Scarchilli,
breve è bello
Scrittore di poesie e mini-racconti, dopo
un primo film quasi romantico l'aiuto regista di Citti e Gassman ha diretto una commedia a
episodi su manie, tic e fobie dei nostri tempi. Per dimostrare che anche le piccole cose
possono condizionare una vita
Collaboratore e aiuto regista di Sergio Citti e
di Vittorio Gassman, Giancarlo Scarchilli ha diretto il suo primo lungometraggio nel 1997:
Mi fai un favore con Ornella Muti e Alessandro Gassman era una pellicola intensa
a tratti romantica in cui il regista aveva sintetizzato la gran parte delle
proprie esperienze di lavoro precedenti.
Adesso Scarchilli ha diretto I fobici, film commedia
a episodi che mette in primo piano le fobie, i tic e le manie della nostra epoca.
Protagonisti tra gli altri - Sabrina Ferilli, Rodolfo Laganà, Daniele Liotti,
Marco Giallini e Luca Laurenti.
Scarchilli, da dove è nato questo film?
Soprattutto dallidea di raccontare la vita di una
persona che sa tutto e che nella sua esistenza non ha altro. E che nel film è stata
interpretata da Luca Laurenti che risulta essere un uomo molto esperto sui tragitti degli
autobus notturni. Poi mi è venuta in mente la storia realizzata da Gianmarco Tognazzi
dove si racconta della partenza di un uomo che vuole lasciarsi tutto alle spalle e non
riesce a farlo, proprio a causa delle sue manie. Dopo queste due storie è seguito tutto
il film che ho scritto insieme a Giovanni Veronesi e Liliana Eritrei.
Qual è stato il passaggio dal suo primo film a I
fobici?
Sono arrivato a questo lavoro come poeta e autore di
racconti brevi, quindi la sintesi è qualcosa che trovo molto congeniale al mio modo di
lavorare. Per questo ho voluto sintetizzare in quattro piccole storie le molte idee che
avevo. Laltro film era una narrazione di sentimenti, più toccante, mentre questa è
una commedia. Volevo riuscire a raccontare la vita delle persone comuni ed è per questo
che mi sono occupato di un piccolo avvenimento in ciascun episodio per mostrarne al
pubblico le conseguenze enormi sullesistenza di alcune persone, magari più
sensibili.
Un po come accadde in Ladri di biciclette, dove
a un piccolo avvenimento come un furto di una bicicletta seguono - nelle vite dei
protagonisti - conseguenze che sconvolgono la vita di gente comune. Qualcosa che ha
utilizzato anche Ken Loach in Piovono pietre. Ed è per questo che ho voluto
mostrare - per esempio - qualcosa che in genere non si vede mai al cinema come la vita
delle persone che vanno a lavorare per il turno di notte o che di notte staccano dal
lavoro.
Qual è il denominatore comune dei suoi
personaggi ?
Il candore.
Girare un film con tanti attori non è una cosa facile.
Quali sono i requisiti necessari per arrivare fino alla fine ?
La pazienza, la salute e lumiltà. Solo grazie a una
certa onestà intellettuale si riesce a fare in modo che le cose funzionino.
Nel primo episodio si vede una Roma di notte molto
bella...
Ed è quella vera, poi. Volevamo a tutti i costi evitare la
cartolina. Era Roma, ma poteva essere qualsiasi altra città, lasciando un tono sospeso...
Cè qualche elemento volutamente pasoliniano e a tratti fiabesco, perché la cosa
che ci interessava di più era raccontare uno stato danimo, non una realtà
oggettiva.
m.s. |