Vai al numero precedenteVai alla prima paginaVai al numero successivo

Vai alla pagina precedenteVai alla prima pagina dell'argomentoVai alla pagina successiva

Vai all'indice del numero precedenteVai all'indice di questo numeroVai all'indice del numero successivo
Scrivi alla Redazione di NautilusEntra  in Info, Gerenza, Aiuto
 
redarrowleft.GIF (53 byte) Arte Febbraio 1999 (a cura di Giovanna Grossato)

APPUNTAMENTI D’ARTE

 

RENATO PENGO – Percezioni mutanti

pengo2_p.jpg (11708 byte)Il cinquecentesco Palazzo del Monte, recentemente restaurato, ospita fino al 7 marzo una grande mostra di Renato Pengo, coordinata da Gian Franco Martinoni e da Enrico Gusella, e che avrà anche un’edizione parigina.

Pengo, un artista di fronte allo shock tecnologico di cui la televisione può essere uno dei simboli, si interroga sulle modalità della creatività artistica nei pengo3_p.jpg (7621 byte)confronti di tale universo.

Sala dopo sala si succedono le fasi di un percorso di meditazione elaborate sui temi della seduzione e della trasformazione del mondo visivo che l’imperialismo tecnologico compora.

"Il punto di partenza è l’immagine televisiva nell’ultima sequenza della sua vita reale, – afferma il famoso critico Pierre Restany, teorico del Nouveau Réalisme – la fine della trasmissione, il momento in cui l’immagine è ridotta a sistema, a un tessuto di linee orizzontali pronto alla frammentazione, all’esplosione definitiva. Lo shock tecnologico dell’interruzione della corrente sbocca, nell’universo spirituale ed immaginario di Pengo, nel blu, nel blu profondo di Klein, un blu che è impregnato della vibrazione dell’energia cosmica ipengo5_p.jpg (4993 byte)n libera circolazione nello spazio: uno spazio che diventa il vuoto immateriale".

Il carattere autoriflessivo su tematiche di stringente attualità che l’opera di Pengo possiede, colloca questo artista all’interno di una più generale riflessione su temi antropologici e psicologici e le sue mostre personali hanno avuto e continuano ad avere un peso significativo in molte città, europee e non, quali Madrid, Amsterdam, Salisburgo, Villach, Lugano, Tunisi, Parigi.

 

CARLO FORNARA - A Palazzo delle Albere di Trento una prima antologica con molte opere inedite

Malgrado il giudizio piuttosto spiccio e definitivo che, nell’anno 1947, all’età di 76 anni Fornara diede dell’arte del suo tempo ("tante mode effimere fra cui ondeggia l’anima moderna"), è proprio nella ricchezza stilistica e concettuale dell’età contemporanea che l’opera del pittore trova giustificazione.

E ciò nonostante la sua attività indefessa di più di novant’anni di vita artistica si sia sviluppata quasi ininterrottamente ai margini dei più importanti centri culturali, appartata, nel villaggio di Prestinone, in Val di Vigezzo, dove il pittore vide i natali nel 1871.

Come appropriatamente afferma Gabriella Belli, curatrice della mostra assieme ad Annie-Paule Quinsac, non sarebbe possibile, infatti, forn3_p.jpg (20229 byte)comprendere il valore indiscusso della pittura di Fornara se non leggendolo nel contesto della cultura europea del suo tempo, sebbene egli non si allontanasse che raramente dal suo luogo fisico per incontrarla. La Belli sostiene dunque che per il pittore vigezzino "oggi non sono sufficienti i confronti, pure importanti, con l’opera di Segantini e Fontanesi, ma piuttosto si avanzano tesi atte a sostenere la sua visione internazionale del fenomeno artistico ed in particolare della sua ricerca sulla luce e sul colore, che affonda e trae linfa prima di tutto nella storia dell’arte francese del XIX secolo, nelle conquiste dei solitari di Barbizon, nella rinverdita stagione romantica di Corot, nella lezione del verismo devozionale di Millet, nel sintetismo simbolico di certi protagonisti di Pont-Aven".

forn1_p.JPG (11430 byte)La ricchissima produzione artistica di Carlo Fornara, malgrado tutto ciò, o meglio, proprio per questo, trae perennemente spunto dalla natura, una natura che non è né eroica, né simbolica, né idilliaca; si tratta di piuttosto di reportage sulla vita quotidiana della sua valle letta nei termini di un realismo courbettiano ed impressionista, che individua nella tecnica caratteristica del Divisionismo, con una pennellata fratta e in certi casi forn4_p.jpg (11560 byte)puntinista, la cifra più adatta per esprimerlo.

Attraverso questa forma espressiva, Fornara è in grado di creare immagini di un "sentimento della natura" che non è costituito da un valore aggiunto alle cose della realtà ma che è in esse quotidianamente immanente.

forn2_p.jpg (20909 byte)

Scorrendo le belle pagine del catalogo della mostra, edito da Skira e di cui è autrice Annie-Paule Quinsac, viene passato in rassegna tutto il vissuto dell’artista, una storia fatta di una profonda intesa con la natura e con la pittura: "Mi sembra che la mia via sia di rappresentare il vero con tutte le sue bellezze di colore, di costruzione e di solidità", avrà a scrivere quando era ancora giovane. E sembra che questo sia veramente stato il credo indefettibile di tutta la sua opera.

 

 

 

PHILIPMORRISGALLERY Milano

diapos_p.jpg (22128 byte)Dodici fotografi per dodici visioni e SPUNTI DI VISTA. Qual è la funzione del vedere nella cultura contemporanea – Galleria Giò Marconi di Milano

I sei incontri, che avranno luogo in febbraio e marzo e saranno condotti da Giovanna Calvenzi, si avvalgono del contributo prestigiosi personaggi quali Pierre Restany, Omar Calabrese, Giorgio Celli, Marco Maiocchi, Arturo Scwarz, Maurizio Maggiani.

Il dibattito prende occasione, anzi lo "spunto" dalla mostra fotografica Philipmorrisgallery dove, negli stessi spazi della Galleria Giò Marconi, dodici fotografi di fama internazionale propongono, dal 23 febbraio al 14 marzo, il loro modo di "vedere".

np99_riga_fondo.gif (72 byte)

                                           Copyright (c)1996 Ashmultimedia srl - All rights reserved