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MUSICA - Novembre 1998

 

Il Risorgimento in musica

La prima della "Battaglia di Legnano" nel 1849 fu messa in scena in una Roma appena diventata repubblica dopo la fuga del papa. Ed in sala ad applaudire il lavoro di un Giuseppe Verdi versione patriottica c'erano nomi come Mazzini e Garibaldi. Un pezzo di risorgimento che è tornato ora al teatro Filarmonico di Verona

Con "La Battaglia di Legnano" di Giuseppe Verdi l'opera è ritornata al Teatro Filarmonico di Verona dando una continuità con la stagione areniana. Il 24 ottobre 1848 andava in scena al Teatro Grande di Trieste "Il Corsaro" opera che Giuseppe Verdi scrisse per l'editore Lucca. La rappresentazione colse un vero insuccesso e la ragione fu che il maestro scrisse di malavoglia quest'opera e solamente per onorare un impegno che aveva preso con Giovannina Lucca, titolare della casa editrice avversaria di Casa Ricordi. Prova dello scarso interesse di Verdi per questa partitura è il fatto che, contrariamente al solito, egli non si mosse da Passy (dove si era trasferito per un certo periodo con la Strepponi) né per curare la messa in scena né per dirigere l'opera.

Dopo "Il Corsaro" il Maestro aveva un impegno con il Teatro San Carlo di Napoli per una nuova produzione (che sarà "Luisa Miller") ma per alcuni dissensi con la direzione del teatro soprassedette alla composizione dell'opera. Verdi era tuttavia in cerca di un libretto ed esaminò la possibilità di musicare un argomento tratto dall' "Ettore Fieramosca" di D'Azeglio o "Francesco Ferrucci" da "L'Assedio di Firenze" di Guerrazzi. Il Cammarano , che era già stato ingaggiato per l'opera che si doveva dare a Napoli, propose un testo che traeva argomento dalla disfatta di Federico Barbarossa, il re germanico e sacro romano imperatore, avvenuta nel 1175 a Legnano con la famosa battaglia sostenuta dalle città riunite nella Lega Lombarda contro il Barbarossa.

Il piano dell'opera piacque a Verdi che intanto aveva stretto amicizia con il Giusti,il quale lo invitava a comporre opere a sfondo patriotttico sfruttando il fermento di libertà che incitava gli animi in quel periodo. Nel marzo del 1848 i milanesi si ribellarono agli austriaci con le famose Cinque Giornate ed in quella occasione Verdi si precipitò da Passy a Milano animato da un forte sentimento patriottico. In una lettera al Piave scrisse " Onore a questi prodi! Onore a tutta Italia in questo momento veramente grande!". I milanesi chiesero aiuto al Piemonte per cacciare definitivamente gli austriaci e Carlo Alberto dichiarò di mala voglia guerra all'Austria. Il conflitto non ebbe esito felice, gli austriaci rioccuparono Milano e Carlo Alberto dovette ritirarsi in Piemonte: a questo punto Verdi ritornò a Passy a curare i suoi interessi ed a rimettersi a comporre. Da Passy vi fu una fitta corrispondenza con il Cammarano ed alla fine del 1848, dopo i consueti cambiamenti ed aggiunte richiesti al librettista, la partitura fu terminata.

L'editore Ricordi propose come sede della prima rappresentazione il Teatro Argentina di Roma. Verdi non fu contento di tale scelta tuttavia si mise in viaggio per Roma dove trovò una situazione drammatica. La vita politica romana era violenta come al Nord: il papa Pio IX era fuggito da Roma a seguito dell'assassinio del suo amministratore capo, il conte Pellegrino Rossi, ad opera di un complotto capeggiato da Angelo Brunetti detto Ciceruacchio, un carrettiere di Trastevere. Movente del delitto fu il rifiuto da parte di Pio IX e del Conte Rossi di unirsi alla Lombardia contro l'Austria. Per due giorni il Papa fu assediato in Quirinale da un migliaio di persone armate finché il 24 novembre,con l'aiuto dell'ambasciatore francese e di quello bavarese,fuggì a Gaeta vestito da semplice prete. Durante la sua assenza i repubblicani indissero elezioni a suffragio universale ed il Papa dal suo esilio condannò queste elezioni e proibì ai cattolici di votare.

