APPUNTAMENTI DARTE
CASTELFRANCO
VENETO (TV) Teatro Accademico Paolo Lovato. Il colore come
linguaggio. 16 ottobre-7 novembre 1999
Larte e luomo, larte e la sofferenza
dellesistere, larte e il dolore universale. Sono questi temi di continua
riflessione per un artista anche quando la sua risposta è cercata nella gioia di vivere,
nella ricerca di umanità, nellesaltazione della propria sensibilità. Parole
che lo stesso Lovato usa come premessa per spiegare la sua opera, il lavoro di una vita,
nel catalogo di questa sua mostra a Castelfranco Veneto; segue poi un saggio
critico-biografico di Carla Chiara Frigo che suddivide in periodi il percorso
dellartista: gli anni Sessanta, alla scuola di Otello De Maria e nel gruppo La
Soffitta; il primo periodo di Salisburgo, dal 1969 al 71, cruciale per la sua
evoluzione stilistica, quando, con un gruppo di amici, inizia a frequentare i corsi
dellAccademia a Salisburgo come allievo di Emilio Vedova; il secondo periodo di
Salisburgo e lincontro con unaltra fondamentale personalità
dellAccademia di quella città, Guillaume Corneille, esponente del gruppo C.O.B.R.A.
e che significò per Lovato la riscoperta della luce e del colore; il periodo
plastico dal 1973 al 74, teso al recupero della tridimensionalità
dellimmagine. Infine lastrattismo radicale degli anni Settanta, fino alle più
recenti linee di ricerca a partire dal 1980 ad oggi.
Le opere esposte al Teatro Accademico di Castelfranco, presentate da Marica
Rossi, documentano questo iter che a volte si accende di brillanti cromie arabescate, a
volte ripiega nel pensiero pacato di linee razionali pulite. Qual è il Lovato che si
preferisce? Difficile scegliere perché in ognuna delle sue opere cè un pezzo di
quelluniverso interiore al quale Lovato ha attinto con forza e senza sosta nel corso
degli anni.
Questa antologica, dunque, serve a
conoscere meglio questo artista assai schivo e che dosa con misura e quasi con gelosa
parsimonia le sue presenze pubbliche; a ri-scoprirlo nellinterezza di
unattività che non insegue fortune, ambizioni, ricchezza ma che si dà
semplicemente per una ineludibile necessità di esprimersi.
G.G. |