Colonne sonore in tournée
A distanza di tre giorni Roma ha
ospitato, per caso, due mostri sacri della musica minimalista, autori di numerosi motivi
per il cinema. Da Kundun di Scorsese a Lezioni di piano della Campbell. Un'occasione per
ascoltare quelle sonorità tra il poetico e il fantastico che sono il marchio di Philip
Glass e Michael Nyman
Il mese scorso due tournée hanno
attraversato lItalia in lungo e in largo. Quella di Philip Glass che portava in giro
lo spettacolo scritto e diretto insieme a Bob Wilson e quella di Michael Nyman compositore
delle colonne sonore di Peter Greenaway, con il concerto intitolato semplicemente The
best of Michael Nyman.
Il caso ha voluto che a Roma, il passaggio a distanza
ravvicinata di questi due mostri sacri della musica minimalista sia stato ancora più
evidente visto che tra lultima performance di Philip Glass nellambito del Roma
Europa Festival al Teatro Olimpico e il concerto della Michael Nyman Band
allauditorio di Santa Cecilia siano trascorsi solo tre giorni. Una vera fortuna per
la città e non solo per lintera nazione quella di potere ospitare i concerti di due
musicisti tanto prestigiosi. Mentre
Philip Glass, già autore di colonne sonore come quella del recente film di Martin
Scorsese Kundun e di pellicole sperimentali come Koyanisquattsi, Anima Mundi e
Powaqquattasi era accompagnato dal suo Ensemble per lo spettacolo Monsters
of grace in cui immagini tridimensionali dal sapore onirico venivano proiettate sopra
la band che suonava musiche originali scritte per commentare i sogni e le visioni di Bob
Wilson, nella scarna eleganza di Santa Cecilia, Michael Nyman ripercorreva la sua
ventennale carriera di compositore proponendo le famosissime musiche di film come Lezioni
di piano, I misteri del giardino di Compton House, Lo zoo di Venere. Giocando con il
pubblico nel proporre ironicamente anche
composizioni come quella per la sua squadra del calcio del cuore After extra time dedicata
al Queen Parks Rangers e Enemy Zero composta per un videogioco
giapponese.
Nessun bis nel primo spettacolo, forse eccessivamente
legato alle immagini tridimensionali non sempre riuscite, uno solo nel secondo con i
musicisti stremati dalla composizione forsennata e intensa di Nyman, non sempre esaltata
dallamplificazione elettronica con tanto di mixer audio. Due ottimi concerti che
oltre a divertire il pubblico lo hanno ammaliato con musiche piene di fascino e poesia,
seducenti e profonde proprio come i due compositori-esecutori. Entrambi seduti alle
tastiere: elettroniche per Glass, un pianoforte tradizionale per Nyman. Due "mostri
di grazia" - per giocare con il titolo dei due spettacoli - in cui tutte e due le
band hanno mostrato il loro meglio.
m.s. |