Vai al numero precedenteVai alla prima paginaVai al numero successivo

Vai alla pagina precedenteVai alla prima pagina dell'argomentoVai alla pagina successiva

Vai all'indice del numero precedenteVai all'indice di questo numeroVai all'indice del numero successivo
Scrivi alla Redazione di NautilusEntra  in Info, Gerenza, Aiuto
redarrowleft.GIF (53 byte) Cinema Maggio 1999


Amiche per la pellicola

Ha accettato il ruolo di Gina nel film della Negri perché crede nell'amicizia. Anche fra due donne. E ama rischiare. "Altrimenti non si cresce". Così Stefania Rocca, partita con Nirvana di Salvatores, è ora una delle attrici italiane che lavora di più all'estero

ingrandimentoBella, simpatica e in gamba. Queste e molte altre sono le doti che epidermicamente Stefania Rocca, l’affascinante protagonista di Nirvana, trasmette alle persone che incontra. E adesso che la ventisettenne attrice figlia di un capo sorvegliante della Fiat ha incominciato ad avere successo anche all’estero c’è solo da sperare che la pressione della carriera non la trasformi. Tra i protagonisti di due film diretti rispettivamente da Anthony Minghella (The talented Mr. Ripley) e Kenneth Branagh (la versione musical dello shakespeariano Pene d’amor perduto) la Rocca può mettere in mostra il suo grande talento che possiamo anche ammirare in In principio erano le mutande al fianco di Teresa Saponangelo, film diretto da Anna Negri e ispirato al romanzo scritto da Rossana Campo.

Perché ha accettato di interpretare In principio erano le mutande?

ingrandimentoEro affascinata dall’idea di potere interpretare un ruolo in una storia basata sull’amicizia che può esserci tra due donne. Personalmente credo che questo sentimento sia il più importante di tutti. Perfino dell’amore. E non importa se l’amicizia nasce tra persone dello stesso sesso o tra un uomo e una donna.

Cosa le piace di più delle due protagoniste del film?

Il loro non darsi mai per vinte e la capacità di superare o almeno di affrontare tutti i problemi.

Due donne – comunque – un po’ fragili…

Tutti quanti noi abbiano i nostri momenti di fragilità. L’importante è superarli. Sono comunque donne che si rimboccano sempre le maniche per andare oltre i propri problemi.

Quello di Gina, l’amica consigliera, è abbastanza diverso dai ruoli che lei ha interpretato ultimamente. Tutte donne molto forti che incutevano timore agli uomini…

Sì e per questo ho voluto farlo. Per cambiare personaggio, visto che sono un’attrice.

Come accetta i ruoli che le vengono proposti?

Sempre in maniera istintiva se mi interessava la storia che avrei dovuto raccontare. Non mi sono mai preoccupata di cose come la carriera o la produzione del film. Mi innamoro dei ruoli da interpretare. Dopo avere visto i bellissimi cortometraggi della regista Anna Negri mi sono convinta ad accettare questa parte.

Prendendosi anche qualche rischio…

Chi non rischia ha buona probabilità di non riuscire mai a crescere come attrice. Ed il rischio è anche relativo. Bisogna scrollarsi di dosso alcune certezze per andare avanti a fare determinati film.

In che cosa le assomiglia questo personaggio ?

Anche io ho lasciato casa per andare a vivere a Milano con una mia amica con il sogno di lavorare nella pubblicità e di fare del cinema. Anche io mi sono arrangiata a fare mille lavoretti per portare avanti i miei sogni e nonostante qualche crisi quando volevo solo tornare a casa, sono rimasta comunque per andare avanti. È stato un percorso difficile che mi è servito tantissimo.

Due film con due registi stranieri e in uno addirittura due attrici nominate all’Oscar come Gwyneth Paltrow e Cate Blanchett...

Per quanto riguarda il film di Anthony Minghella, che è ambientato in Italia nel 1958, sono stata fortunata perché Minghella mi ha scelto dopo il provino. Aveva bisogno di un’italiana e ha preso me. Mentre con Kenneth Branagh le cose sono andate diversamente visto che è stato proprio il regista de Il paziente inglese a suggerire il mio nome a Branagh. Questo mi ha fatto molto piacere, perché vuol dire che quando uno lavora bene ha sempre un riconoscimento.

Perché la ha scelta Branagh ?

Perché non riusciva a trovare un’attrice che sapesse contemporaneamente cantare e recitare come voleva lui. Kenneth mi ha detto di essere rimasto convinto dal mio modo di recitare anche se all’inizio si aspettava un altro tipo di attrice.

Come è stato lavorare con lui ?

È un genio pieno di energia che pretende sempre il massimo da te. Alle volte temevo di essere eccessiva, ma lui mi diceva "Non ti preoccupare va benissimo..." Altre volte, invece, mi faceva segno urlando : "Un po’ meno, un po’ meno!!!". È un grande regista, perché è stato un grande attore.

Lei crede che il personaggio femminile di The Matrix , la Trinity interpretata da Carol Ann Otis, abbia qualche ricordo della Naima di Nirvana ?

Non ho ancora visto il film, ma a giudicare dai manifesti non mi dispiacerebbe proprio se gli americani ci copiassero qualcosa...

Marco Spagnoli

 

np99_riga_fondo.gif (72 byte)

                                           Copyright (c)1996 Ashmultimedia srl - All rights reserved