Musica Gennaio 1999
Due italiane in Algeri
Il libretto era uno solo. Ma
furono i due a cimentarsi nell'opera: il musicista napoletano Luigi Mosca e il più
celebre pesarese Gioacchino Rossini. Ora a Lugo di Romagna e al teatro Filarmonico di
Verona è stata riproposta la "sfida" tra diversi modi di interpretare uno
stesso lavoro
Uno
stimolante raffronto è avvenuto tra un'opera scritta da due autori diversi sul medesimo
libretto. A Lugo di Romagna è andata in scena "L'italiana in Algeri" di Luigi
Mosca mentre al Teatro Filarmonico di Verona, a distanza di circa un mese, è stata
rappresentata quella di Gioacchino Rossini.
Giuseppe Mosca (Napoli 1772-Messina 14 settembre 1839 ) e
Luigi Mosca (Napoli 1775-13 marzo 1824) furono ambedue prolifici musicisti per il teatro.
Giuseppe (autore di 36 opere tra buffe e serie e musica sacra) fece rappresentare a Roma i
suoi primi lavori ; "Silvia e Nardone" (1731) e "La vedova scaltra"
(1797) mentre a Napoli diede alle scene "Il Folletto" (1797); si trasferì poi a
Parigi e nel 1813 rientrò a Roma dove fece rappresentare la sua migliore opera il
"Don Gregorio in imbarazzo".
L'attività di Luigi (autore di 16 opere, un oratorio e
musica sacra ) si svolse principalmente a Napoli dove fu Maestro al cembalo al Teatro San
Carlo. Paisiello lo volle come coadiutore alla regia camera e cappella palatina mentre lo
Zingarelli lo chiamò nel 1813 ad insegnare canto nel collegio musicale San Sebastiano. Le
sue opere furono rappresentate nei teatri minori di Napoli come
il Teatro Nuovo e il Teatro dei Fiorentini mentre al Teatro
San Carlo fu data solo l'opera seria "Il salto di Leucade". "L'Italiana in
Algeri" fu messa in scena al Teatro alla Scala di Milano nel 1808 esattamente cinque
anni prima di quella rossiniana. L'opera fu composta su libretto di Angelo Anelli che
sarà poi utilizzato da Rossini con alcune varianti ma lasciando intatto lo scheletro
della trama.
La musica di Mosca discende direttamente dal teatro comico
dall'ultimo Paisiello e da quello di Cimarosa: essa si può dividere in due blocchi come i
pezzi solistici (arie, cavatine) o per pochi personaggi (duetti, terzetti) e brani di più
largo respiro come i sestetti ed i finali d'atto. Musica sempre ispirata e scritta con
mano leggera e che denota un buon talento nell'uso dell'orchestra ed una buona
assimilazione dei modelli paiselliani e cimarosiani. L'esecuzione di Lugo di Romagna è
stata di notevole interesse ed è stata curata in tutti i particolari con grande amore
come si conviene in questi non sempre facili recuperi e come sempre viene fatto nel
bellissimo Teatro Rossini. Mustafà era Stefano Rinaldi Miliani che ha disegnato il suo
personaggio con misurata ironia ed una eccellente linea di canto. Isabella era Cristina
Sogmaister che ha messo in luce una suadente vocalità ricca di sfumature e perfetta
nell'intonazione. Alquanto impacciato il Lindoro di Cristiano Cremonini a cui si deve
perdonare qualche imperfezione tenendo conto che era al suo debutto assoluto. Completavano
la compagnia Elena Belfiore, Anna Chierichetti, Massimo Giordano e AlessandroBattiato.
Andrea Molino ha diretto con sicurezza l'ottima orchestra sinfonica dell'Emilia Romagna
"Arturo Toscanini" mentre il Coro associazione culturale Mastrer era diretto da
Matteo Salvemini. Interessante la regia di Franco Ripa di Meana (ma perché trasformare il
vascello in una jeep?) e belle le scene di Marco Capuana ed i costumi di Silvia Aymonino.
Viene
quindi spontanea la domanda se, cinque anni più tardi , quando musicò "L'Italiana
in Algeri", Rossini fosse a conoscenza dell'opera di Mosca. L'esistenza di questo
autore era certamente a lui nota perché la madre del pesarese, Anna Guidarini, era una
buona cantante del genere comico e fu interprete dell'opera "L'impresario
burlato" che segnò il debutto operistico a Napoli di Mosca. Può darsi che il
ventunenne Rossini fosse a conoscenza del lavoro di Mosca ma è certo che il suo già
grande mestiere mise in ombra il lavoro del napoletano. Rimane indubbio che la partitura
di Rossini superi quella di Mosca, ma va riconosciuto a quest'ultimo un notevole talento e
giusta è stata la riesumazione della sua opera.
La rossiniana "Italiana in Algeri" è stata
rappresentata a Verona con un cast eccezionale. Mustafà era Simone Alaimo che ha dato
vita ad un personaggio a tutto tondo con una voce perfetta in ogni registro e con una
misurata comicità. Daniela Barcellona era Isabella ed ha dimostrato di entrare di diritto
tra le cantanti di sicuro avvenire sia per la bellezza della voce che per la presenza
scenica. Ottimo il Lindoro di Juan Diego Florez che ha sfoggiato una vocalità
ineccepibile e che ha colto giustamente intensi applausi a scena aperta; impagabile il
Taddeo di Alessandro Corbelli. Completavano il cast Eva Santana, Maria Vittoria Paba e
Ferdinando Ciuffo. Giuliano Carella ha diretto con precisione l'orchestra dell'Arena di
Verona. La bellissima regia era di Jean Pierre Ponelle, ripresa da Sonia Frisell.
Luciano Maggi |