I film di Marzo (I parte)
Patch Adams {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}
Robin Williams Monica Potter
Daniel London Sceneggiatura Steve Oederek Regia Tom Shadyac Anno di
produzione 1998 Distribuzione UIP Durata 115
Un Robin Williams scatenato e estremamente in
forma porta con enorme bravura sullo schermo la storia vera del Dottor Hunter
"Patch" Adams che nei primi anni Settanta - volle a tutti i costi
diventare un medico, sovvertendo con la sua simpatia e la sua allegria le rigide regole
universitarie che pongono una grande distanza tra lammalato e il suo curante. Patch
Adams è un grande film sullillusione di un mondo dove laltruismo conti più
dei singoli interessi e dove un medico si occupi di fare vivere bene il suo assistito.
Pellicola commovente e ottima sotto tutti i punti di vista, ci regala la presenza di un
attore sempre più bravo che non vedevamo tanto in forma da molti anni. Robin Williams è
un interprete straordinario di cui non si potrà mai dire sufficientemente bene che riesce
a dare ancora di più del solito quando è diretto da una regia che ne esalta le
caratteristiche buffe e le grandi capacità istrioniche. Quando poi una storia come questa
riesce a coniugare il talento contemporaneamente comico e drammatico, assecondando le sue
grandi possibilità di recitazione, Williams riesce a essere davvero superlativo. Vedere
quello che gli altri non vedono, fare quello che gli altri non sanno fare, curare per fare
star bene e non per arricchirsi, amare per potere essere riamati sono i messaggi che
questa storia tanto originale e intensa ci mandano con stile e simpatia. Accompagnato da
un cast di buoni comprimari con una algida Monica Potter brava a fare quello che le viene
chiesto, Robin Williams in questo Patch Adams ci offre un seguito ideale al
personaggio che fu ne Lattimo fuggente. Insofferente delle grette
istituzioni, dotato di unintelligenza superiore e di una profonda e meditata
umanità. Un film che bisogna vedere per capire e apprezzare lo sforzo di un uomo in grado
di sovvertire ereticamente un sistema che non funziona per maligni interessi economici e
bassi calcoli di bottega. Una pellicola luminosa su un personaggio fuori dal comune con
una sceneggiatura e una regia davvero allaltezza. Se mai gli Oscar dovessero
occuparsi della commedia, questo film andrebbe seppellito dalle statuette e Robin Williams
ne meriterebbe sicuramente una.
Shakespeare in Love {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}
Joseph Fiennes - Gwyneth Paltrow - Geoffrey
Rush - Ben Affleck - Rupert Everett - Colin Firth - Tom Wilkinson - Judi Dench Sceneggiatura
Marc Norman e Tom Stoppard Regia John Madden Anno di produzione 1998 Distribuzione
UIP Durata 122
Come era già successo per Guildestern & Rosencranz sono
morti il commediografo Tom Stoppard scrive un film dall'andamento shakesperiano che in
un gioco continuo tra finzione e realtà segue dal punto di vista dell'autore la creazione
di uno dei maggiori drammi del poeta nato a Stratford on Avon: Romeo e Giulietta.
Nella cornice di una perfetta ricostruzione
storica, esaltata da costumi splendidi e ottime scenografie, si muove un geniale William
Shakespeare senza molte idee e con complessi di inferiorità nei confronti del più
celebre Christopher Marlowe. Saranno però l'amore ricambiato per Lady Viola (una nobile
che nonostante il divieto per le donne di recitare vuole fare l'attrice) e la passione a
instillare in lui l'idea di un dramma d'amore in cui riversare tanti piccoli accadimenti
della sua vita quotidiana.
In un gioco continuo tra realtà e finzione e
in un cambio repentino della punto di vista tra quello della macchina da presa e quello
del palcoscenico, l'amore tra Shakespeare e Lady Viola viene seguito nel duplice andamento
del film e del dramma shakespeariano in un veloce e commovente contrappunto.
Ma Shakespeare in Love non è solo un
film d'amore, dai robusti contenuti storico - culturali. Come nel teatro dell'autore di Amleto
e di Othello, la contaminazione tra poesia e ironia, tra commedia esilarante e
dramma addolorato trova la sua consacrazione più alta, grazie soprattutto all'ottimo cast
di attori, presenti nella pellicola. Sono, infatti, Geoffrey Rush (Premio Oscar per Shine),
Tom Wilkinson (The full monty), Rupert Everett, Ben Affleck, Judi Dench (Candidata
all'Oscar per Mrs.Browne) a dare vita a una storia irresistibile, dove oltre a
raccontare alla perfezione un'epoca viene creato l'ideale sfondo per mostrare l'andamento
di una passione e la sua eterna consacrazione letteraria. Su tutti loro, peró, svettano i
protagonisti Gwyneth Paltrow e Joseph Fiennes a prestare il volto a una storia d'amore
indimenticabile come quella dei loro alter ego Romeo e Giulietta.
