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redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Gennaio 1999

Arrivano gli Eurogatti

Ecologista come Luis Sepulveda, ha trasformato il suo romanzo "La gabbianella e il gatto" in un cartone animato. Anche perché come lui ama i felini ed è anti-Disney. Così Enzo D'Alò, regista del più costoso film d'animazione del cinema italiano, sfida la supertecnologia Usa. Rilanciando la poesia del Vecchio Continente

gabbianella_p.jpg (16176 byte)Quarantasei anni, napoletano di nascita ma torinese d’adozione, Enzo D’Alò è da sempre appassionato di cinema d’animazione. Autore di spot pubblicitari e video musicali, D’Alò ha raggiunto il grande pubblico internazionale con l’interessante film a cartoni animati La freccia azzurra che – raccontando una storia legata alla befana – vedeva le voci di Dario Fo e Lella Costa rendere briose e allegre le affascinanti animazioni dei personaggi. Il film – visto più in Francia che in Italia – con le musiche scritte appositamente da Paolo Conte è stato acquistato dalla Miramax che lo ha stampato in quattro milioni di videocassette con alcuni tagli per il mercato americano.

Adesso D’Alò ci ha riprovato con un adattamento del romanzo di Luis Sepulveda La gabbianella e il gatto che – con i suoi dieci miliardi – è il film d’animazione più costoso della storia del cinema italiano. La favola ecologista e poetica vede – tra i doppiatori dei protagonisti del film – Carlo Verdone nel ruolo del gatto Zorba, Melba Ruffo di Calabria dietro ai baffi della bella micia Bubulina, Antonio Albanese prestare la voce al capo dei topi e lo stesso autore Sepulveda nei panni del poeta.

D’Alò, qual è stata l’evoluzione da La freccia azzurra a La gabbianella e il gatto?

Quando si passa da una storia a un’altra, nel cinema d’animazione tutto cambia. Grafica, colori, musica, voci e personaggi vanno riscritti e adattati alla storia nuova.

L’unica cosa che accomuna le due pellicole è il fatto che entrambi i film raccontano due meravigliose storie per ragazzi, non solo dirette a un pubblico giovane.

Qual è il nodo principale nel trasformare un romanzo in un film d’animazione?

L’utilizzo di tutti i sensi che nella lettura si basano solo sulla fantasia e sull’immaginazione. Una trasformazione tridimensionale del testo che obbliga a raccontare la stessa storia adattandola al linguaggio proprio del cinema d’animazione.

A lei sembra che la componente poetica ed ecologista del romanzo siano state leggermente "ridimensionate"a favore di una maggiore comprensibilità più adatta a un pubblico di bambini?

Questa storia è stata pensata da Sepulveda dal punto di vista dei gatti. Parlare di ecologia poteva diventare una forzatura, perché lo scopo principale dei gatti - e questo è il grande valore etico - è quello di dover salvare a tutti i costi l'uovo della gabbianella. Io sono un ecologista, ed è ovvio che ho fatto di tutto per mettere in mostra il problema ecologico che sta alla base della storia, ma in questo film non era il nodo centrale da sciogliere.

Come mai ha scelto proprio Carlo Verdone per dare la voce al gatto Zorba?

Verdone ha qualcosa di felino. E' un buono, è anche timido e con gli amici fa anche il gradasso... per me è il gatto Zorba.

Cosa pensa de Il principe d'Egitto?

Un film impressionante dal punto di vista tecnico anche se suggerirei a tutti di andare a rivedere Fantasia. Gli effetti speciali hanno fatto in modo che si perdesse molto dal punto di vista poetico...

Lei è un autore europeo che ha realizzato un film d'animazione distribuito anche in America. Come si sente?

Sono stato molto contento di farlo, anche se la versione distribuita dalla Miramax è molto diversa da La freccia azzurra che è stata vista in Italia. Preoccupati assurdamente dal fatto che i bambini americani venissero a contatto con una cultura che non conoscevano hanno trasformato la befana nell'assistente di Babbo Natale e spendendoci un sacco di soldi - pur apprezzando le mie scelte - hanno interamente ridoppiato e rimontato il film con gli stessi attori, americanizzandolo al massimo. Noi autori non dobbiamo guardare a quel tipo di cinema. Guardate che disastro hanno combinato in Hercules o ne Il gobbo di Notre Dame. Sono quasi delle prese in giro e delle parodie. E' vero che Il re leone era fantastico, ma non si può violentare la mitologia greca o il testo di Victor Hugo... Il mio orgoglio è che Luis Sepulveda sia contento di quello che ho modificato del suo libro, mentre non sono tanto sicuro che Hugo sarebbe felice della versione animata del gobbo di Notre Dame.

L'originalità di questo film sta anche nel fatto che lei ha "riabilitato" al fumetto i gatti, che - a parte ne Gli Aristogatti - fanno sempre una pessima figura negli altri film di Walt Disney...

Gli Aristogatti - per noi - era la cartina di tornasole di tutto quello che dovevamo evitare di fare sia graficamente che come scelta dei ruoli dei vari personaggi.

In nessuna maniera - infatti - volevamo che il nostro film ricordasse quello di Walt Disney. Nel nostro team di autori siamo tutti amanti dei gatti ed è stato naturale che scegliessimo di presentarli come realmente sono e non con quelle antipatiche sovrastrutture disneyane dove sono visti come gretti e opportunisti.

Lei si sente come un capostipite del nuovo cinema d'animazione italiano?

Francamente no. Noi abbiamo avuto tanti ottimi autori di film d'animazione cui dobbiamo tantissimo come Bruno Bozzetto. Ho solo cercato di sfruttare le opportunità che mi sono state concesse dall'avere una produzione che abbia tanto creduto nel mio progetto.

Marco Spagnoli 

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