Primopiano Dicembre 1999
Parigi è sempre Parigi... (1)
Piove
a Parigi. Non che sia una gran notizia. Mica ho detto piove a Honolulu. Questo però
significa che il primo giorno è già pieno di bistrot dove rifugiarsi. E sia il primo che
quello successivo sono nel vivo delle prove per l'ultimo dell'anno. A Le Sanserre , a due
passi dal Sacre Coeur, stanno facendo le prove dell'impianto luci. Colorate come sono
fanno un effetto anni settanta quando cadono addosso alla carta dorata con cui hanno
tapezzato le pareti. C'è nostalgia dei Pink Floyd, sorseggiando il thè e osservando i
giochi luminosi di cui il barista si scusa. La stessa nostalgia che c'era fra i passeggeri
del volo da Venezia che,
appena dentro il pullmino navetta, hanno messo mano ai cellulari, occhi fissi al display
mentre digitavano il PIN e nello sguardo la nostalgia di qualche sms che mai arriverà.
Mica è sempre come la pubblicità della TIM. Fuori, una schiera di persone con il
cartello con dei nomi in mano. Uno, dott. Marcelino, mi fa venire quellimpulso che ogni
tanto mi prende in questi casi. Dire che il dottor Marcelino sono io, seguirlo e cambiare
vita. Ma accade solo nei film, o nei romanzi.
Al
banco del bistrot con le luci c'è uno - non posso crederci -che ha i moustache. Sì,
quelli arricciati all'insù ai lati. È mezzo ubriaco, ma con quei baffi lì può
permettersi qualunque cosa.
La pioggia si è diradata. Primo obiettivo i magazzini Fnac a
Les Halles: libri, dischi, video in nastro e in dvd. E un grandangolo per la digitale:
tecnologia batte arte uno a zero. Ma siamo o non siamo alle soglie del 2000? Lo dice anche
il barista con le sue luci che vanno e vengono. Bonne année dice appena pago...
Roberto Ferrucci |