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redarrowleft.GIF (53 byte) Arte Gennaio 1999 (a cura di Giovanna Grossato)

 

DONNE NELL’ARTE (28)

GINA PANE e la "Body Art"

Una frattura totale con la concezione tradizionale di arte si ha intorno al 1965 con l’Arte Concettuale che evidenzia il "concetto" dell’artista e privilegia la sua proposta piuttosto, che la realizzazione dell’opera. Quest’ultima, infatti, assai spesso manca del tutto o viene sostituita con la rappresentazione fotografica o filmica, compiuta da persone diverse dall’artista.

"Body Art", "Land Art", "Minimal Art", appartengono a questo filone che, negando validità all’oggetto compiuto, all’opera d’arte, eliminando la possibilità di venderla o comprarla, si pone contro la sua mercificazione, malattia fondamentale dell’età moderna.

donne_p.jpg (15823 byte)La concettualista Gina Pane, nata a Biarritz in Francia, nel 1929, è una delle maggiori rappresentanti della Body Art italiana ; essa si serve del proprio corpo assumendo pose ed atteggiamenti per creare effetti estetici o per esplicitare sentimenti . Il suo modo di esprimersi è anche una prova della tendenza contemporanea al superamento dei confini fra le varie arti, nella pratica di quei fenomeni ottenuti dalla mescolanza dei mezzi linguistici, intermedia o mixed media. Teatro, danza, mimica, fotografia, infatti, spesso si riuniscono assieme in un unico effetto.

Truccando il suo corpo oppure ricorrendo a pratiche sado-maso, autoferendosi con lamette o infilandosi spilli e chiodi, Gina Pane raggiunge un’espressione drammatica o dolorosa che viene immortalata da una fotografia, in modo tale che la realizzazione effimera dell’idea rimanga documentata nel suo momento esecutivo

Ognuna di queste sue azioni costituisce una performance e sarebbe destinata ad esaurirsi e a concludersi in sé, se non fosse per la documentazione fotografica (o discografica, che unisce all’azione e ai gesti anche suono o rumore).

Giovanna Grossato

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