Un ottimo film che proprio come nel
precendente Guilderstern & Rosencranz sono morti vede Tom Stoppard realizzare
una commedia colta e intelligente che - divertendo e ammaliando con il suo fascino -
racconta con elegante piglio storico la vita di uno dei maggiori geni della cultura
mondiale. Il romanzato risulta talmente accurato e interessante da sembrare reale, per
continuare a giocare tra finzione e realtà mostrandoci con occhio divertito la vita del
grande poeta nel suo aspetto più simpatico ed umano.
Un film sontuoso e splendido. Da non perdere
assolutamente per chi ama il teatro e per chi ama il cinema d'autore che - nonostante la
sua leggerezza - regala emozioni, risate e lacrime. Proprio come il teatro di William
Shakespeare, icona raffinata di un'epoca e insuperato narratore della condizione umana.
Babe va in città (Babe : pig in the
city) {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}
Magda Szubanski - James Cromwell - Mary Stein
- Mickey Rooney Sceneggiatura George Miller - Judy Morris - Mark Lamprell Regia George
Miller Anno di produzione 1998 Distribuzione UIP Durata 96
E piacevole potere assistere a un sequel
che non solo sia divertente quanto il suo illustre predecessore, ma che lo superi per
una certa cura dei particolari e forse per una maggiore originalità. Babe
va in città è una spassosa avventura che il simpatico maialino coraggioso vive in
una metropoli che ha i tratti caratteristici di numerose città del mondo come la Torre
Eiffel, il Golden Gate, la Statua della libertà e molti altri. Stavolta, però, la
missione del piccolo porcello non è quella di fare il maiale da pastore per delle pecore
riottose, quanto piuttosto di salvare una colonia di animali domestici che
composta da gatti e cani, rischia di trovarsi senza casa per la stupidità e la crudeltà
di alcuni umani. Se certe situazioni sono forse non particolarmente riuscite
come quella della festa elegante in cui vecchi incartapecoriti non capiscono
limportanza della vita e della salute degli animali, altre funzionano e sono molto
riuscite. Babe va in città è allora un appuntamento importante per far capire ai
bambini il valore della vita dei nostri amici animali, perché divertendo e commuovendo
mostra la fragilità di piccoli esserini domestici di fronte alla nostra stupidità e
ignoranza.
La sottile linea rossa (The
thin red line) {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}
Adrien Brody - Jim Caviezel- Ben Chaplin -
George Clooney - John Cusack - Woody Harrelson - Elias Koteas - Nick Nolte - John Savage -
Sean Penn - John Travolta Sceneggiatura e Regia Terrence Malick basata sul romanzo
di James Jones Produzione Robert Michael Geisler, John Roberdeau, Grant Hill
USA 1998 Distribuzione Twentieth Century Fox Durata 170
La sottile linea rossa è una poetica rappresentazione della
guerra che ogni uomo si porta dentro. Non un film di guerra come Salvate il soldato
Ryan, bensì una pellicola sul dolore che ogni uomo ha con sé durante il confronto
contro un nemico terribile e invisibile come i giapponesi della battaglia di Guadalcanal
nella lotta per il controllo del Pacifico nel 1942. Qualcuno che non ha mai combattuto e
che non ha mai visto o immaginato una guerra, potrebbe trovare banale lelencazione
di drammi e problemi vissuti da ogni singolo soldato. In realtà quando il momento che
vivi potrebbe essere lultimo, ti aggrappi a qualsiasi cosa pure di scappare lontano
anche solo mentalmente da dove ti trovi. E gli eroi sono solo quelli che
hanno saputo superare la paura. La guerra di Malick è fatta di una belligeranza
angosciante che si sublima in una pellicola durissima e affascinante, dove nemmeno una
sola inquadratura è lasciata al caso. A differenza della sorte toccata ai militari dei
due eserciti costretti a essere nemici sotto bandiere che in questo film non si vedono mai
e che diventano fratelli nel dolore di fronte a una natura indifferente, ma non cieca.
Sprezzante di un genere umano incapace di capire la forza e la grazia del dono della vita.
Una pace da offrire e condividere in nome di un amore eterno e universale, lontano dal
pacifismo pieno di slogans di qualche disertore e fuggiasco, ma lontano anche dal
rombo inquietante di cannoni fatti sparare spesso solo per interessi personali. Come dire:
la ricerca della pace è la conquista finale delluomo capace di combattere che
rifiuta di arrecare dolore, e che non cerca un alibi per la propria codardia.
