Tecnologia Gennaio 1999
La sonda ha
fatto crash
Qual'è il modo migliore per far
atterrare qualcosa su un pianeta spendendo meno soldi possibile? Non fare niente. Così i
ricercatori della Nasa hanno lanciato due sonde destinate a schiantarsi su Marte a 640 km
l'ora. Senza paracadute, retrorazzi o altro. Ma capaci, dicono, di resistere all'impatto.
E cercare l'acqua nel sottosuolo
Per risparmiare le provano tutte. Già con Mars Pathfinder
la Nasa era ricorsa a quelle specie di giganteschi airbag per attutire l'atterraggio della
sonda e farla rimbalzare come un pallone. I buoni, vecchi "retrorazzi" che
rallentano la discesa infatti costano, sono sistemi complessi e, tra l'altro, un guasto
nel momento sbagliato fa spiaccicare al suolo qualche centinaio di miliardi. Ma ora i
tecnici dell'agenzia spaziale Usa ne hanno inventata un'altra. La più semplice: non fare
assolutamente niente.
E allora? Allora le due mini-sonde delle dimensioni di un pallone da
basket conosciute come "Deep Space 2" e che la sonda Mars Polar Landing appena
partita e in viaggio per Marte ha appiccicate addosso, devono solo staccarsi e cadere. E
sbattere sul suolo marziano alla modesta velocità di 640 chilometri l'ora. Ma, miracolo,
come Wil Coyote nei cartoni animati, nessun danno (almeno sperano). E dalla corazza
metallica che si aprirà in due come una noce di cocco usciranno indenni gli strumenti
destinati a cercare l'acqua sotto la superficie del pianeta.
"Per dirla semplice - ha spiegato Sarah Gavit, una
delle ricercatrici della Nasa coinvolte nel progetto - quello che abbiamo costruito è un
mattone...". Il problema da risolvere era uno solo: come far funzionare lo stesso
qualcosa che si schianta contro una superficie dura a 640 km l'ora di velocità. Qualche
esempio: se un uomo si butta senza paracadute da un aereo, colpisce il terreno a circa 190
km l'ora. Su Marte, non bastasse l'idea folle, è anche peggio. Perché l'atmosfera è
molto più rarefatta di quella della Terra e offre meno resistenza. Così le due sonde
dovranno sopportare forze da 30 a 80 mila volte più forti della gravità terrestre.
Ma come hanno fatto a costruire due proiettili così
resistenti e sofisticati? Provando. Intanto facendo cadere dei prototipi delle sonde da un
aereo. Poi sparandole letteralmente con un cannone, sempre dal cielo, sulla sabbia del
deserto del Nuovo Messico. Ad ogni botta i tecnici facevano l'elenco di cosa (e come) si
era rotto e quindi ricostruivano la parte in modo che fosse più resistente. Esempio: i
test hanno mostrato che non c'era verso di far restare interi fili e cavi dopo una botta
di quel genere. Così via i fili, e i circuiti sono stati inglobati dentro schede
flessibili. Insomma dentro la sonda non si deve deformare niente. Quindi anche la corazza
esterna non si deve deformare. Come un mattone.
Precipitate come bombe su Marte, le due sonde sono concepite per
aprirsi in due parti. Una specie di capsula-trivella si infilerà così sotto terra per
circa un metro, restando attaccata con un cavo in gomma alla parte superiore. Un'altra
mini-trivella uscirà dalla capsula, raccoglierà del terreno e lo inserirà all'interno
della sonda in una specie di forno. Se c'è acqua, è il principio, si formerà vapore che
verrà raccolto da appositi analizzatori.
Insomma addio costosissimi motori a razzo, paracadute,
sistemi di guida, palloni, imbracature: arriva la sonda-bomba. Dovesse funzionare,
potrebbe diventare il futuro delle prossime missioni spaziali. Pochi soldi, maggior spazio
disponibile e con una sola sonda-madre si potrà spargere su un pianeta anche decine di
mini-sonde figlie.
Per sapere se l'idea è quella buona bisognerà aspettare
fino a dicembre, quando Mars Polar Landing arriverà intorno a Marte. Nel frattempo ci si
può anche divertire a dare un nome alle due "gemelline": la Nasa infatti ha
lanciato un concorso per trovare un nome alle due sonde. Deve essere qualcosa di storico,
mitologico o di fiction, e i due nomi devono essere collegati fra loro. L'indirizzo dove
sbizzarrirsi è
http://nmp.jpl.nasa.gov/ds2/contest/index.html
Insomma fino al 30 aprile potete entrare nella storia.
Magari con Cip e Ciop o Tom e Jerry.
a.m. |