APPUNTAMENTI DARTE
VICENZA Palazzo Chiericati:
"Palladio ringiovanito" 29 maggio-15 ottobre
La
fondamentale lezione classicista offerta da Palladio (1508-1580) non si esaurisce nelle
eccezionali costruzioni da lui attuate ville, palazzi, chiese nel territorio
veneto. Un veicolo che rende costante nel tempo, oltre i confini dellItalia e del
Rinascimento, del Barocco e persino delle estreme bizzarrie settecentesche, ed è in grado
di condurre, quasi senza soluzione di continuità, le formule architettoniche classiche
fino alle soglie del Neoclassicismo (e specialmente nel mondo nord europeo), è costituito
dallaltra opera fondamentale di Palladio, il trattato dei Quattro Libri, che
divenne, dopo la morte del Maestro, il vademecum imprescindibile per generazioni
successive di costruttori.
Naturalmente, nel vicentino, il retaggio palladiano,
rinforzato dalla presenza quotidiana di un vissuto architettonico, assume un carattere
quasi mitico e, in negativo, anche un limite difficile da superare per gli architetti del
XVII e XVIII secolo. Le trasgressioni a questo "palladianesimo" radicato, anche
nellambito del barocco, sono rare e poco difformi (un esempio clamoroso, nella sua
inusualità, è costituito dal Palazzo Leoni
Montanari).
In modo particolare, a Vicenza, per tutto il Settecento,
gli schemi dettati da Palladio continuano ad essere operanti nelle architetture di
Muttoni, di Bertotti Scamozzi e di Ottoner Calderari (1730-1803).
Proprio nellopera di questultimo architetto,
morto a XIX secolo già iniziato, si sente la pregnanza perenne dellarte palladiana
che, per di più, i letterati e gli artisti del suo tempo non fecero che alimentare. E di
questa suggestione che fece di Ottone Calderari quasi la "reincarnazione" di
Palladio, sopravvivono 285 disegni, testimonianza del sogno utopico dellintera
esistenza dellarchitetto vicentino, dedicata alla ricostruzione e al vagheggiamento
dellopera palladiana.
Una monografia
dal titolo "I disegni di Ottone Calderari al Museo Civico di Vicenza",
edita da Marsilio, offre al visitatore della mostra un supporto consistente per
approfondire, nellopera di Calderari, non solo e, necessariamente, la sua
rivisitazione palladiana, ma anche il contesto culturale coevo alla sua attività e i
rapporti dellarchitetto con la committenza. Questo catalogo, a cura di Guido
Beltramini, contiene, oltre alla prolusione della direttrice della Pinacoteca di Palazzo
Chiericati, M.Elisa Avagnina e alla prefazione di Werner Oechslin, testi e schede di
Franco Barbieri, Guido Beltramini, Margaret Binotto e Renato Zironda.. Vi è presente,
inoltre, un repertorio, a cura di Rossana Lanfiuti Baldi, delle filigrane nei fogli usati
dal Calderari per i propri disegni.
MILANO Fondazione Stelline:
Wunderkammer. Meraviglie darte in una stanza moderna 10 giugno-6 luglio
Lo spazio espositivo della Sala del Collezionista
della Fondazione, in Corso Magenta, chiude il ciclo delle manifestazioni, raggruppate
sotto il titolo "Il piacere dellopera nella ricostruzione dellarte",
con una articolata mostra dal titolo " Wunderkammer. Meraviglie darte in una
stanza moderna, a cura di Paolo Thea.
Le Wunderkammer (Camere delle meraviglie), intese come
forme di collezionismo "universale" sviluppatosi nelle principali corti
mitteleuropee dalla seconda metà del 300 al 700, rappresentano una raccolta
multiforme di oggetti dellaspetto stupefacente, nelle quali non esiste il confine
tra arte e scienza, tra esperimento naturalistico e curiosità, tra storia e leggenda, tra
filologia e invenzione geniale. Questo tipo di raccolta di oggetti e di opere darte,
anticipando un nuovo modo di porsi di fronte alla creatività, mostra di prediligere, nel gesto
artistico, più la genialità intuitiva e stravagante che ladesione ai canoni
accademici.
