in strumento di tortura. L'inferno dantesco dove i peccatori sono tali solo perche' contribuenti italiani, intanto continua a sfornare piatti avvelenati. Uno degli ultimi, piu' sintomatici, e' quello di un unico condono che riguardava due abusi nello stesso luogo, notificato e risolto dal Comune nel '97 con unica pratica, ma che, per la richiesta della multa, diviene doppio: due notifiche identiche e con numero progressivo diverso per la nuova pratica, con riferimento allo stesso condono, con la sola differenza, per il contribuente, che deve pagare doppie spese di notifica, doppi diritti di segreteria e che, se vuole fare ricorso al Tar, deve fare due pratiche distinte. Intanto gli avvocati dell'Aduc sono al lavoro. Il presidente nazionale Vincenzo Donvito, fa sapere che: "Cosi' come i Comuni hanno congegnato le multe, e' impossibile il ricorso, perche' concretamente e' solo il Tar, dove le spese sono superiori alla multa, e quindi, anche se c'e' la speranza di vincere, non e' grande lo stimolo a farne uso. La strada che il nostro collegio di avvocati sta seguendo e' quella di preparare due/tre ricorsi guida al Tar che aprano il contenzioso. Intanto chiediamo ai cittadini di non pagare alla scadenza prevista avvalendosi della "sospensione feriale dei termini" (che' -nonostante le opinioni diverse di alcuni Comuni- visto che la legge e' uguale per tutti, dovrebbero valere anche per i vessati di turno, che hanno il diritto di andare in vacanza cosi' come loro) e aspettando l'ingiunzione di pagamento, che sara' superiore di poche decine di mila lire rispetto all'importo. A quel punto, chiunque, con spesa zero, puo' chiedere l'intervento del Pretore per bloccare la richiesta di pagamento: il Pretore non ha competenza nella giurisprudenza amministrativa, ma in quella civile, e puo' sospendere la richiesta di pagamento di un Comune perche' e' in corso un contenzioso con il Tar, e per giunta di un caso su cui sono in molti che, pubblicamente e grazie alla nostra mobilitazione, esprimono dubbi. Abbiamo studiato questo percorso perche' tutti possano fare ricorso, e non demordano di fronte alla furbesca multa -e altrettanto furbesco rimedio- proposto dai Comuni. Lo chiameremo "il ricorso dei poveri"! Ricordiamo che soluzioni individuali praticamente non esistono, salvo grossi aggravi economici, e che piu' sono i contribuenti che si avvarranno di quanto stiamo preparando, meno saranno i costi e piu' alte le possibilita' di soluzione positiva.
CONDONO EDILIZIO: MULTA SULLA MULTA L'ANCI CHIEDE SPIEGAZIONI CHE, SE CONVINCENTI, VERRANNO APPLICATE PER L'ADUC E' CONDIZIONE SUFFICIENTE PERCHE' I COMUNI SOSPENDANO UN MULTIFICIO CHE POTREBBE RISULTARE INUTILE, E CHE, COMUNQUE, STA GIA' FACENDO I SUOI DANNI Firenze, 7 Settembre 1998. La vicenda della multa sulla multa -la richiesta di oblazione per danno edilizio ambientale e paesaggistico che alcuni Comuni stanno inviando a chi era stato gia' condonato ed aveva gia' pagato- si tinge di nuovi episodi. Il presidente nazionale dell'Anci (Associazione nazionale Comuni d'Italia), Enzo Bianco, ai microfoni di una radio privata ha dichiarato: "L'Anci ha chiesto al Governo, nella sua unita' di indirizzo, quindi non solo al ministero dei Beni Culturali, ma anche a quello dell'Interno e delle Finanze, di darci un indirizzo unitario: noi vogliamo sapere che cosa e' realmente accaduto con questa legge finanziaria dell'anno scorso, perche' sono sostenibili tutte e due le tesi. Quello che e' inserito nella Finanziaria e che il Comune di Firenze, per eccellenza, ha applicato, ha una sua ratio: non e' vero che tutti gli abusi edilizi sono uguali, ci sono quelli che non hanno un particolare danno ambientale e ci sono quelli che viceversa -per esempio nei centri storici- hanno una condizione di particolare danno, e in questo caso si giustificherebbe, per alcuni di questi abusi, avere un doppio regime di "punizione". Ma c'e' anche l'altra tesi che dice che non si puo' pagare due volte per lo stesso tipo di reato. E questa e' una situazione che genera confusione. Ecco perche' abbiamo ritenuto che non si possano non avere situazioni diverse da Comune a Comune, e abbiamo chiesto al Governo di darci un indirizzo interpretativo: sulla base del quale, se sara' convincente, emaneremo una circolare a tutte le amministrazioni d'Italia". Subito un invito del presidente nazionale dell'Aduc, Vincenzo Donvito: "Con l'intervento di Enzo Bianco, per la sua autorevolezza, ci sembra che ci siano i presupposti perche' un qualunque Comune d'Italia che non voglia essere vessatorio, possa sospendere il multificio, in attesa di migliori chiarimenti. Infatti, per il momento, gli effetti che questa iniziativa sta dando sono disastrosi sotto l'aspetto della fiducia cittadino/istituzioni: coloro che, numerosi, vengono presso i nostri uffici per informarsi e organizzarsi, stanno maledendo il momento in cui hanno deciso di mettersi in regola con la legge ... e se questo non e' un danno ......?" Ricordiamo come l'Aduc si sta organizzando. Per il Comune l'unica possibilita' di ricorso e' al Tar, che costa quasi il doppio della media delle oblazioni richieste. Nei nostri uffici raccogliamo le disponibilita' dei cittadini a contribuire a due/tre ricorsi "pilota" al Tar, con la funzione di apripista. Intanto li invitiamo a non pagare alla scadenza prevista e di aspettare l'ingiunzione di pagamento, che sara' superiore di poche decine di mila lire rispetto all'importo richiesto. A quel punto, chiunque, con spesa zero, puo' chiedere l'intervento del Pretore per bloccare l'ingiunzione di pagamento: il Pretore -che non ha competenza sul tema del ricorso, ma ce l'ha sui metodi di riscossione- puo' ritenere opportuno farlo perche' sulla vicenda e' pendente un ricorso al Tar, e perche' da piu' parti (come nel caso del presidente dell'Anci) vengono sollevati dubbi sulla legittimita' della richiesta. |