Attualità Maggio 1999
Testo dell'appello contro la guerra
sottoscritto da 170 parlamentari
Fermate la guerra, fermate le bombe e, al pari
tempo, i massacri nel Kosovo: sono le parole con le quali abbiamo inteso e intendiamo
affermare come parlamentari della maggioranza, il rifiuto della soluzione militare del
conflitto nei Balcani e la necessità della soluzione politica. L'orrore dei massacri, il
calvario dei profughi e delle popolazioni civili, la vergogna della pulizia etnica del
regime di Milosevic non deve accecarci fino al punto di trascinare tutto e tutti dentro
una spirale tragica senza fine.
Sono passati giorni, settimane, un mese dall'inizio
dell'intervento militare della NATO, e nessuno degli obiettivi dichiarati è stato
raggiunto. Al contrario, siamo ormai al centro di una guerra che rischia di estendersi ad
altri paesi, di cui i profughi sono la prima vittima e dalla quale non si vede alcuna via
d'uscita. E' ormai maturo il tempo per dare una nuova possibilità alla politica. E'
necessaria una tregua, per tentare nuovamente la via della soluzione negoziale del
conflitto e della pace. Non si possono perdere altre opportunità.
Si è già persa l'occasione per la tregua di Pasqua
chiesta dal Papa e lo stesso per la Pasqua ortodossa. Perchè il rimpianto per la tregua
mancata delle due pasque? Perchè la religione parla a sentimenti radicati ed al simbolico
profondo dei popoli. E resta il bisogno e il dovere di parlare al popolo serbo, per non
compromettere ulteriormente una situazione nella quale la distanza tra il dittatore
Milosevic e la gente è stata improvvisamente ridotta, e anzi la prima vittima dei
bombardamenti è proprio l'opposizione di Belgrado. E' necessario fermare l'orologio della
guerra. E' necessario fermare la violenza nel Kosovo. E' necessario sfidare Milosevic sul
terreno della pace e dare voce alla speranza del dialogo e della politica, prima che sia
troppo tardi.
Abbiamo sostenuto la posizione del nostro Governo, che
rifiuta la trasformazione dell'intervento militare della NATO in una guerra di terra, in
una invasione del Kosovo come dell'intero territorio jugoslavo. E' questo per noi un
confine invalicabile. Diversi e molteplici atti muovono in questa direzione. Una guerra di
terra sarebbe un salto di qualità dell'escalation militare, molto probabilmente l'inizio
di un percorso senza ritorno. Le conseguenze sarebbero drammatiche: una estensione del
conflitto, il coinvolgimento diretto di altri paesi, la destabilizzazione di tutta l'area
balcanica ed un focolaio permanente di guerra. Non sarebbe, come qualcuno sostiene, la
fine della violenza e dei massacri delle popolazioni civili, ma l'inizio di una sofferenza
e di un dramma ancor più grandi. Infine, se questo dovesse essere l'esito del conflitto
dei Balcani, noi avremmo una conseguenza politica indiscutibile: la fine della prospettiva
dell'Europa politica, della sua funzione, della sua autonomia.
Sono, quindi, ragioni morali e politiche quelle che ci
portano a dire con fermezza un no all'intervento militare di terra delle forze della NATO
ed a richiedere che si utilizzino, anche in sede unilaterale, tutte le possibili vie per
una tregua, come quelle dell'ONU e della Russia. Sarebbe non la fine della tragedia del
Kosovo, ma l'inizio di una tragedia ancor più grande.
Senatori: Bortolotto, Lombardi Satriani, Bruno Ganeri, Nava, Donise, Bernasconi,
Conte, Mele, Tapparo, Pelella, De Martino, Pizzinato, Zilio, Monticone, Rescaglio,
Cortiana, Preda, Camerini, Russo, Di Orio, Ferrante, Giovannelli, Salvato, Manconi,
Carcarino, Volcic, Daniele Galdi, Masullo, Valletta, Senese, Barrile, Vertone, Lo Curzio,
Bergonzi, Albertini, Caponi, Manzi, Marino, Pettinato, Carella, Semenzato, Capaldi,
Ripamonti, Sarto, Lubrano Di Ricco, De Luca, Boco.
Onorevoli: Bianchi, Buffo, Maura Cossutta, Fioroni, Guarino, Fumagalli,
Crucianelli, Pistone, Panattoni, Paissan, Galletti, Luca', Lucidi, Cento, Leccese, Scalia,
Duilio, Cananzi, Servodio, Scantamburlo, Giacalone, Dameri, Giardiello, Evangelisti,
Bandoli, Vozza, Peruzza, Gasperoni, Capitelli, Caccavari, Gatto, Bolognesi, Giacco,
Vignali, Guerra, Bielli, Altea, Sciacca, Nappi, Brunetti, Bruno, Carazzi, Armando
Cossutta, De Murtas, Galdelli, Grimaldi, Lento, Meloni, Michelangeli, Moroni, Muzio, Nesi,
Ortolano, Rizzo, Santoli, Saia, Strambi, Penna, Chiusoli, Valetto, Ciani, Acciarini,
Gaetani, Attili, Rabbito, Grignaffini, Novelli, Gardiol, Lumia, Niedda, Palma, Maselli,
Albanese, Ruggeri, Cutrufo, Borrometi, Ruzzante, Schmid, Parenti, Procacci, Saraceni,
Benvenuto, Bracco, Ferrari, Voglino, Di Stasi, Dalla Chiesa, Pecoraro Scanio, Saonara,
Ricci, Riva, Abbate, Angelici, Pasetto, Domenico Izzo, Giulietti, Chiavacci, Dedoni, Di
Biasio, Calimani, Gambale, Corvino, Frigato, Sica, Di capua, Di Fonzo, Duca, Giannotti,
Labate, Iannelli, Orlando, Parrelli, Soriero, Finocchiaro, Scrivani, Gaetano Veneto,
Francesca Izzo, Signorino, Rubino, Scozari, Olivo, De Simone, Ruberti, Cimadoro,
Occhionero, Mauro, Sales.
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