Il presidente ridotto
Bossi non si fidava e parlava di
aria di tradimento, lui da buon vicentino ha cercato di ricucire lo strappo e mediare le
posizioni sempre più distanti con i leghisti veneti di Comencini. Ora che la rottura è
definitiva, il presidente della Lega Nord Stefano Stefani ha dovuto incassare il colpo. E
adesso dovrà tamponare le ferite, direttamente in casa sua
A guardare bene chi è nella posizione più scomoda nella
guerra Bossi-Comencini è proprio lui, il senatore e presidente della Lega Nord Stefano
Stefani. Perché è veneto di Vicenza e di conseguenza diventerà un presidente più o
meno ridotto, a seconda del numero di transfughi (elettori compresi) che il gruppo di
Comencini riuscirà a raccogliere. Ma anche perché, come ha detto lo stesso Umberto
Bossi, è stato lui a mediare, trattare e frenare le ire del senatur che sentiva aria di
tradimento da mesi in casa della Liga Veneta. "Tutta colpa sua, che ha il perdono nel
sangue, vuole sempre ricucire e giustificare". Lui, Stefani, sospira, si batte il
petto e si dice certo che "il popolo veneto è con noi". Ma non si capisce se è
una convinzione o una speranza.
Allora senatore, dopo il congresso di domenica 4 ottobre
è la rottura definitiva, anche se Bossi ha detto che lei è troppo tenero di cuore? O
sono ancora possibili accordi?
Anche se loro aprono spazi per un percorso comune, mi
sembra difficile un accordo. Anche perché ci portano via voti. Ma i voti sono della Liga
Veneta, la nostra.
Ma non temete di perdere un bel pezzo di partito, qui
nel Veneto?
Ma no, per me sarà un bel flop. Non si portano dietro
neanche il 10% della militanza. E poi parliamoci chiaro: ci sono sempre stati due o tre
partiti del Venetismo. Mi ricordo l'Upv di Beggiato, tanto per dire. Ma anche altre.
Tra poco ci sono le elezioni comunali a Vicenza, dove la
Lega ha il 29 per cento...
Vuol sapere quanto possiamo perdere? Il 3%, forse anche
meno. Gli ultimi sondaggi sono tutti per noi. Se vogliono presentarsi da soli, va bene. Ma
a Treviso hanno già fatto sapere che appoggeranno Gentilini (l'attuale sindaco: ndr), si
rende conto? E qui a Vicenza secondo me neanche si presentano...
Comencini ha detto che i veneti non dovranno più
chiedere ad altri il permesso di lottare per le cose venete, la pedemontana, le strade, le
infrastrutture. E' vero che si decideva tutto a Milano?
Permessi per fare cosa? Ma non è vero, questa è proprio
una stronzata. Che i lombardi puntassero a fare le cose loro, è ovvio. Ma figurarsi cosa
gliene poteva importare di quelle cose, o se Bossi se ne occupava.
Bossi l'ha accusata di aver cercato troppo la mediazione
con i "traditori" di Comencini, che lui glielo aveva detto. E' proprio così
buono, senatore Stefani?
Eh si, Bossi se n'era accorto da tempo di cosa stava
succedendo. Cosa ci vuol fare, ho cercato di conciliare le posizioni, sono fatto così.
a.m. |