Può nascere una
passione anche fisica tra un uomo e una donna che non si conoscono? Per Iselin Hermann si.
I personaggi del suo ultimo libro si amano scrivendosi lettere sempre più coinvolgenti e
crude. Senza mai vedersi. E solo un finale imprevedibile li metterà di fronte alla
realtà
Iselin C. Hermann, Per lettera, Mondadori, pp.138,
L.26.000
Abbiamo davvero necessità della
presenza dellaltro corporea, quantomeno perché leros si
infiammi e nasca la passione? A livello di eccitazione sessuale sembra proprio di no, a
considerare il fenomeno della pornografia fatta di immagini e desiderio o
delle linee telefoniche erotiche, dove non solo è assente il tatto, ma pure la vista. Che
dire inoltre quando anche ludito non viene sollecitato, ma basta appena una presenza
assolutamente cartacea muta, cieca ed incorporea come quella di una lettera
ad accendere i sensi e il cuore?
Comunque la pensiate, ciò è quanto avviene nel romanzo di
Iselin Hermann Per lettera, dove si assiste allinsolito amore fra una ragazza
danese, Delphine, ed un anziano pittore francesce, Jean-Luc. Lei scrive a lui intorno ad
un suo quadro. Luomo risponde ed inizia così uno scambio epistolare dapprima timido
e casto, ma ben presto avviato a tramutarsi in una autentica relazione
erotico-sentimentale, destinata a vincolare sempre più luno allaltra i due
amanti lontani. E sebbene i due non si conoscano, sapendo poco o niente di quale realmente
sia la vita che laltro conduce non essendosi mai incontrati, entrambi iniziano a
fantasticare una storia, una vita in comune. Le loro lettere, attraverso cui alimentano
quella che sempre più assume i contorni di una vera e propria ossessione amorosa,
comunicano però soltanto desiderio e nostalgia impossibile; le loro parole sono parole
dellassenza.
Solo in questo, e non nella crudezza dei loro riferimenti
sessuali, esse si rivelano o-scene ossia riferibili solo ad un teatro amoroso
allucinatorio ed alla fin fine alienante. Non a caso Delphine confessa: sono fuori di
me, espressione metaforica ma al contempo reale, avendo lei come lui
daltronde abdicato alla realtà di un rapporto basato sulla presenza per un
fantasma. Così sfogliando le lettere dei due amanti virtuali si prova insieme fastidio e
tenerezza per una passione così fragile, affidata appena a delle parole. Anche se queste
lettere sono poi giusto le pagine di un libro su una vicenda tra lerotico e il
romantico. Ma forse il pregio del romanzo della Hermann è tutto qui: riuscire a rendere
credibile (leggibile) una storia fatta della stessa sostanza dei sogni. Ma senza barare (o
esagerare). Perché, nonostante il fascinoso turbinio di proiezioni & illusioni, il
gioco della scrittura non risulta fine a se stesso o voyeuristico. Cè nel finale un
magistrale colpo di scena a effetto di straniamento, che riporta coi piedi in terra
lettori e protagonisti. Quando Delphine e Jean-Luc, costretti a scontrarsi con la realtà,
troveranno finalmente laltro e se stessi in unagnizione davvero scioccante e
imprevedibile.