1^ CAMPAGNA DI AVVISTAMENTO CETACEI IN
COLLABORAZIONE CON IL COMANDO GENERALE DELLE CAPITANERIE DI PORTO
Il 22 marzo 1993 a Bruxelles veniva firmata
una dichiarazione di intenti tra Italia, Francia e Principato di Monaco relativa
allistituzione del Santuario pelagico dei Mammiferi marini definito come area
protetta per la tutela degli habitat essenziali alla sopravvivenza di singole specie, di
fauna residente o migratoria con interesse nazionale o globale.
Lidea di istituire unarea
protetta nasce nel 1989 grazie ad una proposta di Europe Conservation che ha evidenziato
limportanza, da un punto di vista conservazionistico, dellarea interessata in
seguito ad una serie di ricerche condotte allinterno del bacino
sardo-corso-ligure-provenzale. Limpegno assunto da Europe Conservation Italia ha
portato allemanazione di un decreto nel 1990 da parte del Ministero della Marina
Mercantile che vietava luso delle reti pelagiche derivanti (spadare) nellarea
di mare proposta per il Santuario.
Liter formativo del Parco ha subito
un arresto a causa del mancato accordo tra i governi francese ed italiano in relazione
allestensione dei confini attuali; è cronaca recente il tentativo di ripresa delle
trattative, anche grazie allinteressamento del Ministero dellAmbiente, con la
stesura di una proposta italiana.
I punti salienti della proposta italiana in
relazione allistituzione del Santuario prevedono:
· lampliamento dei confini
dellarea protetta i cui limiti attuali, compresi tra Punta del Mesco, Cap
dAntibes e Capo Corso, saranno estesi alla zona di mare compresa tra Punta
Escampobariou (Penisola di Giens), Capo Manno (costa ovest della Sardegna), Capo Ferro
(costa nord-est della Sardegna) e Fosso del Chiarente (costa occidentale dell
Italia).
· divieto di competizioni con mezzi veloci
a motore
· divieto di pesca con reti pelagiche
derivanti
· divieto di caccia, cattura od uccisione
deliberata dei Mammiferi marini
· regolamentazione delle attività di
pesca
· regolamentazione del whale-watching a
scopo turistico
Per i Paesi firmatari è inoltre previsto
limpegno a rafforzare il controllo dei livelli di inquinamento marino con
particolare attenzione agli scarichi tossici per i quali è necessaria lassunzione
di strategie mirate alla completa eliminazione.
La creazione del Santuario ha assunto
unimportanza prioritaria nella salvaguardia dei Cetacei del Mediterraneo in
relazione alla costante presenza di questi Mammiferi nel bacino dove si raccolgono ogni
estate più di 1.000 Balenottere e dove sono una presenza costante circa 40.000 Delfini.
La presenza in questarea di un così elevato numero di individui è legata alle
caratteristiche del Mediterraneo che non è in realtà un mare oligotrofico, come si
credeva in passato, bensì è molto ricco di sostanze nutrienti ed è in grado di
sostenere le necessità alimentari di numerose specie.
Il bacino sardo-corso-ligure-provenzale è
un zona molto attiva interessata da movimenti dellintera colonna di acqua con
conseguente risalita di correnti (upwellings). Questo fenomeno, in associazione al
riscaldamento superficiale nel periodo caldo determina la fioritura di fitoplancton e
conseguente aumento di zooplancton (krill) principale fonte di cibo per le Balenottere.
Durante gli ultimi anni Europe Conservation
Italia si è sempre battuta, affinché il processo di istituzione del Santuario potesse
proseguire, sollecitando direttamente i governi interessati, compiendo ricerche di
monitoraggio ed infine attuando una campagna di sensibilizzazione della opinione pubblica.
Lultima campagna, in ordine di tempo, di avvistamento e monitoraggio Cetacei
nellarea del Santuario ha avuto luogo dal 27 luglio al 9 agosto, grazie alla
collaborazione di lavoro nata tra Europe Conservation Italia e il Comando delle
Capitanerie di Porto - Guardia Costiera.
Lobiettivo della ricerca consisteva
nellottenere dei dati, relativi alla presenza e alla distribuzione dei Cetacei nella
suddetta area, che saranno messi a disposizione delle autorità competenti al fine di
promuovere e migliorare la nuova proposta italiana di ratifica della dichiarazione di
intenti firmata nel Marzo 1993. I dati saranno presentati anche al prossimo convegno della
Società Europea di Cetologia (E.C.S.).
