Il canto della vecchiaia
E' inglese ma vive in Italia. Tanto che
Peter Russel si traduce da solo i suoi versi. Dove parla di esperienza e di saggezza ma
anche degli anni che lasciano il segno nel fisico e nell'anima. Poesie amare e magiche
scritte come una musica che arriva dal passato
Peter Russell, Poesie dal Valdarno. Poems, Pietro
Chegai Editore, pp.183, L. 36.000
Un libro di poesie 'testo a fronte': originali
inglesi e loro traduzioni. Ma questa volta non si tratta semplicemente di un poeta inglese
il cui editore italiano ha fatto tradurre le liriche. Peter Russell, 78 anni, da anni vive
nella campagna toscana (in provincia di Arezzo) e conosce litaliano tanto bene da
saper apprezzare la Divina Commedia. Le sue poesie sono state tradotte da
madrelingua italiani, ma le loro versioni sono state successivamente da lui stesso
controllate e modificate, per precisione semantica e ritmo.
Quella di Peter Russell è una poesia sapiente.
Leggendo i suoi versi ci sembra di tornare allepoca in cui il poeta profeta si
faceva "vaso del Dio" e ce ne svelava i misteri. Proprio grazie
allambiguità rivelatrice della poesia. In unepoca in cui troppi santoni
orientali ci svelano la Verità, queste liriche si propongono più
realisticamente come ricerca di una sapienza:
Mi devo arrampicare su in alto, con fatica, e brancolare
Dentro di me, come uno spazzacamino o uno che sale sulle guglie,
Ma alla luce dellanima, non al buio della ciminiera
O sullimpalcatura del pinnacolo.
Viene in mente uniscrizione della basilica di S.
Miniato al Monte a Firenze: NOBIS DATUM EST NESE MYSTERIIUM REGNI DEI ("A noi non è
dato conoscere il mistero del regno di Dio"). Una cultura religiosa e filosofica che
viene rielaborata dalle parole di Russell. Basta leggere, a questo riguardo, la seconda
strofa di un suo sonetto:
Furono per primi i pagani a riconoscere
Divinità nel Bambinetto, quei re doriente.
In alto sopra il Giordano allora la Voce del Padre,
Lui stesso a Canaan nel vino assaggiato.
Identica teopatia ciascuno porta.
Il mondo può bramare. Scegliere è il nostro destino.
È bello sentirselo dire da un quasi ottantenne che di
esperienze, nella vita, ne ha fatte molte. Ha girato il mondo durante la guerra, per poi
completare gli studi classici in Inghilterra, suo paese natale. Ha rifiutato i legami di
una carriera universitaria, benché abbia accettato alcuni incarichi universitari: in
Canada, negli Stati Uniti, in Iran e in Italia. Non stupisce che sia stato definito più
volte uno spirito libero. Non ci stupisce nemmeno che questo discepolo di Ezra
Pound abbia trovato da scrivere per oltre trentamila poesie.
Ed al centinaio di libri da lui pubblicati oggi si aggiunge
questo volume, dove ci invita a riflettere su molti aspetti della vita umana.
Tra questi domina, soprattutto nelle ultime liriche,
lesperienza della vecchiaia e della malattia, che ci trasmette con parole forti e
dirette:
Urina e feci, notti di lancinante dolore,
Sangue sulle coperte, un ricovero adesso casa mia
Vomito e muco, acido e livida schiuma,
Le coperte spiegazzate, rosea macchia cosparsa di viscidume.
Ma il suo dolore non deriva solo dalle
sofferenze personali, bensì anche dal vedere come è cambiata la poesia nei secoli:
Mi sembra chabbiamo perso ogni senso del ritmo
nelle parole,
e che i nostri versi siano un biascichio di prosa
Vale anche per me, io non sono migliore di altri
Perché anche il mio linguaggio è quello di oggi
Ed il calore del canto è una cosa del passato
Ma, al contrario di quanto lui stesso afferma, si può
trovare nelle sue poesie il calore del canto. Vale la pena proporre qualche
verso citato in originale, magari letto ad alta voce, lasciandolo risuonare:
Spirit alone can make a melody
That sings itself in colour, sounds or words.
It springs on wings from out that secret source
Where feeling lulls yet blows at gale force,
And one can be oneself without remorse.
Per non parlare poi dei suoi sonetti, magistralmente
costruiti in un gioco di suoni. Ma il gioco vero e proprio si libera in altre strutture,
come nel ricordare il canto vicino al non-sense di un bimbo.
Un gioco al quale invita i suoi lettori a partecipare.
Tatiana Tartuferi |