I repubblicani vinsero a stragrande maggioranza fondando così la Repubblica Romana. Questo era il clima politico che Verdi aveva trovato ai primi di gennaio del 1849 quando giunse a Roma per provare l'opera e pertanto non fa meraviglia se la sera del 27 gennaio, data di battesimo del lavoro, il successo fu enorme. Alla prima rappresentazione erano presenti Mazzini e Garibaldi: l'atmosfera era elettrizzata e la musica suscitò un enorme entusiasmo. I giornali dell'epoca riferiscono che quando si udirono le prime parole del coro di apertura "Viva Italia! Un sacro patto tutti stringe i figli suoi" vi furono grida di viva Verdi e viva l'Italia.

Alla fine del terzo atto, quando Arrigo si getta dal balcone per raggiungere i Cavalieri della Morte, un ufficiale dalla quarta fila dei palchi fu così preso dall'azione che scaraventò sul palcoscenico la sua spada, il cappotto, le spalline, tutte le sedie e sembra che si sia gettato lui stesso dal palco. Tra entusiasmi enormi il quarto atto fu bissato completamente.

L'opera è certamente valida sia dal punto di vista musicale che da quello drammaturgico: il Cammarano ha saputo legare bene il lato patriottico con quello sentimentale e Verdi ha composto pagine di sicura presa e di notevole ispirazione. In quest'opera troviamo ancora un Verdi giovanile ma che si rivolge verso nuovi traguardi: la sinfonia è una pagina stupenda (una della migliori sinfonie composte da Verdi) e molti sono i passi in cui si sente vibrante il magistero verdiano. Dopo Roma l'opera fu eseguita in qualche altra città italiana ma cadde subito sotto i rigori della censura austriaca.

A Milano riapparve col titolo "L'Assedio di Haarlem". Germanici e italiani erano stati trasformati in spagnoli e olandesi e vi si narrava la rivolta olandese contro l'occupazione spagnola nel XVI secolo.

Quando l'opera fu rappresentata al Teatro Regio di Parma, dopo le vittorie italiane del 1859, fu scopertamente intitolata " La disfatta degli austriaci".

La "Battaglia di Legnano" al Teatro Filarmonico è stata eseguita in forma di concerto mentre a Piacenza nel prossimo gennaio verrà eseguita in forma scenica con alcune varianti nel cast rispetto a quello veronese ; si deve notare che le scene ed i costumi per il Teatro Comunale di Piacenza saranno prodotti dai laboratori areniani e si spera che nella prossima stagione invernale l'opera possa essere riproposta a Verona nella sua completa forma . La rappresentazione veronese è stata ragguardevole ed anche se priva della parte visiva è risultata avvincente e di sicura presa sul pubblico. Fiorenza Cedolins ha dimostrato ancora una volta di avere tutte le carte in regola per percorrere una importante carriera.

Ha interpretato il ruolo di Lida con grande maturità e perfetta aderenza al non facile personaggio. Splendida è la sua vocalità, omogenea in tutti i registri, con facilità di emissione in tutte le zone del pentagramma. Carlo Guelfi è stato un Rolando ineccepibile e ha messo in mostra una voce con nobili accenti, rimanendo nelle giuste misure nelle parti drammatiche: la sua dizione è ragguardevole e molto ben curata. Giuseppe Morino ha affrontato il difficile ruolo di Arrigo con buona volontà ma gli è mancato quello smalto eroico che il personaggio richiede.

"La Battaglia di Legnano" esige una lettura della partitura dinamica e di grande foga e passionalità ed il maestro Massimo De Bernart, a capo dell'Orchestra dell'Arena di Verona, ne è stato l'interprete ideale. Il coro si è molto ben disimpegnato sotto la guida di Armando Tasso. Pubblico non folto ma che ha tributato un successo incondizionato per tutti gli interpreti.

La stagione di spettacoli al Teatro Filarmonico,del cui cartellone è già stato dato comunicato nel precedente numero della rivista ,si è aperta il 10 ottobre con un concerto sinfonico corale in cui erano impegnati il Coro e l'Orchestra dell'Arena di Verona sotto la guida diel maestro Giuliano Carella e del maestro Armando Tasso. Sono state eseguite sinfonie e parti corali ben note al pubblico di Verdi, Bellini, Donizetti, Puccini, Cilea, Leoncavallo e Mascagni.

Il concerto era il primo della neonata Fondazione Arena di Verona.

Luciano Maggi