La produzione figurativa del Novecento ha, infatti,
particolarmente sviluppato questo aspetto magico e il senso di rimescolamento alchemico
tra forme e culture, discipline ed epoche diverse, attuando una trasposizione moderna di
quel concetto.
La mostra si compone di opere di artisti del XX secolo,
raggruppati secondo aree omogenee, tra cui Arp, Braque, Duchamp, Ernst, Kandinskji,
Savinio, Wols ed altri. Essa è corredata da un catalogo edito dalla Fondazione Stelline
con il contributo di Rinaldi-LEspresso con un testo critico di Paolo Thea.
VICENZA Basilica Palladiana: Minguzzi.
Sculture e disegni 6 giugno 26 settembre 1999
Dopo
lesposizione al Castello Sforzesco di Milano nel 1992, questa di Vicenza è la
rassegna antologica dellopera di Minguzzi più significativa in Italia e consente di
ammirare molte opere provenienti dal Museo Minguzzi, inaugurato nel 1996 a Milano, e da
altre istituzioni e collezioni pubbliche e private.
Il percorso museale, curato da Francesco Butturini, propone
ai visitatori un percorso storico completo che include opere da molti anni assenti nelle
mostre di Minguzzi ed anche altre inedite. Tra le sculture giovanili si trovano i
ritratti, con Tobiolo (1937) e La madre in cera (1937) e in pietra (1942),
ma anche animali, soggetti particolarmente cari allartista. Si passa poi agli anni
Cinquanta, con le opere ispirate agli aquiloni e ombre, come Sei personaggi (1957),
Luci nel bosco (1958) provenienti da Ca Pesaro e Il grande volo (1954)
dalla Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata.
Quasi
contemporanei sono i guerrieri e i lager, dalla violenta carica emotiva temi ripresi
dallo scultore alla fine degli anni Sessanta.
Nella mostra è anche riunita, per la prima volta, tutta la
documentazione relativa alle porte di chiesa, fondamentali nella carriera di Minguzzi, e
messe a punto tra gli anni Cinquanta ed Ottanta: i bozzetti per la quinta porta del duomo
di Milano (1951-65), le formelle lignee che riproducono quelle della Porta del Bene e del
Male della cattedrale di S.Pietro a Roma (1970-77) e i bozzetti per la chiesa di S.Fermo a
Verona (1984-88).
Non mancano,
inoltre, altre fondamentali figure di donna, come Due figure in poltrona (1973) in
bronzo e relativa versione in legno policromo, acrobati, personaggi mitici, come Dafne e
Ippolito, e i recenti Nuotatori (1988-90) oltre a disegni e bozzetti a china
su carta e su tavola degli anni Ottanta.
La mostra, organizzata in collaborazione con Giorgio Ghelfi
Gallerie dArte, la Fondazione Luciano Minguzzi e IBM, è corredata da un bel
catalogo edito da Giorgio Ghelfi Editore e contiene saggi critici del curatore Francesco
Butturini, di Luca Massimo Barbero, Mauro Corradini, Antonio Paolucci e Alessandra Zanca,
oltre agli apparati a cura della Fondazione Luciano Minguzzi.
VICENZA Basilica Palladiana. LAMeC:
Aldo Cibic, Designer 27 giugno 26 settembre 1999
La
mostra, organizzata negli spazi della Basilica Palladiana adibiti a Laboratorio
dArte Moderna e Contemporanea in collaborazione con Bisazza Mosaico, Dalla Verde e
New York Industrie, è dedicata allopera di Aldo Cibic, uno dei giovani designer
italiani più noti in campo internazionale.
Lesposizione, curata dallo stesso Autore, si propone
con una serie di opere di ricerca, progetti che raccontano un ventennale percorso, quasi
una finestra interiore ritagliata allinterno di una attività di progetto assai
vasta ed articolata.
Essa si articola, inoltre, in tre momenti fondamentali
dellattività di Cibic, che corrispondono ad altrettante visioni dellabitare:
Memphis, il movimento davanguardia che segna
linizio della grande stagione del design libero degli anni Ottanta, trascorsi a
fianco del maestro Ettore Sottsass; Standard, del 199, affermazione del progetto di
una casa amica dal disign convivialee Smart Home Fitness, del 1998, ultima
evoluzione che testimonia lesistenza di uno spazio per idee nuove, oltre lo
stilismo.
