DONNE NELLARTE (35)
Graziella Bertante: scherzando con il corpo
Ben dice di questa interessante scultrice piacentina, in un suo recente
saggio critico, Anna Còccioli Mastroviti: Lonirico e il lirico, in lei, come
appunto ci ha insegnato la lezione metafisica, sono strettamente intrecciati alla trama di
un medesimo tessuto espressivo, ma a ben guardare (ed è uno dei segni affascinanti della
sua poetica e certo un sintomo ulteriore della verità del suo talento) il mito o la
fiaba, liperbole dellimmaginazione o la vertigine dellironia non si
staccano mai dalla vivificante radicalità del reale.
Balthus e Botero sono, nella scultura
di questa artista, citazioni presenti ma non imprescindibili, più culturali che di
riferimento, perché il mondo tradotto dalla Bertante in terrecotte policrome appartiene
ad una immagine mentale propria dellartista, ad un fantastico, esclusivo,
specialissimo femminile. Che si tratti di figurazioni metaforiche o mitiche o di una
proiezione, ironica, enfatica ed esagerata del sé, poco importa, infine. Chi guarda le
fascinosissime ciccione della Bertante non è portato
a farne unanalisi psicoanalitica (che verrebbe quasi spontanea, in
unattualità in cui lanoressia e la bulimia sono un dominio mediatico), no, le
strabordanti eppure realistiche rotondità di quelle donne e fanciulle sono da spiarsi,
presi da stupefatto incantamento, come attraverso la fessura della porta di un boudoir. Anche in queste piccole, imperturbabili
creature sembra riverberarsi il principio che anima la produzione letteraria di Graziella
Bertante la quale dedica una delle sue raccolte poetiche a chi crede che nel sogno
ci sia lo spessore della vita.
Graziella Bertante, che è nata a Piacenza, città in
cui vive e lavora, ha iniziato la sua carriera espositiva sia in Italia che
allestero, a partire dal 1968.
G.G. |