APPUNTAMENTI DARTE
RENATO PENGO Percezioni mutanti
Il
cinquecentesco Palazzo del Monte, recentemente restaurato, ospita fino al 7 marzo una
grande mostra di Renato Pengo, coordinata da Gian Franco Martinoni e da Enrico Gusella, e
che avrà anche unedizione parigina.
Pengo, un artista di fronte allo shock tecnologico di cui
la televisione può essere uno dei simboli, si interroga sulle modalità della creatività
artistica nei confronti
di tale universo.
Sala dopo sala si succedono le fasi di un percorso di
meditazione elaborate sui temi della seduzione e della trasformazione del mondo visivo che
limperialismo tecnologico compora.
"Il punto di partenza è limmagine televisiva
nellultima sequenza della sua vita reale, afferma il famoso critico Pierre
Restany, teorico del Nouveau Réalisme la fine della trasmissione, il momento in
cui limmagine è ridotta a sistema, a un tessuto di linee orizzontali pronto alla
frammentazione, allesplosione definitiva. Lo shock tecnologico
dellinterruzione della corrente sbocca, nelluniverso spirituale ed immaginario
di Pengo, nel blu, nel blu profondo di Klein, un blu che è impregnato della vibrazione
dellenergia cosmica in libera
circolazione nello spazio: uno spazio che diventa il vuoto immateriale".
Il carattere autoriflessivo su tematiche di stringente
attualità che lopera di Pengo possiede, colloca questo artista allinterno di
una più generale riflessione su temi antropologici e psicologici e le sue mostre
personali hanno avuto e continuano ad avere un peso significativo in molte città, europee
e non, quali Madrid, Amsterdam, Salisburgo, Villach, Lugano, Tunisi, Parigi.
CARLO FORNARA - A Palazzo delle Albere di
Trento una prima antologica con molte opere inedite
Malgrado il giudizio piuttosto spiccio e definitivo che,
nellanno 1947, alletà di 76 anni Fornara diede dellarte del suo tempo
("tante mode effimere fra cui ondeggia lanima moderna"), è proprio nella
ricchezza stilistica e concettuale delletà contemporanea che lopera del
pittore trova giustificazione.
E ciò nonostante la sua attività indefessa di più di
novantanni di vita artistica si sia sviluppata quasi ininterrottamente ai margini
dei più importanti centri culturali, appartata, nel villaggio di Prestinone, in Val di
Vigezzo, dove il pittore vide i natali nel 1871.
Come appropriatamente afferma Gabriella Belli, curatrice
della mostra assieme ad Annie-Paule Quinsac, non sarebbe possibile, infatti, comprendere il valore
indiscusso della pittura di Fornara se non leggendolo nel contesto della cultura europea
del suo tempo, sebbene egli non si allontanasse che raramente dal suo luogo fisico per
incontrarla. La Belli sostiene dunque che per il pittore vigezzino "oggi non sono
sufficienti i confronti, pure importanti, con lopera di Segantini e Fontanesi, ma
piuttosto si avanzano tesi atte a sostenere la sua visione internazionale del fenomeno
artistico ed in particolare della sua ricerca sulla luce e sul colore, che affonda e trae
linfa prima di tutto nella storia dellarte francese del XIX secolo, nelle conquiste
dei solitari di Barbizon, nella rinverdita stagione romantica di Corot, nella lezione del
verismo devozionale di Millet, nel sintetismo simbolico di certi protagonisti di Pont-Aven".
La ricchissima
produzione artistica di Carlo Fornara, malgrado tutto ciò, o meglio, proprio per questo,
trae perennemente spunto dalla natura, una natura che non è né eroica, né simbolica,
né idilliaca; si tratta di piuttosto di reportage sulla vita quotidiana della sua valle
letta nei termini di un realismo courbettiano ed impressionista, che individua
nella tecnica caratteristica del Divisionismo, con una pennellata fratta e in certi casi puntinista, la cifra più adatta per esprimerlo.
Attraverso questa forma espressiva, Fornara è in grado di
creare immagini di un "sentimento della natura" che non è costituito da un
valore aggiunto alle cose della realtà ma che è in esse quotidianamente immanente.
Scorrendo le belle pagine del catalogo della mostra, edito
da Skira e di cui è autrice Annie-Paule Quinsac, viene passato in rassegna tutto il
vissuto dellartista, una storia fatta di una profonda intesa con la natura e con la
pittura: "Mi sembra che la mia via sia di rappresentare il vero con tutte le sue
bellezze di colore, di costruzione e di solidità", avrà a scrivere quando era
ancora giovane. E sembra che questo sia veramente stato il credo indefettibile di tutta la
sua opera.
PHILIPMORRISGALLERY Milano
Dodici
fotografi per dodici visioni e SPUNTI DI VISTA. Qual è la funzione del vedere nella
cultura contemporanea Galleria Giò Marconi di Milano
I sei incontri, che avranno luogo in febbraio e marzo e
saranno condotti da Giovanna Calvenzi, si avvalgono del contributo prestigiosi personaggi
quali Pierre Restany, Omar Calabrese, Giorgio Celli, Marco Maiocchi, Arturo Scwarz,
Maurizio Maggiani.
Il dibattito prende occasione, anzi lo "spunto"
dalla mostra fotografica Philipmorrisgallery dove, negli stessi spazi della Galleria Giò
Marconi, dodici fotografi di fama internazionale propongono, dal 23 febbraio al 14 marzo,
il loro modo di "vedere". |