APPUNTAMENTI DARTE (II)
AOSTA ARTE
Il capoluogo dellomonima regione Autonoma
apre il 1999 con una serie di iniziative di grande interesse ed originalità che
rimarranno aperte al pubblico fino ad aprile. Si tratta di una rassegna-saggio sullAvanguardia
Russa e la musica, raccolta nel Centro Saint-Bénin; di una monografia sul pittore
espressionista toscano Remo Squillantini, collocata allinterno degli spazi
espositivi della Tour Fromage; di unantologica a temi del lombardo-veneto
dellOttocento italiano, Leonardo Bazzaro al Museo Archeologico di piazza
Roncas, della quale si parlerà nel numero di aprile.
"Kandinsky e i suoi contemporanei 1900-1920.
Musica e colore, ritmo e spazio" (12 dicembre 6 aprile)
La mostra, che indaga i rapporti tra pittura e musica nella
Russia dellinizio del XX secolo, è aperta fin dal 28 gennaio nel Centro
Saint-Bénin, nel cuore antico della città. Essa nasce dalla collaborazione tra la
Regione Autonoma Valle dAosta e il Museo delle Arti di Kazan, il Museo Ostwall di
Dortmund, la Fondazione Schönberg di Vienna e, in modo particolare, con il Museo di Stato Russo di
S.Pietroburgo la cui vice direttrice Eugenija Petrova, ne è stata la curatrice,
traducendo in evento espositivo quanto aveva raccolto nei suoi studi attorno al tema della
profonda relazione intercorrente tra la pittura dellAvanguardia Russa e la musica
coeva.
Molti pittori appartenenti a questa corrente, Malevich,
Matiuschin, Zavlescki, Kulbin, Ekster, Puni, oltre, naturalmente a Kandinsky, erano,
infatti, anche ottimi musicisti, mentre i compositori Schönberg e Filonov amavano la
pittura ed erano soliti dipingere. Le 70 opere presenti nella rassegna, delle quali ben 25
sono di Wassily Kandinsky, raccontano con grande evidenza come il sodalizio tra questi
artisti avesse come obiettivo comune quello di sperimentare "assonanze e
dissonanze" tra musica e pittura, di maturare una ricerca estetica che li portò a
raggiungere risultati molto simili pur nei due differnti linguaggi.
E, infatti, facile rintracciare nei dipinti astratti
di Kandinsky i temi musicali delle opere di Stravinskij e Prokofev, così come le
musiche di Arnold
Schönberg, padre della dodecafonia, "evocavano associazioni con il colore e la forma
sui quali prendeva corpo la plasticità del linguaggio pittorico".
"Laritmia musicale, lampia gamma delle soluzioni tonali proprie dei
compositori dellinizio del Novecento, avevano un corrispondente nelle ricerche
pittoriche delle correnti postfuturiste".
Il catalogo che accompagna la mostra, edito da Giorgio
Mondadori, chiarisce i termini della questione con i testi critici a cura della già
citata Eugenija Petrova, di Vladimir Gusev, direttore del Museo di Stato Russo di
S.Pietroburgo e di Christian Meyer, direttore del Centre Arnold Schönberg di Vienna.
"Remo Squillantini. Antologica" (6
dicembre 6 aprile)
E
il titolo della mostra curata da Paolo Levi in collaborazione con la Regione Autonoma
Valle dAosta negli spazi espositivi della Tour Fromage. Essa testimonia, con circa
34 opere del pittore toscano (1920-1996), gli ultimi 25 anni della sua attività. E
tra il 1970 e il 1996, infatti, nella pienezza della maturità che egli si era dedicato
alla pittura intesa nel senso pieno ed autonomo dellespressività comunicativa, dopo
aver svolto una brillante carriera di illustratore.
Lironia espressionista di Squillantini si dispiega
con vigore nella rappresentazione dei più caratterizzati "tipi", spesso narrati
in contesti cari agli impressionisti, a Cézanne o agli Espressionisti tedeschi della Neue
Sachlichkeit.
Paolo Levi che, oltre a curare la mostra è anche
lautore del testo critico del catalogo edito da Giorgio Mondadori, vi cita uno
scritto su Squillantini di Mino Maccari il quale afferma anche che i ptotagonisti dei
dipinti di Squillantini "sono i degni eredi dei personaggi di Giuseppe Giusti, per
non risalire fino a Giovenale". Figure che offrono una visione disincantata della
realtà sia che il mondo cui appartengono sia quello del calcio, piuttosto che quello dei
suonatori di jazz o dei borghesi che giocano a carte.
La
"toscanità" dellartista affiora, poi, nella frequentazione naturale,
"osmotica" con Giotto e con Piero della Francesca, suoi maestri e conterranei,
ma anche dal fatto che a Stia, paese in provincia di Arezzo nel quale Squillantini vide la
luce nel 1920, è anche il luogo in cui venne esiliato Dante ghibellino e dove, come
afferma il pittore stesso "nasce lArno e nasce larte".
Sulla sua pittura, perennemente in bilico tra la poesia e
lironia, il divertimento e lamarezza è, come avrà ad affermare Franco Solmi
"morbidamente capace di effondere veleni", in grado di "suscitare gaiezze
di riscoperti erotismi" e di "comunicare una vibrazione al sogno, fatto
alchemicamente di gioventù, di disfacimenti e di dolcezze".
G.G. |