Economia Luglio/agosto 1999
Affari di
famiglia
Molti la sottovalutano. Ma per causa sua
spariscono in Europa due imprese su tre. E' la delicata fase della transizione
generazionale: il momento in cui il padre-fondatore cede l'azienda agli eredi. Ora un
consulente finanziario ha creato anche su Internet un "kit" di pronto intervento
per le piccole-medie imprese familiari. Un mix di autoanalisi psicologica e tecnica
aziendale
La frase classica è "Guarda, figlio mio: un giorno
tutto questo sarà tuo". Già, solo che non sempre le cose sono così facili.
Soprattutto quando si parla di imprese, fabbriche, piccole o medie aziende e attività
commerciali. Perché padre e figlio, fondatore ed erede, a volte non hanno le stesse idee.
O perché di eredi ce ne sono più d'uno e non tutti si amano come bravi fratelli. Perché
l'anziano, il senior, non crede nel figlio, lo junior. O ci si mette in mezzo la
moglie-madre. Insomma il passaggio generazionale nelle imprese familiari può essere
traumatico. Anzi lo è, visto che secondo l'Unione Europea nel 1994 due aziende su tre
sparivano nella transizione fra una generazione e l'altra. Un fenomeno che si ripete dalla
Scozia alla Sicilia, dal Portogallo alla Germania. E sottovalutato. Finché a un
consulente finanziario non è venuta l'idea: dedicarsi a risolvere i guai fra padri e
figli nel momento del (forse) passaggio delle consegne. E creare una specie di
"manuale di istruzioni".
Erano i primi anni '70 quando Toni Brunello, vicentino, 58
anni, laurea in giurisprudenza ed esperto in organizzazione aziendale, si è trovato ad
affrontare i suoi primi casi di passaggio generazionale, scoprendo che si trattava di un
campo praticamente inesplorato. E si è appassionato. Ma è andato oltre le consulenze
private, fino a creare un sistema di analisi collettivo, disponibile per qualunque
famiglia imprenditoriale che si trovi alle prese con il problema. Sistema che si è
condensato alla fine in una serie di schede da compilare per tracciare il profilo della
famiglia, dell'azienda, dei rapporti fra senior e junior, delle aspettative di ognuno, dei
punti di contatto e di quelli di attrito. Il risultato? Una volta messi tutti davanti a un
"tavolo virtuale", si cerca l'accordo e le soluzioni, in una specie di incastro
fra psicologia e tecniche aziendali.
Certo l'idea di Brunello non è passata inosservata. La
raccolta delle sue esperienze, cioè il kit interattivo di autoanalisi (che ha chiamato
"Di Padre in... Meglio"), è stato pubblicato come inserto nella rivista
MondoEconomico, edita dal Il Sole-24Ore). Non basta: diventato "KitBrunello",
l'intero pacchetto viene preso come punto di riferimento dall'Unione Europea. Che, decisa
a trovare un metodo comune per affrontare il problema del passaggio generazionale nelle
aziende familiari in tutta l'Europa, ha messo in piedi con Brunello il progetto
"Relais". Primo passo: mettere a disposizione di tutte le aziende dell'Ue il kit
di autoanalisi psico-aziendale. Come? Intanto nel modo più semplice: l'inserimento su
Internet, tradotto in 5 lingue (il sito è ancora in via di definizione, ma chi vuole
consultarlo può andare su www.kit.brunello.net).
Poi con una serie di seminari tenuto l'anno scorso in vari Paesi e con delle partnership
che vanno dal Travistock Institute Scienze in Action di Londra all'Istituto por la Empresa
Familiar di Madrid-Barcellona, dalla Catro di Linz (Austria) alla Logos di Bruxelles.
Insomma quell'idea nata dalle consulenze per le piccole
aziende ancora negli anni '70 e dai problemi che nascevano davanti agli scontri
padre-imprenditore e figlio-apprendista, è diventata quasi una "materia
d'insegnamento". E, perché no, anche un affare. Come dice Toni Brunello "in un
certo senso ho creato un nuovo mercato".
Alessandro Mognon |