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redarrowleft.GIF (53 byte) Postint Gennaio 1999
LA CARITA' PELOSA DI UNA BANCA

Roma, 8 Gennaio 1998. Dopo i telefonini abbinati ai conti correnti e' la volta dei conti correnti abbinati alla beneficienza. La Ambroveneto con la formula "Noi&Voi", un conto corrente a canone mensile "offre", a 325.000 lire l'anno (216.000 di canone, 49.500 di bolli e 60.000 di carta di credito) l'opportunita' di versare mensilmente 2.000 lire a favore di un ente benefico; la banca si impegna a fare altrettanto. Gli istituti di beneficienza riceveranno cosi', in totale, 48.000 lire l'anno (24.000 dall'utente e 24.000 dalla Ambroveneto).

Facciamo un po' dei conti, dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc. Un conto corrente a basso costo, cioe' "light", costa meno della meta' e offre gli stessi servizi: ad esempio il conto Benefit della San Paolo costa 169.000 lire l'anno tutto compreso. A fronte delle 325.000 (piu' le 24.000 di beneficienza), pagate dall'utente alla Ambroveneto, vi e' una differenza di 169.000, che possono in tutto o in parte essere devolute ad istituti vari.

Insomma oltre che buoni ci propongono di essere fessi.

 

  L'ADUC DENUNCIA ALL'ANTITRUST IL TENTATIVO DEL GOVERNO DI CREARE UN MONOPOLIO CON IL DECODER UNICO: I CONSUMATORI DEVONO POTER SEMPRE SCEGLIERE, ALTRIMENTI E' COME SE SI DICESSE LORO "SEI LIBERO DI PARLARE, MA IL MICROFONO TE LO DO' IO".

Firenze, 8 gennaio 1998. Il sottosegretario alle Comunicazioni Vincenzo  Vita, ha rilasciato un'intervista al settimanale "l'Espresso", in cui "per la tutela del consumatore" ha detto che e' intenzione del Governo di modificare la legge di riforma del sistema televisivo -il DDL n.1138- perche' per la tv digitale sia imposto un unico decoder: questo strumento e' molto importante perche' non sara' usato solo per la pay-tv, ma anche per i servizi Internet.

"Grazie no!" E' la risposta dell'Aduc per voce del suo presidente nazionale Vincenzo Donvito". "preferiamo dover poter scegliere tra piu' decoder che non essere "graziati" dalla proposta dell'on.Vincenzo Vita. Cio' che il sottosegretario propone e' il tipico cambio delle regole a partita iniziata: siccome non riesce a far pesare l'economia dello Stato in modo determinante, ecco che fa delle nuove regole, quando tutti sono ormai lanciati nel gioco, per farle pendere a suo vantaggio, e lasciare fregato chi sta giocando. E siccome questo Stato sta mostrando in piu' luoghi cosa intende per privatizzazione e liberalizzazione, non crediamo che in questo ambito abbia intenzioni diverse: modificare tutto per non cambiare niente, e continuare a controllare -apparentemente solo con gli strumenti tecnici- tutto quello che viene emesso via etere. E la partita si fa molto importante, proprio per quello che dice il sottosegretario Vincenzo Vita: e' in gioco anche il controllo delle strutture di comunicazione di Internet; vogliamo che l'Internet del domani -che sara' per via etere e non via cavo come oggi- sia diffuso sotto il controllo di un solo gestore? L'esperienza Telecom, con tutte le sigle di derivazione tipo Tim, Tin, Interbusiness, etc... ci basta e avanza.

Quello che il sottosegretario alle Comunicazioni propone e' la stessa  iberta' di chi dice "sei libero di dire cio' che vuoi, ma basta che tu lo faccia dai miei microfoni". Per queste ragioni abbiamo interessato l'Autorita' Antitrust, perche' verifichi se nella proposta dell'on.Vita non ravveda gli estremi per viziare le forme -e in fondo anche la sostanza- di un mercato che invece il Governo e' impegnato a controllare che sia libero e concorrenziale.

PER L'ADUC E' SOLO DEMAGOGIA CHE LIMITA IL MERCATO E SFAVORISCE IL MERCATO DEGLI AFFITTI.

Firenze, 8 Gennaio 1999. Il Comune di Firenze ha deciso di portare l'Ici per le case sfitte dal 7 al 9 per mille. Interviene l'Aduc, per voce del suo presidente Vincenzo Donvito.

Solo demagogia populista, che servita' ad allontanare dal mercato i proprietari immobiliari e li stimolera' a fare carte false. Per il Comune, probabilmente, decenni di regime ad equo canone non hanno insegnato alcunche': non hanno capito che quando il mercato non si lascia al semplice gioco della domanda e dell'offerta, ma si cerca di indirizzarlo verso gli interessi di una parte che qualcuno ritiene piu' debole, si ottiene precisamente il contrario di quanto si voleva. La nuova legge sugli affitti immobiliari non aiuta certamente in questo senso, ma e' pur sempre una cosa diversa rispetto ai regimi precedenti che tragicamente venivano definiti "equi". Ma i nostalgici sono duri a morire, ed eccoli di nuovo che, forti del loro potere amministrativo, cominciano letteralmente ad abusarne, a danno di tutti e del mercato.

