Medicina Gennaio 1999
Hulk il sedentario
Ricercatori
Usa sono riusciti a far tornare forti e muscolosi topi vecchi e malaticci. Con la semplice
iniezione del gene che nell'organismo giovane ripristina nei muscoli le cellule perse con
quelle nuove. Aprendo così speranze future per gli anziani, i malati e i pigri
impenitenti. Ma non senza qualche problema etico
Le palestre? Destinate al fallimento. Pesi, bilanceri,
vogatori? Da rottamare. E non servirà nemmeno riempirsi di ormoni e pasticche varie. Se
la sperimentazione sulluomo darà i risultati sperati, per mettere su muscoli senza
ritrovarsi il fegato a pezzi basterà qualche iniezione. Ma non è lennesima
invenzione delle case farmaceutiche. Il merito stavolta è di un gene: quello che
ripristina normalmente le cellule muscolari perse o indebolite con letà e il poco
movimento.
Ci vorranno almeno due anni per sapere se funziona o no
anche nelle persone. Intanto i topi "curati" con la nuova sostanza hanno fatto
intravedere le possibilità future: gli anziani che recuperano le forze perdute, i malati
che tornano più velocemente in forma e, perché no, qualche chilo di muscoli in più
senza tante fatiche. Insomma tanti piccoli Hulk senza muovere un dito. Almeno ci sperano i
ricercatori del Medical Center dellUniversità della Pennsylvania. Che, risultati
incoraggianti a parte, devono risolvere ora i due principali problemi legati alla
scoperta: quello etico e quello della sicurezza della terapia.
Andiamo con ordine. In genere si ritiene che a partire dai
50 anni le persone perdano ogni anno circa il 10% della loro forza e massa muscolare. Si
tratta di un indebolimento, quello degli anziani, che ha grandi effetti sulla qualità
della vita e sulla salute: cadute, fratture, incapacità di camminare o comunque perdita
progressiva di autonomia. Senza contare laspetto morale di sentirsi sempre più
inutili e impotenti. Ma come insegna ogni giorno la ricerca genetica, anche dietro a
quello che sembra inevitabile ("beh, ha 80 anni, mica può scattare come un
ragazzino...") cè spesso solo un insieme di processi biochimici. Che in questo
caso fanno capo a quel gene che produce una proteina "magica": quando cè
i muscoli reggono, quando manca (come nelle persone anziane) ci si indebolisce.
Si chiama Igf-1, la proteina, e tecnicamente è un
"fattore di crescita insulino-simile di tipo 1". A produrlo, anzi ad ordinare
alle cellule di produrlo, è appunto un gene che con il passare degli anni perde di
funzionalità. Da qui la semplice equazione: presenza del gene=ricostruzione del muscolo.
Il sistema funziona così: nel tessuto muscolare giovane esistono delle cellule immature
che servono da "magazzino". Nel senso che quando vengono danneggiati o
indeboliti i tessuti normali, il gene in questione ordina il rilascio della proteina Igf-1
che provoca la trasformazione di queste "riserve" in vere cellule muscolari.
Così funziona fino ad una certa età. Dai 50 anni in poi il meccanismo rallenta fino a
bloccarsi e le cellule perse non vengono più sostituite. E per qualcuno fare cento metri
a piedi o sollevare la borsa della spesa diventa unimpresa.
Di chi è la colpa? Del gene che non produce più Igf-1.
Così lidea dei ricercatori Usa: svuotiamo del materiale genetico
"pericoloso" un virus (per la precisione unadenovirus, tipo quelli che
causano il raffreddore) e inseriamo quello buono che regola lIgf-1. Poi è bastato
iniettare il tutto direttamente in un muscolo: il virus ha infettato tutte le cellule
muscolari vicine, spargendo il suo gene benefico (senza dare malattie). A quel punto il
sistema di "body-building" naturale ha ripreso a funzionare: i muscoli hanno
ricominciato a produrre lIgf-1 e le cellule-riserva si sono ritrasformate in tessuto
attivo. I risultati? I topi "anziani" hanno recuperato il 27 per cento della
muscolatura persa con letà. Mentre quelli giovani sono cresciuti in massa muscolare
del 15 per cento.
Fin qui tutto bene. Adesso tocca ai problemi. Come ha
spiegato il dottor Lee Sweeney, autore della ricerca, ad un convegno di biologi di San
Francisco: "Per gli atleti e gli sportivi potrebbe diventare il sistema perfetto per
aumentare le prestazioni". Una forma di doping impossibile da individuare:
"Anche senza esercizi si potrà rinforzare e aumentare la muscolatura. E senza che
nel sangue sia riscontrabile alcunché" dice Sweeney. Fine del principio (già quasi
mito) della lealtà sportiva?
Secondo problema: lo stesso gene che provoca la crescita
della muscolatura potrebbe causare laumento di altre cellule di cui non si voleva la
crescita. Con conseguenze imprevedibili o con rischi probabili. Ad esempio il cuore, che
è un muscolo: un aumento non fisiologico delle sue dimensioni può diventare un pericolo.
Cè però un limite che è anche una sicurezza: il
gene funziona solo nel muscolo iniettato. Insomma per diventare piccoli ercoli servirebbe
uniniezione per ogni gruppo muscolare. Ma ciò non toglie lutilità della
scoperta: per far camminare una persona anziana indebolita basterebbe rinforzare solo i
muscoli delle gambe.
Comunque il prossimo passo saranno i test sui conigli e
sulle scimmie. Poi, come si diceva, toccherà alluomo entro due anni. E la speranza
è che lIgf-1 possa aiutare anche malati di patologie tipo la distrofia muscolare.
Tutto da verificare, per ora. Ma i progressi della genetica (vedi clonazione) insegnano.
Quindi meglio stare pronti: per qualche anno resistiamo tra pesi e sudore. Fino al giorno
in cui, forse, i sedentari di tutto il mondo potranno prendersi la rivincita. Senza
neanche alzarsi dalla sedia. |