Sogno, dunque sono
Era tormentata dagli incubi. Poi ha
deciso di capire perché il suo sonno era diventato un tormento. Oggi Gayle Delaney è una
delle massime esperte mondiali dell'interpretazione dei sogni. Che, dice, ci raccontano la
parte nascosta di noi stessi. E possono anche diventare un'arma per risolvere i problemi
di tutti i giorni
La studiosa americana Gayle Delaney è considerata una
delle massime esperte mondiali riguardo all'analisi e all'intepretazione dei sogni.
Presidente dell'Associazione per lo studio dei sogni con sede in California a San
Francisco, si dedica da anni al perfezionamento delle tecniche intepretative sviluppate
insieme alla dottoressa Loma Flowers. Autrice di decine di saggi e ottima conoscitrice di
diverse lingue tra cui l'italiano e il francese, la dottoressa Delaney è sempre impegnata
in collaborazioni con riviste e televisioni di tutto il mondo. Innamorata dell'Italia dove
trascorre almeno un mese di vacanza all'anno - in particolare adora Roma e il Lazio - in
questa intervista ci parla dei suoi ultimi studi sui sogni, raccolti in un libro
pubblicato da Sperling & Kupfer (pagg. 294, lire 26500) e intitolato
appunto Il significato dei sogni. Una vera e propria guida per imparare a ricordare
i sogni e a vivere meglio dopo averli compresi.
Dottoressa Delaney, quando ha deciso di incominciare a
occuparsi dei sogni?
Nel 1969 ero a Parigi per studiare la politica sovietica
presso L'Ecole des sciences politiques. Dopo un mese in cui ogni notte avevo incubi
terribili, ho incominciato a leggere degli studi riguardo ai sogni e sono risalita alla
causa dei miei problemi.
Da qualche tempo avevo interrotto una storia d'amore con un
ragazzo danese che avevo conosciuto a Copenhagen e - senza saperlo - ne portavo
inconsciamente ancora traccia. Era per questo che ogni notte mi vedevo morire in mille
modi diversi. Messo da parte il mio senso del melodramma, ho operato su me stessa
un'autoanalisi di qualche giorno che mi ha liberato degli incubi. Tornata all'università
di Princeton, ho messo da parte gli studi sull'economia sovietica e mi sono dedicata
intensamente all'analisi onirica. A quell'epoca Freud e Jung avevano dato un'impronta
tutta germanica allo studio di questa materia. Personalmente ero più interessata a uno
studio impostato con una matrice meno autoritaria e di natura maggiormente democratica che
tendesse a mettere il sognatore al centro dell'analisi come un individuo. Lontano dalla
metapsicologia e da un certo astrattismo sicuramente dannoso alla comprensione reale del
sogno e del suo significato nella vita di ogni persona.
Nel suo libro lei spiega come arrivare a ricordare i
sogni. Vanno ricordati anche quelli che ci fanno soffrire?
Soprattutto. Perché dopo essere arrivati alla causa del
problema, sapremo come risolverlo. Soprattutto un sogno che ripete un'esperienza
traumatica va analizzato per tentare di modificarlo quando lo sogniamo un'altra volta,
superando così un finale doloroso che ripete qualcosa che abbiamo vissuto e ci ha
arrecato dolore.
Chi sono i suoi pazienti?
Persone portate all'analisi che vogliono stare meglio
comprendendo una parte di loro stessi che - in genere - gli psicoterapeuti non sono in
grado di spiegare loro. Ci sono soprattutto professionisti: moltissimi avvocati, alcuni
ingegneri e architetti e tanti artisti. Ci sono anche tanti psichiatri che vogliono
lavorare con me per imparare le tecniche che abbiamo sviluppato.
E' vero che ci sono molti guru della New Age tra i suoi
clienti?
Sí, anche se per motivi di riserbo non posso farne
ovviamente i nomi. Molti di loro non riescono a mantenere un controllo su se stessi e si
lasciano andare in atteggiamenti pericolosi e eccessivi. Tramite la mia tecnica scoprono
come cominciare ad avere di nuovo un buon rapporto con se stessi e con i loro sogni.
Spesso - a causa delle gerarchie che sono costretti a vivere - sono uomini e donne molto
soli che hanno un pessimo rapporto con il potere.
Quali sono i sintomi peggiori che ha riscontrato in
queste persone?
Il disprezzo per la vita di tutti i giorni, per i rapporti
sessuali in particolare e per i rapporti interpersonali in generale. Il mio lavoro tramite
i sogni è quello di insegnare loro come trovare la spiritualità in un matrimonio. I
sogni non ti lasciano mai dimenticare che la vita nasce grazie al confronto di se stessi
con gli altri.
Qual è stata l'esperienza professionale che le
ha dato la maggiore soddisfazione?
Quella di restituire a una vita normale persone che
vivevano un rapporto distruttivo con loro stress, consentendo ad esse di capirsi meglio
senza dipendere dagli altri. La mia formazione democratica mi ha fatto soprattutto
apprezzare i momenti in cui sono stata utile a donne che aspettavano sempre che qualcuno
dicesse loro cosa fare e che oggi vivono una vita normale e serena.
Perché gli artisti - nella cultura occidentale - sono
tanto influenzati dal sognare?
E' così che funziona. Tutti lavoriamo con la testa mentre
dormiamo e gli artisti sono particolarmente influenzati da questa fase notturna in cui
possono trovarsi faccia a faccia con la propria creatività. Gli artisti trovano nei sogni
la conferma al proprio lavoro e anche delle nuove ispirazioni.
Cosa pensa di tante culture dell'estremo Oriente e
dell'Oceania che considerano i sogni come una diretta ispirazione divina?
Non so dire se i sogni provengano dagli dei o piuttosto
solo da una parte di noi che non conosciamo. Certo è che comprendere i propri sogni vuol
dire venire a conoscenza di alcuni aspetti del nostro essere che ci sono rimaste nascosti.
Fino ai primi anni di questo secolo con Freud e Jung, avevamo una concezione molto
primitiva della nostra attività onirica. Molte religioni orientali come quella buddista
tendono a ignorare i sogni, perché distraggono dalla concentrazione e dalle meditazione
che sono tecniche sviluppate per sfuggire ai problemi e non per risolverli. Questo è un
fenomeno molto comune anche ad altre culture che utilizzano i sogni perfino per sviluppare
pratiche di cura del corpo e che allo stesso tempo non hanno mai pensato di utilizzare i
sogni per arrivare a comprendersi. Capire quello che sogniamo significa comprendere noi
stessi. Forse non ci sono ispirazioni divine alla base, ma serve per arrivare a vivere una
vita migliore lontana da dubbi e da incubi.
Marco Spagnoli |