La Noia (Lennui) {Sostituisci con chiocciola}
Charles Berling - Sophie Guillemin - Arielle
Dombasle Sceneggiatura e Regia Cedrich Kahn liberamente tratto dal romanzo di
Alberto Moravia Anno di produzione 1998 Distribuzione Lucky Red Durata 120
Noiosa
e scadente trasposizione del romanzo omonimo di Alberto Moravia, La noia non ha
molto in comune con lillustre testo del romanziere nostro connazionale, sembrando
essere piuttosto un probabile alibi per un film soft porno da vendere
- come spesso capita sotto labusato vessillo della cultura. Ambientato nella
Parigi di oggi, il film si trascina senza mordente nel mostrare una sequela notevole e non
spiacevole di amplessi, conditi da un noioso fiume in piena di parole, domande, quesiti.
Mancando il giusto tono di tensione per trasformare quella dello scrittore per la giovane
semi sconosciuta in una vera ossessione erotica, La noia appare essere una retorica
e datata rivisitazione di un testo troppo difficile da trasporre cinematograficamente.
Lingenuità e lindifferenza della protagonista sembrano passare per
stolidità, mentre il personaggio dellintellettuale borioso più che riferirsi a un
archetipo, sembra piuttosto fornire la non certo nuova o originale immagine fuori tempo di
un uomo frustrato e idiota. I meccanismi di seduzione sono incomprensibili, mentre lo
stesso andamento del film peggiorato dal lieto fine risulta assurdo e
ridicolo.
Gods & Monsters {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}
Ian McKellen Brendan Fraser - Lynn
Regrave Sceneggiatura Bill Condon tratta dal romanzo di Christopher Bram Regia Bill
Condon Anno di produzione 1998 Distribuzione Lucky Red Durata 105
Elegante e raffinato racconto degli ultimi
giorni di vita del regista di Frankestein James Whale, Gods & Monsters è
un film affascinante, perché grazie a un Sir Ian McKellen candidato allOscar riesce
a mostrare uno spaccato veritiero di unepoca come gli anni sessanta a Hollywod,
spesso seppelliti sotto una coltre di retorica patinata. E cè anche qualcosa in
più: lamicizia sensibile e sensuale tra il vecchio regista dimenticato e ammalato e
il vigoroso giardiniere un po tonto, diventa il paradigma positivo di un rapporto
tra un uomo anziano e un giovane allievo. Oltre a essere, poi, una fedele testimonianza
sulla Hollywood degli anni doro su cui iniziavano ad allungarsi le prime ombre
inquietanti del maccartismo, Gods & Monsters è una fedele ricostruzione
storica e scenografica di un mondo dove una Elizabeth Taylor bambina incominciava a
compiere i primi innocenti passi. In questo senso gli dei e i mostri del regista
risultavano completamente obsoleti. Nonostante fossero in realtà i segni geniali di un
cinema che sapeva raccontare e mostrare la verità della vita, ammantandola di sogni e
angosce.
I corpi di giovani a pagamento confrontati con
gli incubi delle trincee della Prima Guerra Mondiale, costituivano lo stesso miscuglio
superbo di apollineo e dionisiaco che Whale immetteva nei suoi film come Frankestein
e La maschera di ferro, ritratto inconscio e sincero di un mondo in contrasto
perenne tra bellezza e abiezione. Un film pieno di poesia e davvero affascinante. Un
capolavoro che avrebbe meritato di concorrere allOscar anche come miglior film.
Ballando a Lughnasa (Dancing
at Lughnasa) {Sostituisci con chiocciola}
Meryl Streep Michael Gambon
Catherine McCormack Kathy Burke Brid Brennan Sophie Thompson
Rhys Ifans Sceneggiatura Frank McGuinness tratta dal romanzo di Brian Friel Regia
Pat OConnor Anno di produzione 1998 Distribuzione Lucky Red Durata
95
LIrlanda si sa è giustamente di moda di questi tempi. Il
fascino inattaccabile della terra degli gnomi, diventa una specie di fontana cui attingere
con ogni genere di storia e pensieri pur di attirare il pubblico. Ballando a Lughnasa -
nonostante la presenza di unottima attrice come Meryl Streep stavolta calata in
una figura scialba e arcigna - non sembra una pellicola, però, genuinamente irlandese. La
terra del Liffey rimane dunque un po in sospensione senza mai entrare
di peso nel vivo della storia che peraltro potrebbe essere ambientata in qualsiasi altro
luogo e in qualsiasi altro tempo. Perfino i riti pagani della divinità della luce,
rimangono nebulosi nelle trame di una sceneggiatura a tratti troppo semplicistica e
semplificata allosso. Ballando a Lughnasa non è un buon film. Negli anni
Novanta e peggio ancora alla loro fine, bisogna elaborare storie efficaci quando ci si
vuole avvicinare al tema della famiglia. Non basta mettere insieme quattro attrici più o
meno brave e "vedere cosa succede" per dare vita a una buona ed efficace
pellicola. E il film nonostante tante buone intenzioni paga tutto questo. Il
suo non avere unidentità culturale e sociale definita e originale.