Ma perche' questi amministratori "equi" non cominciano con il censire gli immobili di loro proprieta', e cominciano a far pagare affitti equi a chi spesso paga letteralmente due lire solo perche' ha avuto la fortuna di avere un nonno che decenni fa aveva vinto non sappiamo quale gara? Troppo semplice, e poi non darebbe potere, ma renderebbe invisa l'amministrazione a tutti coloro che sono rientrati nel guscio dei privilegiati. Il Comune di Firenze, purtroppo, sta seguendo una piega terribile nei rapporti con gli amministrati, sempre piu' considerati sudditi. E' successo cosi' nella vicenda della multa-bis per coloro che si erano gia' messi in regola con il condono edilizio (su cui pende ancora il nostro ricorso al Tar), e' successo per chi aveva regolarmente pagato l'Iciap e dopo svariati anni ha dovuto dimostrarlo di nuovo perche' il Comune s'era perso le carte, succede ogni giorno quando il Comune deve rimborsare qualcosa e obbliga i sudditi a code estenuanti che invece non si devono fare nel caso in cui sono i contribuenti che devono pagare di piu' al Comune.

E' solo questione di stile. Aspetteremo il verdetto del Consiglio comunale per portare nelle sedi competenti -comprese quelle giudiziarie e comunitarie- la scellerata decisione di oggi. 

I CONSUMATORI NON SONO BUOI E L'ADUC LI INVITA A PREMIARE SOLO I COMMERCIANTI CHE LI TRATTERANNO IN MODO CIVILE.

Firenze, 9 Gennaio 1999. "Ma chi l'ha detto che per partecipare ai saldi di stagione bisogna mettersi in fila ed aspettare il turno, anche al freddo e pure se piove, tra le spinte e le furbizie di chi cerca di scavalcare la fila?". Cosi' inteviene Vincenzo Donvito, presidente nazionale dell'Aduc, l'associazione che nei giorni scorsi ha diffuso un decalogo di consigli in materia. "Crediamo che non sia commercialmente corretto tenere chiuse le porte di un negozio lasciando fuori diverse decine di persone. Soprattutto se il tempo non e' amico. Un negozio che fa i saldi deve restare aperto come tutti gli altri giorni: i consumatori non sono buoi da tenere in coda all'esterno, ma sono coloro che portano il denaro per buoni business per tutti, e vanno trattati come sempre in queste occasioni, con gentilezza e cortesia. Se poi l'afflusso e' davvero massiccio, siccome non si tratta della distribuzione di derrate alimentari di prima necessita' in un periodo di carestia, i commercianti assumano altri commessi, anche a termine. Dei vantaggi del commercio in questo periodo, che e' l'unico nell'anno che risponde al mercato e alle sue dinamiche, perche' viene spurgato di una serie di picche di prezzi che spesso sono solo fregole snobbiste, e' giusto che ne usufruiscano tutti: consumatori, commercianti e lavoratori.

Se il problema sono le esigue dimensioni del locale, i negozianti potrebbero consegnare ai clienti dei numeri d'ordine con fasce orarie scaglionate. Ma se i locali sono di capienza adeguata, il parco buoi esterno e' solo un deterrente negativo: l'esporre code di clienti come forma di pubblicita', oltre che a creare problemi di ordine pubblico, denota scarsa professionalita' del commerciante ed e' residuo di una mentalita' bottegaia che invitiamo i consumatori a non premiare.

ADUC CONTRO CONSOB: MA DA CHI PRENDE ORDINI?

Roma,9.1.99. Dopo Babbo Natale arriva la Befana e la Consob si adegua, con un doppio regalo agli intermediari (banche e sim). Infatti, per Natale la Consob ha regalato, agli operatori finanziari, uno sconto fino al 90% delle tariffe e dei canoni di abbonamento ai mercati e per la Befana ha regalato un rinvio dell'appuntamento con il benchmark, il parametro finanziario di riferimento e di confronto per le gestioni dei titoli di borsa e di mercato, previsto dal Testo unico dei mercati finanziari fin dal luglio scorso, che doveva entrare in vigore il 13 gennaio. Insomma - dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc - alle "sollecitazioni" esterne la Consob risponde con il famoso "obbedisco".

Naturalmente chi e' danneggiato e' il risparmiatore, ma questo ha poca importanza. Cosi il cittadino non potra' ancora sapere se il proprio gestore di titoli e' bravo o meno e non potra' decidere di cambiare e affidarsi ad altri che facciano fruttare al meglio i propri soldi. In questo modo viene meno uno degli elementi fondamentali del mercato: la comparazione tra le offerte e la possibilita' di scelta. Non e' poco e di questo dobbiamo ringraziare la Consob e chiedere: ma da chi prende ordini?

 

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