APPUNTAMENTI DARTE
MANTOVA Casa di Rigoletto
"Atelier Contrepoint a Mantova" Dal 2 al 31 ottobre 1999
La mostra "Atelier Contrepoint a Mantova", offre
agli appassionati di grafìca d'arte la rara opportunità di conoscere e ammirare le opere
incisorie degli artisti di questo atelier parigino.
Il
laboratorio dincisione, fondato da Stanley William Hayter nel 1927, ha visto
avvicendarsi ai suoi artigianali torchi, alcuni fra i maggiori artisti del '900 come
Picasso, Mirò, Chagall, Giacometti, Tanguy, Masson, Ernst, Ubac, Alechinsky. Trasferito a
New York durante 1a seconda guerra mondiale, l'Atelier (portavoce tra l'altro delle
istanze del Surrealismo europeo) venne frequentato dai pittori dell'Action painting e
dell'Espressionismo astratto americano fra cui Motherwell, Pollock, Kline, De Kooning,
Calder e tanti altri; non è esagerato affermare che le esperienze condotte all'Atelier
17, furono per questi artisti, fondamentali per l'evoluzione dell'arte americana di quel
periodo.
Nuovamente a Parigi, dopo la morte di Hayter nel 1988,
l'Atelier, venne ribattezzato "Contrepoint" e diretto, ancor oggi, da Héctor
Saunier e da Juan Valladares, suoi fedeli collaboratori e preziosi continuatori dei suoi
metodi.
La grande innovazione di Hayter consiste nell'aver ampliato
le tecniche incisorie tradizionali, indicando nuove possibilità per un linguaggio più
moderno, più vicino alle esigenze e al pensiero del XX secolo. L'artista inglese,
infatti, ha affiancato al più tradizionale degli strumenti dell'incisione, il bulino,
l'idea del colore inteso quale elemento d'indagine psicologica, coniugando 1'energia del
segno con la forza evocativa del colore. Lesito di questa ricerca furono incisioni
all'acquaforte, all'acquatinta, dove persino il caso o l'errore, filtrati da una
sensibilità non comune, potevano portare a nuovi e inusitati risultati.
Solo in seguito quindi, e per gradi, si attuò la grande
rivoluzione del "colore saturo" sulla matrice, mediante l'impiego di rulli duri
e rulli morbidi "caricati" di inchiostri colorati più o meno vischiosi, che
vanno a trasferirsi, in successione, sulla superficie e negli incavi della matrice
metallica incisa, stampata poi, sul foglio bianco, con un unico passaggio al torchio
calcografico.
Le opere attualmente in mostra, che meritano
unattenta ed accurata analisi, sono eseguite da ventuno artisti di diverse
nazionalità e rappresentano un esempio del lavoro rigoroso; ma nello stesso tempo libero
e sperimentale, condotto ancora oggi all'Atelier Contrepoint. Un laboratorio di indagine
permanente perché, come diceva lo stesso Hayter: "la ricerca non è conclusa; essa
è più attiva che mai, in effetti non avrà mai fine."
Vladimiro Elvieri |