La Campagna, prima nel suo genere, è stata
condotta a bordo della Nave CP 451 "Bannock" della Guardia Costiera, unità con
funzioni di polizia marittima e di supporto alla ricerca scientifica, e realizzata dai
ricercatori di Europe Conservation.
Lunicità di questa campagna sta nel
fatto che dei ricercatori hanno potuto utilizzare una grande unità per effettuare un
survey in una vasta area del "Santuario dei Mammiferi Marini" del Mediterraneo.
Al fine di monitorare una zona di mare sufficientemente ampia è stata seguita una rotta a
"dente di sega" con direttrice Genova, Calvi, Marsiglia e Livorno per un totale
di 534 Mn in avvistamento.
La prima fase della ricerca consisteva
nellavvistamento dei Cetacei dal ponte Comando della "Bannock" durante la
quale si raccoglievano dati relativi alla specie, alla posizione, al numero e al
comportamento che venivano prontamente riportati su apposite schede; questi dati
registrati in forma schematica erano trascritti in tutte le loro fasi appena terminato
lavvistamento. Sono state inoltre rilevate le condizioni meteorologiche e la forza
del mare e del vento facendo riferimento alla scala di Beaufort. Gli avvistamenti venivano
effettuati dalle alette del ponte Comando scelte per lampia visibilità (oltre 180°
per parte) e per lelevazione sulla superficie del mare (8,30 m) che ha permesso ai
ricercatori di controllare una zona di mare più vasta rispetto a quella consentita dai
mezzi comunemente utilizzati per questo tipo di ricerca. E stato, inoltre, possibile
effettuare il monitoraggio anche con mare di forza superiore a 3, grazie alle notevoli
dimensioni della nave.
A questa fase faceva seguito, quando le
condizioni meteorologiche lo permettevano, un avvicinamento con i gommoni presenti a
bordo, utilizzati per compiere le riprese foto e video necessarie per
lidentificazione degli individui.
Durante i nove giorni di avvistamento, sui
quindici totali di navigazione, delle sette specie di Cetacei regolarmente presenti sono
state avvistate solamente Balenottere e Stenelle striate. Lassenza delle altre
specie di Delfinidi trova una spiegazione nel periodo di tempo, pari a 51 ore sulle 79
totali di navigazione, trascorso a batimetrie superiori ai 2500 m; si tratta infatti di
specie che frequentano tipicamente acque meno profonde. Le specie regolarmente presenti
sono:
ODONTOCETI
Capodoglio (Physeter catodon)
Delfino comune (Delphinus delphis)
Tursiope (Tursiops truncatus)
Stenella striata (Stenella coeruleoalba)
Grampo (Grampus griseus)
Globicefalo(Globicephala melas)
MISTICETI
Balenottera comune (Balaenoptera
physalus)
Con il termine avvistamento si fa
riferimento ai dati relativi di una singola scheda e può quindi corrispondere a più
individui appartenenti allo stesso gruppo. Per le Balenottere il gruppo più numeroso è
risultato essere di 4-5 individui mentre per le Stenelle la massima consistenza numerica
si è registrata in un gruppo di oltre 90 individui.
In alcuni casi non è stato possibile
individuare il genere e la specie e lavvistamento relativo è stato registrato come
indefinito; facendo riferimento alle dimensioni gli individui sono stati classificati come
piccoli delfinidi fino a 4 m (7 avvistamenti), grandi delfinidi tra i 4 e i 9 m (1
avvistamento) e grandi cetacei oltre i 9 m (1 avvistamento).
BALENOTTERE
Per 27 delle 56 Balenottere è stato
possibile il riconoscimento specifico (Balaenoptera physalus), di queste 19 sono
state fotoidentificate; nei restanti 29 casi si è ritenuto corretto fare riferimento al
solo genere poiché si trattava di animali avvistati in lontananza o dei quali è stato
osservato il solo soffio. Benché la Balenottera comune sia il Misticete più frequente la
distinzione certa dalle altre specie, come la Balenottera minore (Balaenoptera
acutorostrata), si può ottenere solo a distanza ravvicinata dallindividuo in
modo da poter osservare le caratteristiche morfologiche e di pigmentazione necessarie per
il riconoscimento. La fotoidentificazione è una tecnica di studio che si basa sul
riconoscimento individuale attraverso caratteri distintivi come la pinna dorsale, la
pigmentazione dellarea posteriore allo sfiatatoio, cicatrici o ferite e permette di
monitorare gli spostamenti a breve e lungo termine di questi Cetacei.
