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ARTE - a cura di Giovanna Grossato - Dicembre 1998

Donne nell’Arte (27)

LAURA BALZELLI - L’oro degli Dei

balzelli.jpg (9702 byte)L’espressione "metallo nobile", usata da sempre per qualificare l’oro, e anche l’argento o il platino, dà l’indicazione di una valutazione morale data a questi metalli, valutazione che è anche presente nelle dottrine alchemiche, fin dalla loro origine assai sensibili al problema della catarsi. In ogni caso l’oro, materiale luminoso e non soggetto all’ossidazione, è riferito, fin dall’antichità più remota e in quasi tutte le culture della terra, al culto del Sole.

D’oro erano gli attrezzi e gli utensili utilizzati per raccogliere e trattare erbe medicinali particolarmente rare e delicate, per evitare qualsiasi contaminazione e per conservarne intatti i poteri e i principi attivi; la fede che i gioielli d’oro, specie se ornati da pietre preziose, avessero una funzione apotropaica, poi, era talmente diffusa, che l’indossare monili non era consentito ovunque, dato che l’oro veniva considerato la quintessenza delle forze terrene e posto in relazione alle forze superne e al mondo degli dei.

zarinap.jpg (22334 byte)Questa forza magica contenuta nei gioielli che in molte culture era appannaggio soltanto di oggetti sacri o regali si diluisce e si perde nel corso dei secoli fino a scomparire del tutto, lasciando il luogo ad un più banale ed irrituale concetto di ricchezza, di censo e di stato sociale.

Recuperare questa "divina armonia" delle proporzioni, il messaggio iniziatico contenuto nei monili intessuti di metallo prezioso e di pietre, labaro di un credo che affonda le sue radici negli albori dell’umanità è l’obiettivo di questa artista dell’oro che è Laura Balzelli, scultrice di talento che usa come materiale per le sue opere d’arte, non solo oro e pietre preziose, ma anche ambre, pezzi di tartaruga antica o d’osso, coralli, scaglie d’avorio, cammei, pietre dure, frammenti di oggetti del passato talvolta non più riconoscibili nella loro funzionale completezza ma che, tuttavia, conservano il valore di un lungo vissuto, minuzzoli di una realtà d’altri tempi.

foto1.GIF (49038 byte)Laura riconosce e raccoglie questi oggetti e li reinventa, li reinterpreta, ricostruendo per loro una nuova sceneggiatura, una nuova possibilità di esistenza. Laura sa ascoltare anche le pietre, con l’attenzione che solo gli artisti posseggono, per cogliere da esse, -che si tratti di diamanti purissimi, di rubini fiammeggianti, di opali misteriosi oppure di semplici pezzi di conchiglia-, il suggerimento che le stesse le danno per attuare l’espansione da dare alla propria forma.

foto2p.jpg (10646 byte)Così per le sue ambre, ad esempio, in cui un’alga del pleistocene intrappolata nella resina trova il modo di evolversi al di fuori del suo guscio dorato e trasparente e di propagare la propria forma in una colata d’oro che richiama il mare da cui proviene.

Così, in una spilla dal titolo "Mistero rosso", una incorniciatura di metallo barocco si ricongiunge dall’esterno, alla contorta e rutilante pasta dell’ambra.

Per la Balzelli ognuna di queste creazioni costituisce un evento unico in cui la forma della pietra o dell’oggetto affermano la loro totalità e, nello stesso tempo si assoggettano alla definizione dell’artista, ubbidienti a lei che ne ha saputo cogliere l’essenza più intima e vitale.

ritrattop.jpg (15561 byte)Il valore intrinseco del materiale adoperato è, dal punto di vista artistico, (benché quasi sempre si tratti di leghe preziose e oro) quasi del tutto irrilevante, perché è nella inetta semplicità della cera che è racchiusa la genesi di queste sculture, l’idea prima che ne plasma le linee, i contorni, le misure per trasformarsi in gioiello.

La personalità artistica di Laura Balzelli si è costruita poco per volta fin dalla più tenera età, utilizzando le più diverse esperienze, da quella di designer d’alta moda, a quella di creatrice di complesse e fantasmagoriche decorazioni di pietre per griffe d’alta moda, come Lancetti o Mila Schon; tuttavia sono state la scultura e, soprattutto, la pittura ad aver costituito il vero e costante back ground formativo dell’artista la quale ha lavorato per anni in atelier di pittori come Gueri da Santomio o Otello de Maria, anche posando per loro.

gioiello1p.jpg (10467 byte)Accanto alle ricerche legate ad una creatività scultorea e pittorica tradizionale, lo specifico campo applicativo della sua arte ha reso necessario un continuo apprendimento, per lo più da autodidatta, di tecniche relative ai procedimenti di fusione, di levigatura, di lucidatura, di incastonatura delle pietre. Anche a queste tecniche, tuttavia, Laura ha adattato le sue leggi e le sue discipline, come quella che applica per la famosa lucidatura "graffiata" che, a suo dire, "farebbe inorridire un orafo" ; oppure l’utilizzo di una particolare lega che impiega una parte di palladio e conferisce all’oro una riflessatura ed una lucentezza particolari. Sperimentando o applicando con criteri estemporanei strategie esecutive gioiello2p.jpg (11101 byte)desunte da vecchi testi o da tradizioni orafe appartenute ad altre culture ed epoche, la sua curiosità ha incontrato in una sintesi creativa le cose e le loro forme: "anche un foglio di cera morbida per la fusione a cera persa, con le sue increspature e le sue ondulazioni, può offrire suggerimenti... Non cerco mai di cambiare la forma a ciò che mi capita tra le mani e che già possiede una sua struttura armoniosa..". Contro le regole canoniche, dunque, e eseguendo ciascuna una propria prassi, nascono le sculture d’oro della Balzelli; esse vengono create ad una ad una, esemplari unici ed irripetibili, ed esposte, quasi per un equivoco, nelle bacheche di importanti esposizioni orafe italiane ed europee, anziché in gallerie d’arte contemporanea.

G.G.