Com'è bella la Noia
Ha
letto il libro di Moravia e se n'è innamorato. Anche se, dice, è molto distante dalla
cultura francese. Ma per il regista Cedrich Kahn che lo ha trasformato in un film la
figura del personaggio maschile e la ricerca del compromesso rappresenta alla perfezione
le ansie dell'uomo moderno
Sceneggiatore
e regista francese, Cedrich Kahn ha praticamente esordito sul grande schermo con questo
libero adattamento del romanzo di Alberto Moravia, La noia, pellicola con
protagonisti Charles Berling (Ridicule) e lesordiente Sophie Guillemin.
Monsieur Kahn, perché ha scelto il testo di Moravia?
Leggere La noia è stato come un colpo di fulmine.
Mi è stato consigliato da Laurence Ferreira Barbosa con cui lavoravo per Bar des
rails. Per me è stato come avere a che fare con un thriller. Ho assimilato il
libro per trarne un film che è stato per me come una psicanalisi. Per capire quanto
avessi compreso e fatto mio il testo. Una cosa che mi ha particolarmente affascinato de La
noia è il miscuglio di elementi tragici e comici. Qualcosa molto distante dalla
cultura francese. A causa dello spirito "cartesiano"che c'è in Francia io non
mi sento troppo francese, mentre mi sento vicino alle atmosfere delle opere di Moravia.
Qual è la modernitá di questa storia?
Il personaggio portato sullo schermo da Sophie Guillemin
non è affatto moderno, ma è eterno, perché si avvicina a un archetipo. E' una sorta di
fantasma che è stato creato dall'autore ed io ho avuto moltissimi problemi a trovare una
ragazza adatta a interpretare per questa parte. Le giovani di oggi sono molto attive e
coscienti delle loro persone. Ci voleva una ragazza come Sophie per dare vita a un
personaggio fuori del tempo. Anche Sophie è moderna, ma la sua grande forza sta proprio
nella sua apparente sottomissione e nella sua indifferenza.
Da che cosa nasce - secondo lei - la dipendenza dal
sesso del personaggio principale?
Dallo stesso vuoto interiore dal quale nascono le ragioni
per la dipendenza dalla droga e dall'alcool. Quando si comincia una storia d'amore si fa
un pezzo di strada insieme che ci porta fuori dalla nostra solitudine. Il compromesso
nasce laddove non vogliamo abbandonare del tutto le nostre abitudini e le nostre scelte di
fondo. Un tema molto presente - quello dell'accettazione del compromesso - nei romanzi di
Moravia che secondo l'autore caratterizza l'uomo moderno.
Sempre a proposito di modernità, lei crede che il
personaggio dell'intellettuale nevrotico sia una figura moderna?
Assolutamente sí. Martin rappresenta perfettamente l'uomo
occidentale di oggi con tutte le sue nevrosi, le sue angosce, la necessità di spiegarsi
tutto sempre e comunque. Soffre, perché non riesce a controllare tutto e - soprattutto -
non riesce a sottomettere la donna che ama.
Fare un film sulla sessualitá non è cosa facile visti
i tanti illustri predecessori da Ultimo tango a Parigi fino al recente Chinese
Box. Ha tenuto conto di questi film?
Il sesso è stato per me una grossa sfida. Volevo
realizzare, infatti, qualcosa di veramente convincente. Se le scene fossero fallite, tutto
il film sarebbe stato un fallimento. Io sono una persona molto pudica e questo non mi ha
certo aiutato durante la lavorazione.
Marco Spagnoli |