Arrivano gli Eurogatti
Ecologista come Luis Sepulveda,
ha trasformato il suo romanzo "La gabbianella e il gatto" in un cartone animato.
Anche perché come lui ama i felini ed è anti-Disney. Così Enzo D'Alò, regista del più
costoso film d'animazione del cinema italiano, sfida la supertecnologia Usa. Rilanciando
la poesia del Vecchio Continente
Quarantasei
anni, napoletano di nascita ma torinese dadozione, Enzo DAlò è da sempre
appassionato di cinema danimazione. Autore di spot pubblicitari e video musicali,
DAlò ha raggiunto il grande pubblico internazionale con linteressante film a
cartoni animati La freccia azzurra che raccontando una storia legata alla
befana vedeva le voci di Dario Fo e Lella Costa rendere briose e allegre le
affascinanti animazioni dei personaggi. Il film visto più in Francia che in Italia
con le musiche scritte appositamente da Paolo Conte è stato acquistato dalla
Miramax che lo ha stampato in quattro milioni di videocassette con alcuni tagli per il
mercato americano.
Adesso DAlò ci ha riprovato con un adattamento del
romanzo di Luis Sepulveda La gabbianella e il gatto che con i suoi dieci
miliardi è il film danimazione più costoso della storia del cinema italiano.
La favola ecologista e poetica vede tra i doppiatori dei protagonisti del film
Carlo Verdone nel ruolo del gatto Zorba, Melba Ruffo di Calabria dietro ai baffi
della bella micia Bubulina, Antonio Albanese prestare la voce al capo dei topi e lo stesso
autore Sepulveda nei panni del poeta.
DAlò, qual è stata levoluzione da La
freccia azzurra a La gabbianella e il gatto?
Quando si passa da una storia a unaltra, nel cinema
danimazione tutto cambia. Grafica, colori, musica, voci e personaggi vanno riscritti
e adattati alla storia nuova.
Lunica cosa che accomuna le due pellicole è il fatto
che entrambi i film raccontano due meravigliose storie per ragazzi, non solo dirette a un
pubblico giovane.
Qual è il nodo principale nel trasformare un romanzo in
un film danimazione?
Lutilizzo di tutti i sensi che nella lettura si
basano solo sulla fantasia e sullimmaginazione. Una trasformazione tridimensionale
del testo che obbliga a raccontare la stessa storia adattandola al linguaggio proprio del
cinema danimazione.
A lei sembra che la componente poetica ed ecologista del
romanzo siano state leggermente "ridimensionate"a favore di una maggiore
comprensibilità più adatta a un pubblico di bambini?
Questa storia è stata pensata da Sepulveda dal punto di
vista dei gatti. Parlare di ecologia poteva diventare una forzatura, perché lo scopo
principale dei gatti - e questo è il grande valore etico - è quello di dover salvare a
tutti i costi l'uovo della gabbianella. Io sono un ecologista, ed è ovvio che ho fatto di
tutto per mettere in mostra il problema ecologico che sta alla base della storia, ma in
questo film non era il nodo centrale da sciogliere.
Come mai ha scelto proprio Carlo Verdone per dare la
voce al gatto Zorba?
Verdone ha qualcosa di felino. E' un buono, è anche timido
e con gli amici fa anche il gradasso... per me è il gatto Zorba.
Cosa pensa de Il principe d'Egitto?
Un film impressionante dal punto di vista tecnico anche se
suggerirei a tutti di andare a rivedere Fantasia. Gli effetti speciali hanno fatto
in modo che si perdesse molto dal punto di vista poetico...
Lei è un autore europeo che ha realizzato un film
d'animazione distribuito anche in America. Come si sente?
Sono stato molto contento di farlo, anche se la versione
distribuita dalla Miramax è molto diversa da La freccia azzurra che è stata vista
in Italia. Preoccupati assurdamente dal fatto che i bambini americani venissero a contatto
con una cultura che non conoscevano hanno trasformato la befana nell'assistente di Babbo
Natale e spendendoci un sacco di soldi - pur apprezzando le mie scelte - hanno interamente
ridoppiato e rimontato il film con gli stessi attori, americanizzandolo al massimo. Noi
autori non dobbiamo guardare a quel tipo di cinema. Guardate che disastro hanno combinato
in Hercules o ne Il gobbo di Notre Dame. Sono quasi delle prese in giro e
delle parodie. E' vero che Il re leone era fantastico, ma non si può violentare la
mitologia greca o il testo di Victor Hugo... Il mio orgoglio è che Luis Sepulveda sia
contento di quello che ho modificato del suo libro, mentre non sono tanto sicuro che Hugo
sarebbe felice della versione animata del gobbo di Notre Dame.
L'originalità di questo film sta anche nel fatto che
lei ha "riabilitato" al fumetto i gatti, che - a parte ne Gli Aristogatti - fanno
sempre una pessima figura negli altri film di Walt Disney...
Gli Aristogatti - per noi - era la cartina di tornasole
di tutto quello che dovevamo evitare di fare sia graficamente che come scelta dei ruoli
dei vari personaggi.
In nessuna maniera - infatti - volevamo che il nostro film
ricordasse quello di Walt Disney. Nel nostro team di autori siamo tutti amanti dei gatti
ed è stato naturale che scegliessimo di presentarli come realmente sono e non con quelle
antipatiche sovrastrutture disneyane dove sono visti come gretti e opportunisti.
Lei si sente come un capostipite del nuovo cinema
d'animazione italiano?
Francamente no. Noi abbiamo avuto tanti ottimi autori di
film d'animazione cui dobbiamo tantissimo come Bruno Bozzetto. Ho solo cercato di
sfruttare le opportunità che mi sono state concesse dall'avere una produzione che abbia
tanto creduto nel mio progetto.
Marco Spagnoli |