Bagnomaria §
Giorgio Panariello - Manuela Arcuri - Ugo
Pagliai Sceneggiatura e regia Giorgio Panariello, Leo Benvenuti e Piero De Bernardi
Anno di produzione 1999 Distribuzione Cecchi Gori Durata 90
Nellera del "fai da te" tutti possono fare tutto. Così Giorgio
Panariello, comico toscano, ha pensato che per realizzare un film bastasse affiancarsi a
due grandi "troppo" vecchi del cinema italiano come Benvenuti e De Bernardi e
sulla base di mille barzellette girare Bagnomaria.. Bambinesco,
infantile, volgarotto, il film che è venuto fuori è unimbarazzante mescolanza di
tipi e personaggi della Versilia, raccolti in un film che non solo non fa ridere, ma che
è anche deprimente.
Con la presenza inspiegabile di Ugo Pagliai,
Panariello è riuscito a costruire un film senza senso di cui si desidera solo attendere
la fine. Un brutto tentativo di sfruttare il filone "toscano" del cinema
italiano degli anni novanta, con lunico risultato di essere andati a mettere le mani
su una zona franosa e vuota. Questo non è cinema, né bello , né brutto. E solo
cattiva televisione proiettata su un grande schermo che incassa decine di miliardi e che
non vale una lira.
Il giocatore (Rounders) {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}
Matt Damon - Edward Norton - John Malcovich -
John Turturro - Famke Janssen Martin Landau Sceneggiatura David Levien & Brian
Koppelman Regia John Dahl Anno di produzione 1998 Durata 120
Assomiglia a una versione annacquata anni
Novanta e non spettacolare de La stangata questo grigio film con protagonisti Matt
Damon e il candidato allOscar 99 Edward Norton.
Nonostante lottima presenza di attori
del calibro di John Turturro, John Malcovich e di Martin Landau, Il giocatore non
riesce mai a decollare staccandosi dalla pedissequa messa in mostra delle decine di locali
newyorchesi per giocatori dazzardo che con il poker alla Texana (senza limiti di
puntata) si pagano laffitto e da vivere. Danneggiato da una regia quantomeno
consueta, la pellicola si perde nel raccontare tante piccole storie e mostrando tanti
differenti tipi umani senza essere né documento, né affresco. Ma solo un elenco
appesantito da una retorica da datato romanzo di Chandler.
Un film lento e che non lascia niente, e che
manca soprattutto nello sfruttare le grandi possibilità offerte da un cast di grandi
attori.
La proposta (The
proposition) {Sostituisci con chiocciola}
Kenneth Branagh Madeleine Stowe
William Hurt Sceneggiatura Rick Ramage Regia Leslie Linka Glatter Anno di
produzione 1998 Distribuzione Cecchi Gori Durata 110
Che peccato che le atmosfere della Chicago degli anni Trenta non abbiano
continuato a spirare su questo film fino alla fine. Se, infatti, dopo la prima
mezzora La proposta non avesse bruscamente virato verso una sorta di moderna
rivisitazione di Uccelli di rovo, avremmo potuto sperare di assistere a una
drammatica storia di passioni e di amori negati e innegabili. Sebbene Kenneth Branagh non
sia convincente nel ruolo del "prete bello" e ladro di cuori e William Hurt ci
dia prova di unaltra interpretazione scialba e senza interesse, è Madeleine Stowe (Lesercito
delle dodici scimmie, Lultimo dei Mohicani) a consolarci dello sfascio subito da
questa storia dalle mancanza di idee e dalla pochezza delle trovate registiche.
E ci piange il cuore dopo il disastroso
esito dei film con Woody Allen e Robert Altman vedere un genio come Branagh,
prestarsi alla realizzazione di pellicole discutibili nel loro risultato finale. La
proposta, infatti, anziché continuare a seguire la difficile strada dellanalisi
e del racconto dellintricato contrasto di passioni, ha preferito la più comoda e
lacrimosa pista conosciuta del drammone pieno di lacrime e sospiri facili. E meglio
allora dimenticarsi del finale in stile telenovelas di un film che poteva offrire
davvero unottima storia. Sia grazie agli attori, che grazie a una trama abbastanza
originale e efficace.
LEGENDA = § Si può non vedere {Sostituisci con chiocciola}
Mediocre {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola} Sufficiente
{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola} Discreto {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola} Buono {Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola}{Sostituisci con chiocciola} Ottimo
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