DONNE NELLARTE (34)
Mirella Bentivoglio
la stagione della poesia visiva
Luso visivo della parola è tuttaltro che
recente: dagli antichi ideogrammi egizi o cinesi, ai carmi figurati ellenistici, fino alle
esperienze visive del poeta Mallarmé , ai calligrammi di Apollinaire, alle
"parolibere" futuriste.
In tempi più recenti, a partire dagli anni Cinquanta si
forma in vari paesi del mondo una tendenza a sperimentare nellarte con i segni della
scrittura. Singole parole o frammenti vengono accostati, sovrapposti, ripetuti o
cancellati in modo da ottenere effetti compositivi ritmici e ottici.
In
Italia la poesia visiva vive una stagione intensa, con numerose mostre sia nel territorio
nazionale che allestero, manipolando la struttura tipografica delle parole e delle
lettere, con improvvise e paradossali associazioni e con lobiettivo, più o meno
dichiarato, di corrodere la solidità del testo scritto, di contestare lesattezza
delle parole della cultura e del sapere.
Una delle principali protagoniste di questa tendenza è
Mirella Bentivoglio (n. 19229 che, assieme a Vincenzo Ferrari ed Emilio Isgrò,
interviene, a volte anche sulle immagini, ottenendo eleganti ironie o provocatorie
irriverenze.
Mirella Bentivoglio, su questo medesimo percorso di
"trasformazione" delle arti, giunge negli anni Novanta a tradurre visivamente in
bande cromatiche alcuni brani musicali, come la Suonata op. 20 di Beethoven,
proposta alla mostra "Ascoltare limmagine", tenutasi a Palazzo Mediceo di
Seravezza dal 14 aprile al 26 maggio 1996.
G.G. |