Attualità Maggio 1999
La Nato? Gioca "pesante"
Sono molto più duri e densi
degli altri e penetrano le corazze più robuste. Ma sono anche radioattivi e il rischio è
quello della contaminazione di aria e terreno per centinaia d'anni. Sono i proiettili
all'uranio, usati dagli aerei dell'Alleanza. Questo è quello che il senatore Francesco
Bortolotto (laureato in chimica), autore con gli altri senatori verdi di un'interpellanza
al governo, ha spiegato sull'argomento ai colleghi parlamentari
Cari amici dell'Ulivo, nel travaglio generale provocato da
questa guerra, questa storia dei proiettili all'uranio sta diventando veramente pesante.
Il nome di proiettili appare inadeguato: hanno un diametro di 30 millimetri e contengono
ciascuno 300 grammi di uranio cosiddetto impoverito.
L'impoverimento consiste nella sottrazione di uranio 235,
impiegato nelle centrali nucleari, per cui rimane uranio 238 pressochè puro: un isotopo
con un tempo di dimezzamento di alcune centinaia di migliaia di anni. Il generale Giuseppe
Marani, portavoce militare della NATO a Bruxelles, ha confermato nei giorni scorsi che le
forze della NATO presenti in Kosovo hanno in dotazione questi proiettili che, dopo aver
colpito il bersaglio, rilasciano nell'aria ossido di uranio, radioattivo ed altamente
tossico per l'uomo e l'ambiente. Questi proiettili, usati per la prima volta nel 1991
nella guerra del Golfo Persico, secondo le stime di alcune organizzazioni non governative
hanno causato almeno 10 mila casi di malattie come tumori, leucemie, malformazioni nei
figli degli esposti.
I jet A-10 "Warthog" per i voli a bassa quota,
impiegati nel Kosovo, sono equipaggiati con cannoni Gau8/A Avenger da 30 millimetri a 7
canne, costruiti appositamente per utilizzare proiettili all'uranio impoverito. Anche gli
elicotteri Apache, già arrivati in Albania ma non ancora impiegati, sono predisposti per
l'uso di proiettili all'uranio impoverito. Secondo i militari il motivo per cui si usano
questi proiettili sta nel fatto che l'uranio è molto pesante, e quindi il proiettile è
più penetrante nei mezzi corazzati. Ma in realtà queste sono da considerare alla stregua
di armi chimiche, se non addirittura nucleari, vietate dalle convenzioni internazionali.
Il loro impiego è tanto più assurdo se si considera che lo scopo dichiarato
dell'intervento dovrebbe essere la difesa degli abitanti del Kosovo dalla pulizia etnica
ed il loro ritorno a casa.
Gli Stati Uniti stanno cominciando ad ammettere che
esistono problemi sanitari legati ai militari che hanno partecipato alla guerra del Golfo,
anche se negano che i proiettili all'uranio siano pericolosi per l'uomo. L'organizzazione
Mondiale della Sanità sembra intenzionata ad aprire un'indagine sulla questione. L'uso
massiccio di questi proiettili potrebbe rendere radioattivo per secoli il Kosovo impedendo
il rientro dei profughi. Insieme agli altri senatori verdi ho presentato una interpellanza
parlamentare al Presidente del Consiglio perchè si adoperi in ambito NATO per la rinuncia
a questo tipo di arma nel Kosovo.
Francesco Bortolotto, senatore dei Verdi
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