Unaltra fase importante della ricerca
è quella relativa alla registrazione dei cicli respiratori indicativi dello stato di
salute e dei livelli di stress delle Balenottere; attualmente i dati relativi ai tempi dei
soffi sono in analisi, ma da una prima stima è stato possibile stabilire un intervallo
medio tra due soffi successivi di circa 13-15 secondi ed una durata media
dellimmersione di 10 minuti. In particolare il confronto tra i tempi di respirazione
in presenza e assenza del gommone potrebbero verificare lesistenza di disturbo da
parte di imbarcazioni in avvicinamento.
Nellarea di mare compresa tra Punta
del Mesco, Cap dAntibes e Capo Corso, attuali confini del Santuario, sono stati
effettuati 11 avvistamenti (13 individui) mentre i restanti 29 avvistamenti (43 individui)
si sono verificati nellarea compresa tra i confini inseriti nella proposta italiana
del Santuario.
In relazione alla rotta seguita dalla nave
la maggiore concentrazione di avvistamenti è stata riscontrata nella fascia compresa tra
Capo Corso e Ajaccio in Corsica e Cap dAntibes e Tolone in Francia. Una prima
analisi dei dati ha confermato la presenza delle Balenottere in aree di mare profonde con
batimetrie comprese tra i 1000-1500 e superiori ai 2500 mt:
1001-1500 1 avvistamento
1501-2000 2 avvistamenti
2001-2500 8 avvistamenti
> 2501 25 avvistamenti
Lultimo avvistamento di Balenottera
è avvenuto a diverse miglia di distanza dal porto di Livorno e ciò è imputabile alla
scarsa profondità dei fondali che raggiungono un massimo di 400 m. Difatti le Balenottere
vivono normalmente in acque profonde anche se possono spingersi vicino alla costa.
Il comportamento delle Balenottere a grandi
distanze è risultato di indifferenza nei confronti della nave. Al contrario si è
registrato un netto cambio di direzione durante la fase di emersione lungo la rotta
seguita dalla nave o in prossimità della nave stessa.
In un caso, durante lavvicinamento
con il gommone a due individui di differente dimensione, si è notato un atteggiamento di
protezione del più grande nei confronti del più piccolo. Ladulto si poneva infatti
sempre tra il gommone e il giovane e questo risultava immergersi sempre in anticipo
rispetto al primo.
STENELLE
La Stenella striata (Stenella
coeruleoalba) è stata avvistata con una certa frequenza ed è difatti considerata la
specie più comune nel Mediterraneo. Il numero totale di Stenelle avvistate è pari a 300;
un censimento condotto allinterno del Santuario indica la presenza regolare di circa
25.000 individui.
A differenza delle Balenottere il
comportamento delle Stenelle si rivelato confidente nei confronti della nave; in 12
avvistamenti gli individui si sono avvicinati rapidamente, anche da grandi distanze, per
intrattenersi sullonda di prua, mentre in 7 avvistamenti il gruppo è rimasto
indifferente, in un solo caso si è registrato un allontanamento del gruppo.
Tipicamente i Delfini tendono a sfruttare
londa di prua rimanendo immobili sotto il pelo dellacqua (surf). I motivi che
spingono a questo comportamento non sono del tutto chiari; secondo alcuni Autori usano
cavalcare le onde per risparmiare energia.
Tra i diversi comportamenti registrati il
più comune corrisponde ai salti. I più frequenti sono quelli definiti come "full
leap" durante i quali lanimale esce completamente dallacqua mantenendo la
stessa direzione di nuoto che aveva precedentemente. Un altro tipo di salto, definito come
"leaping e rolling" è quello in cui lanimale esce dallacqua
ruotando di 90° o 180° gradi, attorno al proprio asse longitudinale, e rientrando in
acqua sul fianco o sul dorso. Durante il salto detto "half leap" il Delfino esce
dallacqua solo con una parte del corpo.
Sono stati osservati anche "head -
tail slapping" con i quali i Delfini emergono con la testa o con la coda facendole
poi ricadere rumorosamente sullacqua.
La cartina in allegato riporta i punti nave
relativi agli avvistamenti di Balenottera contrassegnati con un cerchio. Sono inoltre
indicati i confini attuali del Santuario (area tratteggiata) e quelli relativi
allultima proposta (tratto continuo). |