VALDAGNO Galleria Civica
dArte Moderna Villa Valle Marzotto: "Presenze dautore. 50 anni
darte moderna a Valdagno" 22 maggio- 11 luglio 1999
La
mostra, dedicata a 19 tra i più importanti protagonisti della cultura figurativa
contemporanea italiana e curata da Giuliano Menato per conto dellAssessorato alla
cultura del comune di Valdagno, si configura come una proposta aperta, priva di una linea
tematica, che vede a confronto artisti diversi per mentalità e formazione, ma
riconducibili ad una matrice comune di esperienze culturali allinterno di un
unItalia alla ricerca di unidentità artistica e culturale, soprattutto negli
anni dellimmediato dopoguerra.
Si
tratta di Burri, Carmassi, Cremonini, Dova, Gianquinto, Girardello, Guttuso, Lazzari,
Matino, Meneguzzo, Pianezzola, Santomaso, Scanavino, Schifano, Senesi, Schmidt, Turcato,
Vago e Zotti, artisti che furono presenti in esposizioni della stessa Galleria Civica
(fondata nel 1973) per gli anni passati o protagonisti del "Premio Marzotto" che
dal 1951 costituisce, per la città di Valdagno e per il mondo culturale in genere, un
evento di alto profilo artistico.
ALBETTONE (VI) Villa Ca
Brusà dal 17 al 22 luglio 1999 OLTRE LA MASCHERA 99. Itinerario di tre secoli nel
teatro di tradizione
Sabato 17 luglio, ore 21.00. Il 500 e
le Accademie: "La storia di Callimaco e Lucrezia", di Reanato Stanisci dalla
"Mandragola" di Niccolò Machiavelli. Con la "Canzone alla Notte" di
P. Verdelot eseguito dal Coro Andrea Gabrieli diretto da Filippo Furlan.
Domenica 18 luglio, ore 21.00. Il 600 e la
Commedia dellarte: "Quando amor comanda", di Tiberio Fiorilli
"Scaramouche".
Giovedì 22 luglio, ore 21.00. Il 700 secolo
dei Lumi: "Così fan tutte", di Renato Stanisci da Lorenzo Da Ponte.
BOLOGNA "Ansel Kiefer. Stelle
cadenti". 27 marzo-29 agosto 1999
La
bolognese Galleria dArte Moderna offre al suo pubblico, in questi mesi estivi, un
particolare allestimento che si pone sulla linea progettuale già intrapresa da tempo
dalla Galleria, e cioè quella di proporre in visione le opere nelle condizioni di
visibilità stabilite per esse dallartista.
Tali condizioni sono, infatti, parte integrante delle opere
stesse, dato che le installazioni di Kiefer appaiono come silenziosi testimoni "di un
atto compiuto, la memoria oggettuale di una presenza costantemente in bilico". La
necessità di una fruizione spaziale corretta appare, dunque, evidente quando, come afferma Danilo Eccher nel denso testo critico del
catalogo "Anselm Kiefer: unanima oscura", in questa proposta espositiva le
"stelle cadenti non sono solo un pretesto per semplici illusioni, non sono il
gioco incantato di un bagliore di sorpresa e speranza, sono anche un errore percettivo che
consente di estendere il nostro sguardo oltre lapparente". Ed in modo
particolare in quanto larte di Anselm Kiefer "vive nello spazio e non nel
tempo, è anzi unarte che assorbe lo spazio negando il tempo".
Va sottolineato, infine, come il complesso delle opere
presenti alla mostra ( che raccoglie la produzione artistica degli anni Novanta) sia da
considerarsi come inscindibile nelle sue parti: esse costituiscono una costellazione di
elementi intimamente legati tra loro che documentano, ciascuno nel proprio ruolo, una diversa
dimensione dellesserci.
A corredo della mostra, il succitato catalogo edito da
Allemandi, con la sua elegante veste tipografica, permette al visitatore di
"ripassare" nello spazio cartaceo della memoria, le numerose altre
"carte" e i "libri" delle installazioni a-temporali
dellindimenticabile esposizione.
G.G. |