L'amico
napoletano
Ha recitato in teatro con i
De Filippo. Si è ispirato a Totò. E un po' a Troisi. Così dopo qualche particina nei
film di Nanni Moretti, Vittorio Salemme a 41 anni è arrivato alla regia portando sullo
schermo ne "L'amico del cuore" in un colpo solo la top model Eva Herzigova e la
tradizione partenopea
Vincenzo Salemme, 41 anni, arriva alla sua prima esperienza
come regista cinematografico dopo una solida gavetta di attore teatrale e di piccoli ruoli
in alcuni film di Nanni Moretti come Bianca e La messa è finita. Oggi con L'amico
del cuore al fianco Eva Herzigova raggiunge il suo sogno di arrivare di fronte al
grande pubblico con una commedia di successo che prima di trovare una versione
cinematografica ha mietuto consensi nei teatri di tutta Italia.
Intelligente, simpatico, dalla battuta fulminante e
irresistibile, Salemme è sicuramente una delle nuove speranze e realtá del cinema
italiano.
Salemme quanto della sua esperienza come attore di
teatro possiamo ritrovare ne L'amico del cuore?
Ho incominciato a lavorare al fianco di Eduardo De Filippo
nel 1977, poi ho proseguito a lavorare con il figlio Luca fino al 1992. Ho imparato il
mestiere a fianco di questi due geni guardando anche indietro al fratello Peppino e -
perché no? - anche a Totò. Ne L'amico del cuore quello che maggiormente
appartiene alla tradizione napoletana è il gioco allegro tra vittima e carnefice,
presente anche in alcuni film di Massimo Troisi.
Come è riuscito a convincere Eva Herzigova a
interpretare il suo film?
Non è stata una mia idea, ma della produttrice Rita Cecchi
Gori che un giorno mi ha telefonato e mi ha detto "Che ne pensi di Eva Herzigova
nel tuo film per il ruolo della moglie?" Sulle prime pensavo che scherzasse
dicendo: Ma che le importa a l'Herzigova di fare il mio film? Poi ho scoperto che
non scherzava, anche se - francamente - non pensavo che una top model impegnata come lei
avrebbe accettato. Invece, ha letto la sceneggiatura, le è piaciuta ed abbiamo girato il
film.
E' stato facile passare dal teatro al cinema?
Sí, mi è riuscito facile, perché l'idea andava oltre il
codice teatrale. Avevo raccontato la trama di alcune commedie a Rita Cecchi Gori e tra
queste è stata lei a consigliarmi di scegliere questa per farne un film. E aveva
ragione... L'amico del cuore è una storia che permette di andare oltre il
linguaggio nella quale viene raccontata.
Perché - a parte qualche piccolo ruolo - lei ha
frequentato tanto poco il grande schermo?
Perché non mi hanno mai chiamato, né mi hanno mai mandato
un copione a parte quelli di Nanni Moretti. E' come se non fossi mai esistito. Ho fatto un
film intitolato Il tuffo che non ha visto praticamente nessuno e non è successo
niente. Sono contento di avere fatto il mio primo film passati i quaranta anni, perché se
lo avessi fatto da giovane - forse - sarei stato fragile e non tanto sereno come lo sono
ora. E' arrivato tutto al momento giusto.
Come ha adattato l'Herzigova al carattere napoletano
della storia?
Non c'è stato nessun problema a trasformare Eva nella
ragazza svedese che vive in Meridione da qualche anno. E' una persona molto
"calda"e il suo carattere è prevalentemente mediterraneo: le piace mangiare, le
piace bere, le piace divertirsi e giocare. E' stata molto affettuosa e mi sono quasi
dimenticato che era Eva Herzigova. Ci siamo tutti trovati molto bene con lei, come con
un'attrice qualsiasi.
Vuol dire che è riuscito a farle perdere l'immagine
patinata di top model che tutti conosciamo?
Non sono stato io a fargliela perdere, e che lei proprio
non ha quest'aurea irraggiungibile. Eva è una donna dall'immagine inquietante. E' una
persona vera, con forti contrasti dentro di lei. Non mi è mai sembrata un
"fumetto".
Prima di conoscerla di persona chi era per lei Eva
Herzigova?
Una diva stupenda e irraggiungibile.
Quali sono stati gli ingredienti fondamentali con i
quali ha realizzato questa regia?
Una troupe di grandi professionisti e il fatto di vedere
film da quando avevo cinque anni. Quella è stata la mia scuola.
E ' costato molto?
Io e Cecchi Gori l'abbiamo prodotto insieme. Loro hanno
messo quattro miliardi e io duecentomila lire...
Chi considera i suoi modelli come regista?
Esagerando e senza volere fare paragoni, Billy Wilder e
Lubitsch. Tra in contemporanei adoro Emik Kusturica per la sua incredibile capacità di
mescolare i generi drammatico e comico. E' un vero genio che mischia il dramma e la
commedia.
m.s. |