Scienza Maggio 1999
Il
cerchio della vita
Quando una cellula trova un cromosoma
vecchio o spezzato, si suicida per evitare rischi. Ma come fa a riconoscerlo da quelli
normali? Un problema non da poco visto che nasconde, forse, il segreto
dell'invecchiamento. E ora 92 piccoli e sorprendenti anelli potrebbero essere la risposta
Li stanno individuando, contando, numerando e archiviando
uno a uno. E forse già alla fine dell'anno prossimo l'intero genoma umano, i geni
contenuti nei 46 cromosomi all'interno del nucleo delle cellule di ogni uomo, saranno
registrati, "infilzati" e messi in bella mostra come nelle collezioni di
farfalle. Ma se non era per due ricercatori, Titia de Lange della Rockfeller University di
New York e Jack Griffith della North Carolina University, sarebbe rimasto senza risposta
un mistero solo all'apparenza banale: come accidenti fanno le cellule a distinguere fra un
cromosoma intero e giovane e uno spezzato o "vecchio"? Insomma come possono
riconoscere che il primo è sano (e quindi ignorarlo) e distruggere il secondo (anomalo e
quindi pericoloso)?
La risposta è in un cerchietto, un mini-cappio:
un'anellino che alla fine di ogni cromosoma decide la vita e la morte. Tutto nasce dal
fatto che nonostante migliaia e migliaia di osservazioni, nessuno finora aveva mai capito
esattamente come finiscono i cromosomi. Particolare non da poco, visto che il processo
sembra essere alla base sia della formazione del cancro che del fenomeno
dell'invecchiamento. I biologi infatti si sono accorti che ogni volta che una cellula si
divide, delle strutture poste alla fine dei cromosomi e chiamate telomeri si accorciano
sempre di più. Una volta arrivati quasi a zero, la cellula si spegne e muore. Il segreto
dell'invecchiamento? Forse. Resta il fatto che se si impedisce di accorciarsi ai telomeri
di cellule umane coltivate in laboratorio, queste continuano a crescere e dividersi. Senza
invecchiare e morire.
Torniamo indietro. Uno dei problemi da risolvere era capire
con che meccanismo le cellule riconoscono un cromosoma invecchiato o interrotto da uno
normale. Un meccanismo potente: quando infatti la cellula si accorge che un suo cromosoma
è troppo corto o spezzato, va letteralmente in tilt. E se non riesce a riparare il danno
fa harakiri per il bene della comunità delle altre cellule. In altre parole la cellula
preferisce il suicidio che lasciare in giro del materiale genetico alterato, magari a
rischio di mutazioni cancerogene.
Anni di ipotesi e dubbi. Poi, quasi per caso, la scoperta:
i cromosomi normali finiscono con un piccolo anellino. In altre parole non finiscono. E
sono i telomeri a formare quell'anellino. Così finalmente la spiegazione del mistero:
quando i telomeri, a forza di divisioni cellulari, diventano troppo corti per formare
l'anello terminale, la cellula se ne accorge e lancia l'allarme. E, quasi sempre, si
prepara al sacrificio finale.
Certo la domanda è spontanea: possibile che in tanti anni
mai nessuno abbia visto quei micro-cappi? Ci sono le attenuanti. Intanto la lunghezza del
Dna: la catena del Dna di una sola cellula è lunga quasi due metri. E anche se per ogni
gruppo di 46 cromosomi si dovrebbero trovare 92 anelli terminali, vederli è un'altra
cosa. Perché le catene di Dna, sotto il microscopio, di anelli, curve e incroci ne fanno
tanti. Il dottor Griffith lo ha spiegato bene con "l'effetto spaghetti":
"Se prendete un piatto di spaghetti cotti e li buttate sul pavimento, avete un'idea
di cosa significa...". Vero: chi potrebbe dire se quella pasta termina ad anello o se
è un'effetto del caos e degli incroci?
Per arrivare alla verità comunque c'è voluta pazienza e
un po' di fortuna. La dottoressa de Lange cercava da anni una risposta a come era fatta la
parte terminale dei cromosomi. E aveva scoperto una proteina che, appiccicandosi ai
telomeri, permetteva di vederne la forma. Ma qualcosa non tornava: come mai non la
proteina non ne copriva mai la punta? Così ha chiesto a Jack Griffith, esperto di
interazioni Dna-proteine e dell'uso del microscopio elettronico. Risultato: c'erano delle
strane strutture mai viste prima. Qualche tentativo, poi la rivelazione: "Quando
abbiamo visto che erano piccoli cappi non ci volevamo neanche credere".
Fine della storia. Almeno della prima parte. Certo la
strada sembra quella buona. Scoperti i telomeri e la loro funzione di "orologi
biologici", ecco il passo avanti. Con quei cerchietti che, forse, decidono la vita e
la morte e il meccanismo che scatena il suicidio cellulare. In fondo lo dicevano anche i
sacri testi: "Polvere eri e polvere ritornerai". Nascita, crescita, vecchiaia,
morte: il cerchio che si chiude. Un cerchio, appunto. |