Vai al numero precedenteVai alla prima paginaVai al numero successivo

Vai alla pagina precedenteVai alla prima pagina dell'argomentoVai alla pagina successiva

Vai all'indice del numero precedenteVai all'indice di questo numeroVai all'indice del numero successivo
Scrivi alla Redazione di NautilusEntra  in Info, Gerenza, Aiuto
 
redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Febbraio 1999
 

Scarchilli, breve è bello

Scrittore di poesie e mini-racconti, dopo un primo film quasi romantico l'aiuto regista di Citti e Gassman ha diretto una commedia a episodi su manie, tic e fobie dei nostri tempi. Per dimostrare che anche le piccole cose possono condizionare una vita

fobici_p.jpg (16325 byte)Collaboratore e aiuto regista di Sergio Citti e di Vittorio Gassman, Giancarlo Scarchilli ha diretto il suo primo lungometraggio nel 1997: Mi fai un favore con Ornella Muti e Alessandro Gassman era una pellicola intensa – a tratti romantica – in cui il regista aveva sintetizzato la gran parte delle proprie esperienze di lavoro precedenti.

Adesso Scarchilli ha diretto I fobici, film commedia a episodi che mette in primo piano le fobie, i tic e le manie della nostra epoca. Protagonisti – tra gli altri - Sabrina Ferilli, Rodolfo Laganà, Daniele Liotti, Marco Giallini e Luca Laurenti.

Scarchilli, da dove è nato questo film?

Soprattutto dall’idea di raccontare la vita di una persona che sa tutto e che nella sua esistenza non ha altro. E che nel film è stata interpretata da Luca Laurenti che risulta essere un uomo molto esperto sui tragitti degli autobus notturni. Poi mi è venuta in mente la storia realizzata da Gianmarco Tognazzi dove si racconta della partenza di un uomo che vuole lasciarsi tutto alle spalle e non riesce a farlo, proprio a causa delle sue manie. Dopo queste due storie è seguito tutto il film che ho scritto insieme a Giovanni Veronesi e Liliana Eritrei.

Qual è stato il passaggio dal suo primo film a I fobici?

Sono arrivato a questo lavoro come poeta e autore di racconti brevi, quindi la sintesi è qualcosa che trovo molto congeniale al mio modo di lavorare. Per questo ho voluto sintetizzare in quattro piccole storie le molte idee che avevo. L’altro film era una narrazione di sentimenti, più toccante, mentre questa è una commedia. Volevo riuscire a raccontare la vita delle persone comuni ed è per questo che mi sono occupato di un piccolo avvenimento in ciascun episodio per mostrarne al pubblico le conseguenze enormi sull’esistenza di alcune persone, magari più sensibili.

Un po’ come accadde in Ladri di biciclette, dove a un piccolo avvenimento come un furto di una bicicletta seguono - nelle vite dei protagonisti - conseguenze che sconvolgono la vita di gente comune. Qualcosa che ha utilizzato anche Ken Loach in Piovono pietre. Ed è per questo che ho voluto mostrare - per esempio - qualcosa che in genere non si vede mai al cinema come la vita delle persone che vanno a lavorare per il turno di notte o che di notte staccano dal lavoro.

Qual è il denominatore comune dei suoi personaggi ?

Il candore.

Girare un film con tanti attori non è una cosa facile. Quali sono i requisiti necessari per arrivare fino alla fine ?

La pazienza, la salute e l’umiltà. Solo grazie a una certa onestà intellettuale si riesce a fare in modo che le cose funzionino.

Nel primo episodio si vede una Roma di notte molto bella...

Ed è quella vera, poi. Volevamo a tutti i costi evitare la cartolina. Era Roma, ma poteva essere qualsiasi altra città, lasciando un tono sospeso... C’è qualche elemento volutamente pasoliniano e a tratti fiabesco, perché la cosa che ci interessava di più era raccontare uno stato d’animo, non una realtà oggettiva.

m.s. 

np99_riga_fondo.gif (72 byte)

                                           Copyright (c)1996 Ashmultimedia srl - All rights reserved